Nocelli: "Sto passando l'inferno. Ancona era la mia famiglia e casa, tradita una città"
Dopo la lettera inviata da Mauro Canil per spiegare le sue ragioni, anche Roberta Nocelli affida il suo pensiero ad una missiva inviata alla stampa. L'Amministratore delegato dell'Ancona - come riportato da TuttoC.com - ha ripercorso le ultime settimane, che hanno portato il club dorico a non rispettare le scadenze relative ai pagamenti degli stipendi: "In questi tre anni qui ad Ancona, ho lavorato sempre per il bene della società e con il massimo rispetto verso i soci, verso ogni singolo tesserato e dipendente e verso ogni singolo tifoso. Non mi sono mai risparmiata. Questa stagione è stata lacrime e sangue dal punto di vista sportivo, per concludersi in gioia per la salvezza conquistata sul campo. Avrei dovuto dimettermi subito dopo la partita con la Lucchese; avevo raggiunto l'obiettivo più importante ma non ero soddisfatta di tutti gli altri aspetti: rapporti interni, ruoli ma non perché pensavo di non rispettare la scadenza federale. Il Presidente è stato con noi solo in quella giornata per poi ripartire l'indomani. Ho concordato con lui il mio viaggio ad Hong Kong. Non sono andata di certo per trattare la vendita dell'Ancona, più volte smentita a me personalmente e anche attraverso i comunicati ufficiali, anzi in quella sede Tiong ha riferito di aver ricevuto offerte e di non averle prese in considerazione, credo di aver detto anche questo alla radio in un mio recente intervento. Ad Hong Kong, alla luce degli eventi dell’intera stagione, ho presentato al Presidente e al consigliere Postacchini le mie dimissioni, mettendo Tony Tiong nella condizione di scegliere un amministratore e un direttore generale di sua fiducia. Non ho chiesto una buonuscita; ho solo chiesto a lui di individuare le persone che avrebbe ritenuto opportune; gli ho chiarito che io avrei potuto collaborare oppure andare via senza nessun problema, sottolineando che io non avevo un contratto a scadenza. Il Presidente mi ha detto di aver bisogno di me e non voleva un altro amministratore, pertanto ho fatto delle richieste precise sulla gestione finanziaria, sportiva e organizzativa. Abbiamo parlato delle somme necessarie per le scadenze, dei fornitori da pagare. Mi ha detto che la cifra necessaria era importante, di sicuro io avevo fornito a Luglio 2023, indicazioni precise sul fabbisogno finanziario e sul budget in base agli investimenti fornitemi a sua volta dal presidente e agli accordi presi in occasione dell'incontro societario che si era svolto al Lago di Como in presenza dei soci e del CDA a Maggio 2023, quindi non c'era alcuna sorpresa. In ordine di urgenza, avremmo provveduto all’emissione della fideiussione ed alle scadenze tributarie e salariali per il 4 Giugno. Ha anche aggiunto che visti i tempi strettissimi io e la segretaria avremmo dovuto lavorare duramente, cosa che peraltro facevamo ogni giorno. Nelle settimane successive ho sollecitato più volte il pagamento delle somme per la fideiussione, che infatti, poi, è stata emessa e che ho provveduto a consegnare personalmente in Lega (addirittura in anticipo rispetto alla scadenza del termine), in aggiunta a tutta la documentazione già depositata in Lega Pro, almeno una settimana prima, completando cosi l'iter d'iscrizione al campionato, nell'attesa che arrivassero gli ultimi fondi per far fronte ai pagamenti dovuti. Nella giornata di venerdì 1° Giugno sono arrivati altri fondi e il Presidente aveva rassicurato per altri fondi in arrivo lunedì 3 Giugno. Lunedì 3 Giugno, i fondi che dovevano arrivare da parte del Presidente non risultavano pervenuti sul conto e quindi ricominciavo a sollecitare anche attraverso una mail al consiglio di amministrazione e tenendo informati i soci. Martedì mattino ore 3.00, il Presidente ribadiva a me e all'altro consigliere Postacchini circa la possibilità di un investitore e che i fondi sarebbero arrivati dall'Italia altrimenti non ci sarebbe stato il tempo utile per il trasferimento, chiedendomi l'orario di chiusura delle banche. Nell'arco della giornata si susseguivano telefonate anche con altri interlocutori di sua fiducia, fino a quel momento a me sconosciuti, per monitorare la situazione. Nella pausa pranzo, convinta nella bontà degli eventi, mi precipitavo a Matelica per lasciare in banca le distinte dei bonifici da fare in modo istantaneo, poiché dopo le 13 i bonifici disposti dal portale avrebbero preso valuta 5 Giugno. I fondi non sono mai arrivati. Le ore passavano e la disperazione si moltiplicava. Avevamo organizzato un incontro con i tecnici del settore giovanile con mister Boscaglia, ma la circostanza purtroppo ci costringeva a parlare di altro. Alle 22 venivo contattata da una persona, che a sua volta mi permetteva di interagire con un imprenditore disposto a investire nell'U.S. Ancona, ricevevo la contabile del bonifico che è anche depositata in COVISOC e speravo con tutta me stessa di poter fare un miracolo. Non ho mai detto di aver inviato i bonifici ai giocatori alle 23.59 e soprattutto non è mai arrivato un ordine dalla questura per mostrare un qualsiasi palliativo per calmare i tifosi. La mattina seguente, insieme ad altre persone, cercavamo di capire se tutto fosse andato a buon fine, ma l'operazione non era riuscita. Questi sono i fatti e la conseguenza è che l'Ancona non parteciperà al prossimo campionato di Serie C".
La Nocelli spiega la sua posizione: "Non me la sono sentita di lasciare tutto, di abbandonare le persone in un momento così delicato. Qualcuno, con il senno del poi e senza vivere il momento, conoscere le persone e le dinamiche interne, dice che avrei dovuto, almeno una settimana prima della scadenza, dare la dimissioni e parlare del fatto che mancavano i fondi per stipendi e F24, ma in quel momento stavo facendo la fideiussione e i fondi stavano arrivando. I pensieri sono stati tanti. Se sono rimasta è anzitutto perché ero convinta che i fondi sarebbero arrivati (per tutti i motivi che ho spiegato prima); inoltre, temevo che con le mie dimissioni e dichiarazioni successive avrei messo in difficoltà una persona che ha già investito in questa società circa 7 milioni di euro, con il pericolo che poi non volesse più nemmeno versare la somma necessaria per la fideiussione; ma, se mi fossi comportata così, a quel punto sarebbe servita una cifra improponibile per qualsiasi persona, compreso l'altro socio che già aveva dato la sua disponibilità. Le persone serie non mettono soldi in una società senza conoscere la situazione patrimoniale e questo aspetto prevede tempi importanti, ora ne ho le prove oltretutto. Non è stata tradita solo la mia fiducia è stata tradita una città".