Salernitana a ridosso della zona rossa, calendario di fuoco. Primi fischi all'Arechi
E alla fine sono arrivati i primi fischi stagionali per la Salernitana. Ancora una volta 15mila persone hanno affollato le scalee dell'Arechi cantando ininterrottamente dal riscaldamento fino al 95'. Tuttavia, stavolta, la squadra ha offerto una prova opaca contro un Catanzaro ampiamente alla portata e che arrivava a Salerno scortato da 2000 persone, ma con qualche assenza pesante. Uno 0-0 scialbo, avaro di emozioni, con appena tre tiri pericolosi nello specchio della porta e diversi calciatori che non riescono ancora a fare la differenza. Verde sulla fascia è più facilmente marcabile, Soriano ha deluso, Torregrossa fa fatica ed è apparso incomprensibilmente nervoso, Maggiore rallenta la manovra e anche Braaf e Amatucci non sono più i calciatori di spessore delle primissime giornate. La sensazione è che la Salernitana sia una squadra troppo prevedibile, con una manovra facilmente arginabile e un tiki taka fine a sè stesso che non si trasforma in concretezza sotto porta.
Non subire gol da 220 minuti è sicuramente un dato positivo dopo mesi di record negativi, ma la classifica inizia a destare qualche preoccupazione. I campani, infatti, senza la penalizzazione del Cosenza e la sconfitta a tavolino del Cittadella sarebbero quintultimi, con appena 8 punti conquistati e un successo che manca esattamente da un mese. E se il bomber della squadra è quel Simy da due anni sul mercato, allora sarebbe necessario fare delle riflessioni non solo sulla guida tecnica (che, per ora, non rischia il posto) ma anche sul direttore sportivo Gianluca Petrachi. In attesa si faccia chiarezza sugli infortuni di Braaf e Adelaide (ennesimo guaio muscolare per lo sfortunato centrocampista) e che Tongya torni a disposizione, la Salernitana appare numericamente corta a centrocampo, avrebbe avuto bisogno di un altro difensore centrale d'esperienza e di un attaccante di comprovata esperienza che sapesse riempire l'area di rigore. Ora, come detto, un ciclo terribile per i granata. Si partirà con il Palermo dell'ex ds De Sanctis, in uno stadio popolato da oltre 20mila spettatori e contro una delle più autorevoli accreditate al salto diretto di categoria. Poi, dopo la sosta, uno Spezia che viaggia a marce alte e che, in coppa Italia, ha già segnato tre gol all'Arechi mostrando idee di gioco e organizzazione. E ancora la trasferta di Cremona, un'altra corazzata che lotterà per la serie A senza passare per i playoff. Un mese di ottobre delicatissimo, per tutti. Con una tifoseria che ha dato credito, ma ora aspetta risposte e una società in vendita da tempo ma con offerte concrete pari a zero.