Che storia: Eberl non ha lasciato casa di Kompany finché non ha detto "sì" al Bayern

Grande giornata ieri per Max Eberl, direttore sportivo del Bayern Monaco, tra l'iscrizione nell'Albo d'Oro e gli applausi dei 300 presenti, con un'ampia sessione di domande e risposte, autografi e selfie in occasione della sua prima apparizione alle tradizionali visite natalizie del club: "Per 30 anni ho seguito queste visite solo attraverso i media, ora posso finalmente far parte della famiglia del Bayern. I nostri tifosi sono la base del nostro club. È un onore essere qui con voi oggi (ieri, ndr)".

Eberl poi non ha lasciato dubbi su quanto sia importante per lui che il Bayern rimanga il club affiatato che lui stesso ha vissuto quando ha mosso i primi passi, prima della trafila tra squadre giovanili e professionisti: “Per me significa casa, solidarietà, e rende il nostro club così speciale che riempiamo questo stile di vita attraverso tradizioni come le visite del fan club. Uli Hoeness è anche il mio mentore in queste cose e noi vogliamo portare avanti il modo in cui lui ha reso questo club quello che è. Un evento come questo mi tocca il cuore".

L'allenatore dei bavaresi, Vincent Kompany, ha ricevuto un applauso speciale quando è stato menzionato, meritevole del percorso in divenire per riportare il Bayern allo splendore di un tempo. Il dirigente Eberl ha ritagliato un momento per elogiarlo: "Una grande persona, ha una grande personalità", ha raccontato.

Per poi soffermarsi su un aneddoto previo ingaggio dell'ex difensore del Manchester City come allenatore dei Die Roten. Uli Hoeness (presidente onorario del Bayern, ndr), infatti, aveva detto al ds Eberl in fase di trattativa che non gli era permesso lasciare la casa di Kompany finché non avrebbe incassato il 'sì' definitivo. Il consigliere per lo sport - viene raccontato dal club stesso - ha quasi passato la notte sul divano dell'attuale tecnico belga mentre lo adulava, ma alla fine l'accordo è stato concluso.