23 febbraio 2009, muore “il merendero" Miguel Vitulano, idolo di Livorno
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Molti lo ricordano per i suoi incredibili gol di sinistro altri per il suo sorriso sempre stampato sulla faccia, in generale sembra veramente impossibile dimenticare Miguel Vitulano, prolifico attaccante e bandiera del Livorno durante la seconda parte degli anni 70'. Oggi, venerdì 23 febbraio, sono passati 15 anni dalla sua prematura scomparsa e il suo ricordo è ancora ben presente tra i tanti tifosi che lo hanno visto giocare o anche tra chi, come l'autore, è cresciuto sentendo i racconti delle sue gesta e in particolare del leggendario derby di Pisa del 79'.
Michele Vitulano, nato a Manfredonia nel 1951, ma di chiare origini argentine, arrivò in città nel 1976 e in amaranto mise a referto 115 presenze e 31 gol. Lui divenne presto l'idolo della tifoseria sia per il suo modo di giocare fatto di grande corsa e forza e soprattutto di tiri dalla distanza, quasi tutti di mancino, ma anche e soprattutto per un atteggiamento comune verso la vita e un feeling tra lui e la città che si è poi cementato anche quando la carriera da calciatore è finita.
Miguel, soprannominato poi “il merendero”, ha smesso di giocare a calcio nel 1983 e per lui è stato fin da subito chiaro che sarebbe restato a vivere a Livorno: qua negli anni successivi ha lavorato come informatore medico-scientifico e soprattutto ha cresciuto le tre figlie Carina, Nadia e Caterina. A lui è venne dedicato ben presto un coro che raccontava i suoi gol ed in seguito è nato un club di tifosi a suo nome. Il “Memorial Vitulano”, organizzato anche grazie all'impegno delle figlie, impegna squadre giovanili del calibro di Fiorentina, Genoa e Parma ed è giunto alla 15° edizione.
Quel gol a Pisa nell'aprile del 1979 lo ha probabilmente definitivamente lanciato nel suo percorso per diventare una leggenda del club. I gol nei derby valgono tutti doppio e lui lo fece in trasferta, contro un Pisa lanciato verso la Serie B, a pochi minuti dal termine della partita, sotto un settore pieno di tifosi amaranto e con un gran sinistro in diagonale. Apoteosi.
Oggi, a 15 anni dalla sua scomparsa, la sua presenza ci manca enormemente sia dentro che fuori dall'Armando Picchi e ogni tanto è sempre molto bello ritornare a vedere i suoi tanti gol fatti tutti di pura potenza o ascoltare le interviste che rilasciò negli anni parlando del suo rapporto con la città. Quella Livorno in cui era arrivato, acquistato dalla Salernitana dall'allora patron Corasco Martelli, per segnare tanti gol e con cui ha poi costruito un rapporto molto più profondo e solido. “Mamma mia lo sai chi c'è, è arrivato Vitulano, è arrivato da lontano per segnare tanti gol”.
Il ricordo di Francesco Gazzetti:
A calcio ho sempre giocato in difesa. Ero un terzino destro alla Casarotto. Al più mi spingevo a giocare da 4, una sorta di Marcello Carli da battaglia.
Una volta, sarà stato il 1994 o il 1995, giocammo un'amichevole. Il match era rappresentativa dei giornalisti contro il Livorno.
All'epoca l'allenatore degli amaranto era Campagna che, simpaticamente, disse "prima vinciamo, poi giochiamo". Vabbè. Ancora me lo ricordo quando per evitare una contestazione fu costretto ad entrare in un camioncino: ma torniamo a noi.
Entriamo in campo; giocavamo all'Ardenza. Il nostro mister ci dà le indicazioni. Non ricordo se era il carissimo Gianni Picchi o se, per l'occasione, era venuto a darci una mano Roberto Tancredi.
Ci diamo i ruoli e vengono assegnate le marcature, rigorosamente a uomo. Ad ogni giocatore della difesa viene assegnato un compito.
Arriva il mio turno: "Tu, Francesco, marcherai lui".
Guardo la punta del dito indice del mister. Il mio "uomo" è alle mie spalle. Mi giro e faccio una scoperta che, ancora oggi, è scolpita nella mia memoria.
Quel "lui" era Miguel Vitulano. Io avrei dovuto marcare Miguel. Ci guardammo e ci mettemmo a ridere, abbracciandoci.
Con Miguel era sempre così. Ogni volta era un sorriso ed un abbraccio. Era un uomo unico e straordinario. Un campione in campo e nella vita.
È stato un idolo, un mito, della nostra gioventù ed è stato anche un grande amico.
Nel giorno dell'anniversario della sua scomparsa, avvenuta 16 anni fa, lo ricordo con l'affetto e l'ammirazione di sempre. A lui va il mio pensiero mentre alla sua meravigliosa famiglia (in primis naturalmente alla moglie ed alle figlie Carina e Caterina) va il mio abbraccio più grande. Ciao Miguel!
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