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Ricardo Sogliano

Ricardo Sogliano
ieri alle 15:50Altre Notizie
di Redazione TMW
Riccardo Sogliano (Alessandria, 4 marzo 1942) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Riccardo Sogliano ha giocato con Varese e Milan in Serie A, ove esordì il 4 settembre 1965 a Milano nella partita Inter-Varese (5-2.
Ritiratosi dalla pratica agonistica, ha ricoperto ruoli dirigenziali nei club come Roma, Parma, Genoa, Brescia, Udinese e Varese (che rifondò nel 2004 a seguito di un fallimento e di cui mantenne la titolarità fino al 2008).

La famiglia Sogliano, che è una filosofia di calcio e di vita, ha un inizio che è un nome da battaglia: Riccardo. Ottant'anni in battaglia, o con lui o... con lui, vengono festeggiati oggi da quella "famiglia" circondata da ammirazione, timore, autorevolezza, intuizione, fedeltà, conoscenza, generosità che con il tempo si è allargata senza bisogno di chiederlo. Perché certe qualità scavano un solco, quel solco dove vive la tempra di Riccardo Sogliano, in un mondo che scorre spesso senza lasciare traccia.

Gli 82 anni di Riccardo, sono gli anni di chi ha fatto sentire un po' grandi, anche più di quello che erano, tutti quelli che gli si sono avvicinati.
Sono gli anni in cui abbiamo imparato che rimanere se stessi, a costo di perdere molto, alla lunga fa la differenza.
Gli anni in cui abbiamo imparato a fidarci o a sentirci traditi, a dire le cose in faccia anche quando sarebbe meglio tacere, a capire che una sola persona sceglie di chi circondarsi nella vita e nel lavoro, e poi difende quella scelta anche quando può pagarne le conseguenze, a vedere che il calcio è cambiato per l'assenza di uomini ma anche di calciatori come Sogliano - Sogliano al singolare, perché una famiglia non è un insieme di individui ma una cosa sola anche con idee diverse - e che non si può vendere fumo, al massimo l'anima al diavolo, purché la tua squadra e i tuoi uomini vincano.

Anni in cui abbiamo imparato a essere ruvidi, ma veri e generosi.
Forti, ma in fondo in fondo persino teneri.
A tagliare salame e, nell'estate più calda, bere branca menta ghiacciato. A sapere di non dover andare in auto con Sogliano (ancora al singolare) per non mordere il freno della paura.
A salutare lasciando la porta aperta a ogni speranza, con la stessa identica frase: "Le vie del Signore sono infinite".
A conoscere il significato di una "bella vita", che è diverso dal fare la bella vita e più simile a "la vita è bella". (di Andrea Confalonieri per varesenoi.it)

Il quotidiano Tuttosport il 21 Giugno 2021, pubblica una lunga intervista esclusiva del giornalista Filippo Cornacchia all'allora Direttore Sportivo del Lecce (come adesso !!) Pantaleo Corvino, il quale confida di quando l’allora ds del Parma Riccardo Sogliano gli preannunciò che avrebbe fatto debuttare un portiere 17enne che sarebbe diventato il più forte goalkeeper italiano di tutti i tempi: Gianluigi Buffon

“ Ho avuto tre maestri: uno vicino di casa, Mimmo Cataldo. Uno a metà strada, Piero Aggradi. E l’altro lontano da casa, Ricky Sogliano. Ognuno bravo a modo suo e con le proprie qualità. Il più avanguardista era Ricky.
A volte partivo e facevo 1.200 chilometri per andare a trovarlo a Varese. E imparare. Perché prima i direttori, oltre a partire dal basso, frequentavano anche ‘le botteghe’. Mentre adesso direttori sportivi e direttori generali nascono da niente, come funghi. L’ospitalità di Sogliano era unica. Ricordo come se fosse oggi. Mi chiamò prima del ritiro estivo per avere a Parma un giovane portiere, Alessandro Leopizzi, allora campione d’Italia con me a Casarano. Mi disse che lo tesserava perché convinto che Bucci e Nista gli avrebbero potuto creare problemi poiché aveva in mente di fare qualcosa contro ogni logica. ‘Caro Pantaleo, quest’anno vedrai debuttare un diciassettenne. Ricordati che sarà il più forte portiere italiano di tutti i tempi’. Mi disse così anche quando era a Venezia con Bobo Vieri. E non solo…
Ci prese pure quella volta. Gigi lo aspetto a Lecce, in Serie B, In tutte le piazze sarà ambasciatore e simbolo del calcio italiano e mi darà ancora una volta una maglia per mio nipote, suo grandissimo tifoso.”

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