TMW - Cosa fa l'amore per il Milan: da Belfast a Parigi (senza biglietto) per i rossoneri

L'amore è irrazionale, vale anche nel calcio. Già nel primo pomeriggio qualche primo gruppetto di tifosi stazionava davanti all'albergo scelto dal Milan per il suo soggiorno parigino. Ciò che è saltato è che fra i presenti non vi era un italiano. Il primo gruppo al quale mi sono avvicinato in verità parlava un idioma incomprensibile e che non voleva nemmeno essere compreso.

Desisto e vado avanti, trovo all'ingresso dell'hotel due teenagers, il ragazzo indossa la maglia rossonera, anche se tarocca. Chiedo se sono italiani: incredibile, sono francesi. Di più, sono della regione Ile de France, quella che comprende Parigi. Ma hanno scelto di tifare Milan e non PSG. La domanda è scontata: "Perché?". "Per Giroud" scherza, ma nemmeno troppo la ragazza della coppia. Sono pronti a passare la serata in attesa di un contatto ravvicinato col bell'Olivier o in alternativa anche Théo potrebbe andar bene. Ciò che però ha colpito la mia attenzione è un gruppo di tre persone, intonano cori da stadio: "Si è girato Giroud". Hanno una bandiera con scritto: "Belfast". Incredibile, sono nordirlandesi. "Sì, ma di origine italiana" mi fa sapere Dino, nome italianissimo datogli dal padre. Con lui il figlio Daniele e un amico che invece è di Dublino, Repubblica d'Irlanda. Anche lui con la passione del Milan. E pensare che non troppo lontano si possono godere la Premier League: "Sì, bella ma il Milan è il Milan. Mio padre è rossonero, mio nonno rossonero. C'è solo un amore ed è il Milan, lo seguo ovunque. Anche a Parigi, rischiando: infatti non abbiamo il biglietto" mi fa sapere. Intanto dall'albergo vengono notati e Kalulu gli autografata: la prima missione è compiuta.