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TWITCH - L'ex tecnico del Sion: "Ero sicuro che Dimarco potesse fare questo percorso all'Inter"

TWITCH - L'ex tecnico del Sion: "Ero sicuro che Dimarco potesse fare questo percorso all'Inter"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 24 marzo 2023, 17:08Serie A
di Alessio Del Lungo
fonte A cura di Alessio Del Lungo e Francesco Benvenuti

Alessandro Recenti, ex vice-allenatore di Sion e Honved, è intervenuto su Twitch al canale di TuttomercatoWeb.com, iniziando a parlare della declinazione in più sfaccettature del ruolo di un tecnico e delle sue responsabilità: "Ho avuto la fortuna di lavorare in situazioni differenti perché in relazione al paese dove ero, anche solo pensando agli usi, ai costumi, alle tradizioni, alla lingua, sono state esperienze differenti e accrescitive. L'allenatore è un ruolo importante, non è solo allenare, ma è tutto il contorno. La gestione delle risorse e delle persone sono aspetti fondamentali e sono stati parte di tutti i miei incarichi, sia nel maschile che nel femminile".

Si aspettava che Dimarco facesse una crescita di questo tipo visto che lei nel '17/'18 lo ha avuto al Sion?
"Lui è un ragazzo straordinario, era facilissimo avere un rapporto con lui. Si calò subito nella realtà del Sion, anche se purtroppo si infortunò alla prima giornata e non l'abbiamo quasi mai avuto in campionato. Abbiamo però fatto la preparazione, l'Europa League... Ma anche dopo, quando tornai al Sion ad allenare la seconda squadra è sempre stato eccezionale e disponibile. Ero sicuro che potesse fare questo percorso sia dal punto di vista umano che del professionista".

È un po' un'immagine emblematica che un ragazzo di 20 anni come Dimarco sia stato costretto ad andare all'estero per trovare continuità?
"È un percorso che ha fatto lui e che stanno facendo altri. In Italia si fa un po' fatica ad aspettare i giovani, ma lui ha dimostrato il suo valore a Parma e Verona. L'esperienza all'estero è stata accrescitiva in una stagione con 3 cambi di allenatore e un po' particolare, con l'infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi, salvo poi permettergli di chiudere molto bene la stagione. Questo dimostra che i giovani nel campionato italiano fanno fatica ad emergere in un campionato non facile. Ci sono squadre che puntano tanto sui giovani, alcuni sono interessanti, però la storia per Dimarco nello specifico parla per sé".

Un'esperienza all'estero aggiunge qualcosa per un allenatore o per un giocatore?
"Sì, è un'esperienza incredibile. Allenare all'estero deve essere un obiettivo per un tecnico, per me lo è stato e sono contento di averla fatta perché ti fa capire tante cose: come si vive fuori dalla nostra nazione, come si lavora... Ho imparato una lingua importante come l'inglese, che è fondamentale per fare questo lavoro perché si ha a che fare con tanti giocatori provenienti dall'estero e quindi riuscire a comunicare in maniera corretta con loro è importante. Ho imparato anche il francese, non come l'inglese, ma l'ho imparato. Un'esperienza all'estero permette di crescere".

Sion è una piazza che può rilanciare anche Balotelli?
"Bisogna partire dal cantone Vallese, che sente tanto la squadra, il club e dal presidente Costantin, che tiene molto alla sua creatura. È un qualcosa di importante la piazza, si può lavorare, i giocatori qui possano ripartire. Balotelli può finire bene la stagione, sono normali momenti di alti e bassi, ma ho letto spesso che stava facendo bene".

Il Basilea può essere una sorpresa della Conference League?
"Malgrado lo Young Boys stia facendo un po' il padrone in Svizzera negli ultimi anni, il Basilea è una realtà consolidata da tempo, strutturata, organizzata, ha uno stadio incredibile. Penso che abbia tutto per essere una 'sorpresa' con una squadra interessante che ogni anno riesce a sfornare giocatori, penso proprio a Cabral. Fanno sempre cose molto buone ogni anno con calciatori interessanti".

La Fiorentina può essere la favorita per la vittoria della Conference League?
"Per me può essere la favorita. Mi piace molto come gioca e soprattutto l'idea di calcio moderno di Italiano. Un calcio veloce, fatto sia di possessi che di giocate estemporanee veloce ed è un calcio che mi piace moltissimo".

Dov'è che sono migliorati maggiormente dalla sua esperienza al Lugano Machin e Crnigoj?
"Machin ha avuto sicuramente un percorso di maturità importante, si vede. Ha sempre avuto qualità molto molto importanti, che sta portando in campo e i risultati sono visibili. Crnigoj come quinto di destro andava a mille all'ora, ma può fare anche l'interno di centrocampo, è fisico ed ha strappi notevoli. La consapevolezza nei suoi mezzi ha fatto sì che anche in Serie A potesse far bene come sta facendo".

Cos'è che la porta a pensare che ci si stia sempre più allargando a livello di competitività in Europa?
"Se penso alla mia esperienza a Budapest all'Honved e alle loro strutture, a come lavoravano... Le loro strutture e il fatto che abbiano il miglior settore giovanile dell'Ungheria mi fa pensare al percorso della Nazionale di mister Rossi. Giocatori che cominciano ad uscire dal territorio ungherese, penso ad un mio giocatore come Daniel Gazdag, ma ce ne sono altri, che sono usciti ed hanno fatto cose importanti fuori dall'Ungheria. Questa non è una cosa che negli anni era stata fatta da tantissimi, ma se si andasse a vedere le strutture dell'Honved, del Ferencvaros o di altri club importanti si capisce che partire dalle strutture poi porta alla crescita delle nazionali giovanili e anche di quella maggiore".

Lei ha avuto esperienze nelle nazionali giovanili dell'Albania. Che prospettiva vede per Asllani e Bajrami?
"Sono interessanti e sono sicurissimo che faranno benissimo. Asllani lo vidi qualche anno fa quando ero allenatore Albania Under 15 ad una selezione a Siena ed aveva già qualità interessanti. Bajrami è un altro che sono sicuro che verrà fuori, farà bene perché ha qualità, il Sassuolo è la sua dimensione. Per Asllani il primo anno all'Inter è un po' di assestamento, deve capire com'è il mondo Inter, cosa significa giocare in una società e in una squadra di questo tipo, ma potrà fare bene in nerazzurro nei prossimi anni".

Cunha deve ancora trovare la sua dimensione?
"Mi ricordo quando arrivò a Sion che non aveva ancora 18 anni. Il mister ci mise penso un allenamento a vedere le sue qualità e che giocatore potesse essere. Il fatto che abbia cambiato qualche casacca fa sì che debba ancora crescere e migliorare, ma è un giocatore incredibile. Si parlava dell'interessamento di squadre italiane prima che andasse all'Atletico Madrid ed io personalmente ci speravo. È incredibile, sono sicuro che potrà essere ancora una volta ad altissimi livelli, malgrado già ci sia essendo al Wolverhampton, ma potrà ambire ancora a qualcosa in più".

Quanto ancora può crescere Cabral?
"È un giocatore già formato e già finito sotto certi punti di vista, le qualità tecniche sono quelle che abbiamo visto. Deve migliorare nell'attacco degli spazi, cosa che faceva molto bene a Basilea. So il giocatore che è in certi contesti, l'ho visto contro la Cremonese quando ha fatto gol, e per il gioco di Italiano credo possa essere ulteriormente importante, soprattutto in questo momento".

Lei che conosce il calcio femminile, cosa significa per l'Italia avere quasi 40.000 spettatori all'Olimpico per Roma-Barcellona?
"È un dato straordinario, sono molto molto contento, 40.000 cominciano ad essere tante persone. Il calcio femminile sta crescendo, sta andando forte, ma non c'è tempo da perdere perché fuori sta andando tre volte più forte e bisogna continuare ad andare in questa direzione e progredire. La partita dell'altra sera è un segnale importante e bisogna sperare che questa importanza che si è data a questa partita sia seguita da altri esempi".

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