21 dicembre 1968, si ritira Omar Sivori. Il primo Pibe de Oro, per una squalifica di sei giornate
Cinquantacinque anni fa Omar Sivori terminava la sua carriera all'età di trentatré anni. Il decano dei numeri dieci veloci, dribblatori e palleggiatori. Una sorta di antesignano di Diego Armando Maradona, perché proprio in Argentina veniva ribattezzato così: "El Pibe de Oro", nomignolo rispolverato decenni dopo proprio per il più ritenuto Pibe. Mancino, con un'intelligenza calcistica molto sopra la media, inizia nel River Plate, attirando su di sé le attenzioni di Inter e Juventus. Il derby d'Italia, come in una puntata anticipatoria al ratto di Platini, lo vince la Juventus, che se lo assicura pagando 190 milioni di lire, un record per l'epoca. Era il 1957, per diciotto anni il River non vincerà più un campionato, ma finirà in compenso il Monumental, il suo stadio.
Alla Juventus passa otto anni della sua vita calcistica, comminando bellezza e gol. 135 reti in 215 presenze sono un ottimo bottino in un calcio molto più difensivo di quello attuale. Forma, con Boniperti e Charles, il "Trio Magico" vincendo tre Scudetti - compreso quello della stella, quindi il decimo - due Coppe Italia e un titolo da capocannoniere.
Nel 1965 si trasferisce al Napoli grazie a Bruno Pesaola, suo allenatore, che lo vuole in coppia con José Altafini, quello che sarà Core 'Ngrato per il passaggio inverso. Achille Lauro compra due motori navali e paga 70 milioni, compiendo un colpo che porta migliaia di tifosi in piazza. Nel 1967 si fa male in Colombia, durante una tournée, che lo tiene fuori per parecchie partite. Litiga poi con l'arbitro Pieroni durante Napoli-Juventus dell'1 dicembre 1968, che gli commina sei turni di squalifica. Il venti dicembre viene confermata la squalifica: è il giorno del ritiro, confermato poi il 21 dicembre durante una puntata di Canzonissima.