24 giugno 2014, Suarez assaggia Chiellini ma l'espulso è Marchisio. Italia a casa contro l'Uruguay

Chi l'avrebbe mai detto, nel 2014, che l'immagine di Chiellini "assaggiato" dal morso di Luis Suarez sarebbe stato l'ultimo fotogramma di cui abbiamo ricordo in un Mondiale fino (almeno) al 2026? È il 24 giugno, all'Arena Das Dunas, in Brasile, l'Italia affronta l'Uruguay per la terza e decisiva partita del girone. Vittoria con l'Inghilterra in apertura, 2-1, ma anche la rovina di una sconfitta contro il Costa Rica di Bryan Ruiz e Keylor Navas, con Balotelli che ha inopportunamente commentato prima del match: "Questo Navas non lo conosco". Per come sono andate le rispettive carriere, forse potrebbe dire il contrario. In ogni caso l'Uruguay è l'ultima spiaggia e, come il 24 giugno del 2010, basterebbe un pareggio per passare il turno.

Il problema è che la paura morde. Così l'Italia non gioca benissimo e crea poco, solo un calcio di punizione di Pirlo su cui Muslera rischia di imbrogliarsi. Poi è Buffon a tenere in piedi il pareggio. Nel secondo tempo un intervento sconsiderato di Marchisio, un piede a martello su Arevalo Rios, viene punito con un cartellino rosso, forse un po' troppo fiscale. Ovviamente l'Uruguay va a nozze e a pochi minuti dal termine è il solito Godin, con una zuccata sugli sviluppi di un calcio d'angolo, a insaccare l'1-0 che porta i sudamericani agli ottavi di finale.

Questo però non prima che Suarez "assaggi" Chiellini: azione come ce ne sono migliaia, l'uruguaiano perde la testa e addenta l'avversario, salvo poi buttarsi a terra come se fosse stato colpito. Chiellini cerca di mostrare all'arbitro i segni dei denti dell'avversario, ma tutti se lo sono perso, anche il guardalinee, non come ai Mondiali 2006. Finisce così 1-0 e l'Italia va a casa, forse meritatamente per quanto prodotto, certamente non aiutata da un arbitraggio eccessivamente "casalingo", vista la vicinanza geografica dell'Uruguay al Brasile.