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Nuovo regolamento agenti FIGC: la posizione della IAFA

ESCLUSIVA TMW - Nuovo regolamento agenti FIGC: la posizione della IAFATUTTO mercato WEB
© foto di Luca Esposito
venerdì 3 maggio 2019, 23:20Altre Notizie
di Luca Esposito

Come oramai noto, in attuazione delle recenti disposizioni normative del Governo e del Coni in materia di assistenza, consulenza e mediazione a beneficio di società sportive e atleti, la Figc ha pubblicato lo scorso 19 Aprile, il regolamento federale agenti sportivi, che ha sin da subito suscitato malcontento e perplessità nella categoria. La redazione di TuttoMercatoWeb.com ne ha parlato con Christian Bosco, Presidente della IAFA - italian association of football agents - per comprendere quali sono i principali motivi di doglianza degli agenti nei confronti della Figc, ed in che modo potrebbe evolversi la vicenda.

Cosa contestate del nuovo regolamento agenti della Figc?

"Alcuni punti del regolamento mettono in atto una illegittima ingerenza nei rapporti tra gli agenti e i fruitori dei loro servizi professionali (Club e calciatori); sono state disposte irragionevoli ed immotivate restrizioni all’attività, e per assurdo contestualmente sono stati aggravati gli oneri per l’esercizio della stessa. Se il regolamento non verrà modificato, per moltissimi agenti sarà letteralmente impossibile lavorare, in quanto oltre a diversi dinieghi, per determinate fattispecie (che rappresentano la maggioranza delle operazioni concluse dai “piccoli e medi agenti”), viene addirittura imposta la gratuità dell’incarico. Siamo consapevoli del clamore che suscitano nell’opinione pubblica, le cifre che circolano sui media relativamente alle operazioni di grande rilevanza economica, ma paradossalmente il nuovo regolamento Figc “taglia le gambe” alla maggioranza degli agenti e non ai protagonisti delle predette operazioni, ovvero quei pochissimi (perlopiù stranieri) che oramai svolgono l’attività come holding piuttosto che come liberi professionisti. Per quanto concerne l’aggravio degli oneri di esercizio imposto dal nuovo regolamento federale, basti pensare che tali oneri hanno raggiunto il “picco massimo” rispetto a tutti i precedenti regolamenti vigenti dal 2001 ad oggi, e che la Figc è l’unica federazione nazionale che chiede un “doppio versamento”, ovvero quello per l’iscrizione al registro (500 euro) e quello per il deposito di ogni singolo mandato (250 euro); ciò ovviamente in aggiunta agli ulteriori oneri giustamente dovuti allo Stato ed al Coni. Tale situazione risulta ancora più penalizzante per gli agenti, se rapportata alla intervenuta sensibile restrizione della possibilità per questi ultimi di percepire compensi, senza dimenticare che - quando concessi - si è spesso costretti a tribolare lungo tempo nei tribunali per recuperarli. Per quanto concerne i giovani calciatori, sicuramente auspicavamo disposizioni ferree e ben articolate, piuttosto che un bieco proibizionismo. Volgendo lo sguardo alla realtà fattuale del settore calcio nel panorama mondiale, a nostro avviso non ha senso vietare in assoluto ai giovani (14 – 16 anni) e alle loro famiglie, l’assistenza (seppur doverosamente gratuita) di un professionista censito e pertanto sanzionabile, cosi’ come è oltremodo irragionevole vietare qualsiasi compenso per i servizi resi dagli agenti ai Club nelle operazioni di tesseramento, contrattualizzazione o trasferimento dei giovani in età anagrafica compresa tra i 16 e i 18 anni, a maggior ragione quando già titolari dello status di professionista (con relativo contratto); nel calcio di oggi, i giocatori “over 16”, spesso esordiscono in serie A o in serie B, ed in alcuni casi si affacciano anche alle rappresentative nazionali. Reputiamo altresi’ illogico limitare a 60 giorni la durata dei mandati dei calciatori “non professionisti”, in vista della stipula di un contratto. Altre inaccettabili restrizioni presenti nel regolamento, sono ad esempio il divieto di percepire compensi (anche dai Club!) per i trasferimenti dei calciatori titolari di un contratto al minimo federale, ovvero la maggioranza dei tesserati in serie C e di coloro che sottoscrivono il “primo contratto” in A o in B); se è il Club a conferire l’incarico professionale all’agente, e l’attività resa da quest’ultimo consiste nel curare il trasferimento tra due società, cosa c’entra l’entità economica del contratto del calciatore? La Figc dovrebbe inoltre chiarire la portata della disposizione che prevede “la cessazione degli effetti dei mandati tra Club e Agente, nel momento in cui il calciatore - successivamente - verrà trasferito o risolverà il contratto”. In sintesi, reputiamo che “paralizzare” gli agenti qualificati e autorizzati su una cosi’ ampia “fetta di mercato”, rischia di alimentare meccanismi simulatori, ed una proliferazione del sottobosco che vede protagonisti faccendieri, mestieranti, sedicenti società di consulenza e / o gestione dei diritti di immagine, che non essendo assoggettati all’ordinamento sportivo, opereranno liberamente recando grave pregiudizio agli agenti riconosciuti, ma ovviamente anche ai Club e ai calciatori stessi".

Sembra però che la Figc abbia anticipato alcune misure che verranno adottate nel prossimo regolamento Fifa del 2020, vi risulta?

"Questa indiscrezione rientra nel novero delle incongruenze relative a quello che da sempre definisco “il peccato originale”; come più volte sancito sia dai tribunali nazionali che da quelli europei, gli agenti non sono dei tesserati federali, ma dei liberi prestatori di servizi, pertanto la Fifa (e di rimando le Federazioni ad essa affiliate) non può esorbitare il perimetro del proprio potere normativo, e non può imporre irragionevoli restrizioni all’attività degli stessi. Il Presidente Infantino deve prendere atto che dopo la scriteriata deregulation perpetratasi a partire dal 1 Aprile 2015, in molti paesi ci sono stati interventi normativi per porre rimedio alle innumerevoli (e prevedibili) criticità emerse sia in ambito sportivo che extra-sportivo; tra l’altro già dal 2009 la Commissione Europea (Study on sport agents in European union) aveva invitato tutti i governi degli Stati membri a legiferare sulla attività di agente sportivo, in quanto reputata meritevole di inquadramento, disciplina e tutela statuale. Siamo lieti che la Fifa abbia fatto dietrofront ed abbia annunciato - a partire dal 2020 - il ripristino di una serie di filtri selettivi di accesso alla categoria, ma di certo ciò non la autorizza ad andare oltre le proprie specifiche competenze".

In Italia il settore è oggi disciplinato da legge di Stato. Come è stato accolto il provvedimento?

"Il legislatore è intervenuto per colmare un “vuoto normativo” del nostro ordinamento, disciplinando la materia in maniera razionale e nel pubblico interesse; ciò ha dato lustro all’Italia anche a livello internazionale, tant’è vero che le istituzioni di molti paesi stranieri stanno valutando di attuare le medesime misure. Gli agenti italiani hanno ovviamente accolto con soddisfazione quanto accaduto, recuperando una dignità professionale che si stava “sbiadendo” nel caos degli effetti negativi della deregulation Fifa; dopo un lungo e travagliato percorso, oggi finalmente si può affermare che gli agenti sportivi sono usciti dal limbo, e che questa professione rientra a pieno titolo nel novero di quelle c.d. “regolamentate”.Sicuramente c’è ancora molto da lavorare per perfezionare la normativa, soprattutto in fase applicativa, pertanto ben vengano le ulteriori implementazioni migliorative, attualmente al vaglio delle competenti istituzioni politiche italiane.

Che iniziative state pensando di intraprendere?

"Subito dopo la pubblicazione del regolamento, ci sono stati dei confronti sia all’interno del nostro direttivo, sia con i nostri consulenti legali, sia con alcuni consiglieri dell’altra associazione di categoria (Aiacs), con i quali contiamo di incontrarci nei prossimi giorni per stabilire delle richieste di modifica del regolamento, da proporre di comune accordo alla Figc. Ad oggi la IAFA ha comunque già formalmente inoltrato al riguardo alcune specifiche e mirate “considerazioni” ai preposti uffici federali, contestualmente chiedendo un incontro consultivo ufficiale, da tenersi a stretto giro, affinchè siano varate le opportune modifiche al regolamento, prima dell’inizio della prossima sessione di calciomercato. In linea generale ci dichiariamo disponibilissimi al dialogo con la federazione, ed alla possibilità di individuare insieme le soluzioni alle problematiche evidenziate, all’insegna della ragionevolezza e del buon senso, ed in conformità ai principi del diritto nazionale e comunitario, ma ciò non toglie che in qualità di sindacato, perseguiremo fino in fondo il dovere di tutelare i diritti della categoria".

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