Una vittoria da big dopo il ko con la Juve: Milan, il 2-0 al Torino in crisi è un messaggio Scudetto
Perdere aiuta a vincere. L'assioma funziona per un Milan che dalla carta d'identità sembra acerbo ma che dal colpo patito dalla Juventus ha trovato maturità e ulteriore consapevolezza. Falcidiato dalle assenze allora come stasera, seppur con qualche stampella in meno per respirare, vince contro un Torino sempre più in crisi e a reale rischio retrocessione. Un 2-0 che arriva grazie alla zampata di Rafael Leao, che racconta l'emergenza che forse non esiste per trovare un altro nove, e al rigore di Kessie. Ma non c'è solo questo, davanti agli occhi di Ibrahimovic che in panchina grida e incita i suoi ragazzi. C'è una prestazione da capolista vera, nonostante qualche inciampo, qualche singhiozzo, qualche momento di sofferenza. Però la sensazione che si respira a San Siro sin dai primi singhiozzi di partita è quella del prima o poi. Perché il Torino s'abbassa, rincula, il Milan spinge e dopo venticinque minuti da pifferaio, infila i granata. L'assist di Diaz, tunnel, di prima, è al bacio ma Leao davanti è felino, rapido, implacabile.
Povero Toro I granata giocano un primo tempo dove colpiscono una traversa e basta. La punizione di Rodriguez è quasi un tentativo disperato d'orgoglio, ma il dominio del Milan è totale. Meglio nella ripresa, decisamente: i cambi di Giampaolo, Linetty per Gojak e Murru per Rodriguez, Zaza per Izzo, danno nuova linfa al gioco. Un colpo, un altro, un altro ancora, ma Donnarumma tiene e senza grandi patemi. Però serve la voce di Kjaer per svegliare i ragazzi rossoneri, Calhanoglu compreso che nel frattempo è tornato dall'acciacco post Juventus al posto di Brahim Diaz. Per un ritorno, però, c'è un nuovo ko: problemi fisici ora per Tonali e per l'ex Real Madrid, ma se per il primo sembra trattarsi solo di una contusione con Verdi, il secondo è stato accompagnato negli spogliatoi con vistosa fasciatura al ginocchio.
Mister Ibrahimovic Lo svedese è un allenatore aggiunto. Urla e guida Pioli da bordo campo ma pure Ibra comanda a bacchetta i suoi. Convocato più per il carisma che per la condizione, o magari per esser utile in caso di bisogna, Zlatan sarà però necessario contro il Cagliari. I minuti finali concessi da Pioli sono una passerella per tornare a pestare ancora il terreno di gioco: Rafael Leao, però, è stato ammonito per simulazione e, diffidato, non ci sarà in Sardegna. Così Ibra dall'inizio sarà necessario per proseguire nella rincorsa a un sogno chiamato Scudetto. Dove anche perdere aiuta a vincere.