24 febbraio 1985, il Verona ferma la Juventus e rimane primo. Sarà Scudetto a fine anno
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Il 24 febbraio del 1985, a Torino, la Juventus ospita l'Hellas Verona. Gli scaligeri sono reduci da una sfida contro l'Inter e sono primi in classifica, mentre gli stessi nerazzurri distano solo un punto - secondi in classifica - e giocano contro il Torino terzo. È dunque uno snodo fondamentale verso lo Scudetto 1985, perché mancano solamente dieci partite alla fine.
Da una parte Elkjaer e Galderisi, con Bagnoli in panchina. Dall'altra Platini e Boniek, più Trapattoni in panchina e l'ossatura della nazionale vincitrice del Mondiale 1982. La Juventus è a quota 22, sei punti in meno del Verona, ma è sesta in classifica con davanti diverse formazioni. Impossibile, nell'era dei due punti a partita, sperare di sorpassare tutti. I bianconeri schierano Briaschi, Rossi e Boniek, più Platini come trequartista, mentre in porta c'è Bodini, perché Tacconi è reduce da un infortunio. Il Verona non ha Briegel, squalificato, mentre Ferroni e Sacchetti sono infortunati.
La Juventus assedia la porta di Garella, che para tutto, mentre il palo dice no a una punizione di Cabrini. Nella ripresa Tricella e Boniek si vedono annullare un gol a testa, fino al quarto d'ora finale: Briaschi insacca con un colpo di testa per l'1-0 dei padroni di casa, mentre due minuti dopo è Di Gennaro a saccheggiare Platini e spedire all'incrocio per l'1-1. Stesso risultato a San Siro, fra Inter e Torino, con il Verona che manterrà il primo posto fino alla fine, per uno degli Scudetti più incredibili della storia del nostro calcio.
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