La marcia Viola continua, le opinioni di Calamai, Giorgetti, Dini e Prizio
Senza Kean, senza Gud, senza Cataldi, senza Comuzzo.
Senza Pongracic che vedrete alla fine sarà utile. La Fiorentina vince una partita sporca.
Resistendo alla corrida messa in opera dai giocatori del Genoa. E’ incredibile che Sabelli non sia stato espulso. Ha picchiato Sottil dal primo minuto.
Anzi, non è stato neppure ammonito. La prova di maturità che si chiedeva alla squadra di Palladino è arrivata. E’ con queste prestazioni che la Viola può dare l’assalto veramente alla zona Champions che mi auguro anche quest’anno sia aperta a cinque squadre italiane.
Le scelte di mercato di Pradè stanno dando i frutti sperati. Gosens il colpo dell’ultima ora ha realizzato il gol decisivo. Non è un campione ma ha classe e personalità. De Gea. Invece, è un campione con la C maiuscola. Decisivo ancora una volta. Aveva ragione il diesse viola a parlare di “ambizione”. Portare De Gea a Firenze è stato un segnale chiaro. Ma, sia chiaro, tutta la squadra ha dato un contributo importante. Rispetto ai tempi di Italiano la logica è: primo non prendere gol. La Fiorentina ha rischiato solo nel disperato assalto finale. Se non prendi reti è più facile poi trovare il colpo decisivo con qualcuno dei gioiellini di casa viola. (Luca Calamai)
Vittoria matura e dura, nutrita con pazienza e tenacia contro un Genoa incattivito e arruffato, molto più capace di commettere falli che giocare a calcio. Partite come queste le vinci se hai un’anima grande, nonostante le assenze (Kean, Cataldi, Comuzzo, oltre a Gud). E’ anche una vittoria diversa, nata con il 4-2-3-1: centrocampo meno ragionante, squadra più predisposta a chiudere gli spazi. Non ci sono state prestazioni indimenticabili, ma la Fiorentina ha giocato sapendo che poteva vincere e ci è riuscita con l’aiuto di tutti. E questa è una dote che comincia a essere preziosa. Gosens gioca più basso, ma quando serve fa la differenza in attacco: gran gol nello stretto, esterno sinistro da serpente d'area. E De Gea è un mago quando serve, le sue non sono parate ma atti notarili: la porta è chiusa, ripassate un'altra volta. (Angelo Giorgetti)
Torniamo da Marassi con tre punti come da una trasferta di Conference.
Del resto è giovedì, l’avversario è assai modesto e noi pieni di seconde linee.
In effetti le squadre sono parecchio rimaneggiate.
Gila la butta sull’agonismo, fa bagnare il campo fino a renderlo uno scivolo dell’Acquafan e si mette dietro per ripartire sulle punte.
Sabelli e Thorsby lo prendono alla lettera e picchiano come fabbri con Chiffi che fa finta di non vedere.
La Viola deve costruire, cosa che preferirebbe lasciare all’avversario, figuriamoci se, come oggi, manca la qualità abituale.
Bove, arretrato nel mezzo insieme a Richardson, si danna l’anima ma il compagno di reparto è troppo compassato, gli esterni sono meno collaborativi e davanti non se ne regge una.
Ci prova Beltran a legare i reparti ma, pur interpretando bene il ruolo, avrebbe bisogno di maggior sostegno da parte dei compagni.
Primo tempo equilibrato ma il Genoa conclude un paio di volte con maggior pericolosità.
Nel secondo tempo la partita cambia quando entra Adli al posto di Richardson e la palla riprende a muoversi più verticalmente.
Da una trama sulla destra con Beltran, nasce il cross sul quale si inserisce Gosens che, con un sinistro al volo dopo una carambola, la mette in rete per l’1 a 0.
Il Genoa sposta il baricentro ed aggiunge qualità con Miretti e Gaston Pereiro.
Così è più pericoloso e viene da chiedersi perché abbia rinunciato alla imprevedibilità per puntare sull’aggressività.
La Viola si abbassa e non sfrutta gli spazi che che inevitabilmente si aprono.
In una circostanza, in particolare, Kouamé, imbucato dall’esordiente Rubino, anziché puntare la porta e/o servire Ikonè, calcia senza convinzione sul fondo da una distanza siderale.
Uno spettacolo incomprensibile in serie A.
Il Genoa, spinto dalla Gradinata Nord, butta palloni in area e De Gea salva il risultato su un colpo di testa di Vasquez.
Cominciano ad essere tante le parate memorabili di De Gea, che sta aggiungendo punti alla classifica Viola.
La squadra, pur soffrendo troppo, la porta comunque in fondo.
Vittoria importantissima, l’ennesima.
A differenza di altri, però, ho visto una squadra che poteva fare meglio nella fase di possesso.
Palladino, dopo la quadra sul campo, sembra aver trovato anche la giusta lunghezza d’onda nello spogliatoio, dove regnano spirito e consapevolezza.
Domenica a Torino a cercare di mantenere il passo.
Magari con Kean in campo, ormai divenuto imprescindibile. (Giulio Dini)
Bella palla! Gara dei viola a Genova con tante assenze e anche per questo con tanti problemi ad imporsi. Poi Beltran ( sul quale avevo puntato la mia piccola fiche oggi in radio) si sveglia un po' e confeziona un assist che Gosens è lesto a trasformare nel vantaggio. Il resto è un finale un po' sofferto, con re David De Gea ancora decisivo a sventare il possibile pari. I viola vincono di misura, mostrando maturità, scavalcano la Juve e agganciano l'Atalanta a 19 punti in terza posizione. Il momento magico continua. (Stefano Prizio)