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TMW - Anno prossimo a Roma? Tiago Pinto: "L'importante è il club. Ne parlo internamente"

TMW - Anno prossimo a Roma? Tiago Pinto: "L'importante è il club. Ne parlo internamente"TUTTO mercato WEB
mercoledì 22 novembre 2023, 17:06Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Il general manager della Roma, Tiago Pinto, ha parlato dal Social Football Summit. Queste le sue parole raccolte da TMW: "Per fare il direttore sportivo oggi bisogna avere delle skills diversificate. Nella Roma seguo tutto, ma non posso fare tutto. Nel femminile una delle migliori decisioni è stata quella di dare la responsabilità del settore a Betty Bavagnaoli. Quando sono arrivato era da quinto, sesto posto, mentre oggi la Roma vince tanti titoli. Il settore giovanile per è la luce dei miei occhi. In una strategia sportiva il settore giovanile è fondamentale, compreso il rapporto con la prima squadra. Quella è un’area che mi piace accompagnare da vicino”.

La seconda squadra?
“Il settore giovanile della Roma ha sempre prodotto tanti giocatori, ma farne esordire così tanti come abbiamo fatto non era scontato. Il ruolo dell’allenatore su questo aspetto è importante perché se poi non hai Mourinho che gli apre le porte diventa inutile. Negli ultimi tre anni abbiamo fatto esordire 19 giocatori, creato ricavi con la cessione dei giovani. E lì c’è tanto della direzione sportiva, ma anche dell’allenatore e del suo staff. Io vengo da una realtà, il Benfica, dove la squadra B è importante. I miei dubbi in Italia però sono diversi e sul regolamento che abbiamo oggi. Poi vanno spesi tanti soldi per creare quella squadra. Poi ho dubbi che possa venire in Serie B e infine ho paura che una squadra B mi serva per posticipare l’uscita dei giocatori: quando sono arrivato avevamo tipo 40 giocatori sotto contratto in uscita, la nostra strategia è stata cercare il percorso giusto per quei giocatori e in questo ci ha aiutato Mauro Leo. E’ un ragionamento che stiamo facendo, ma in questo contesto italiano non sono ancora convinto che la squadra B possa essere importante”.

Cosa pensa del calcio sostenibile?
“La parte economica è diventa cruciale, soprattutto dopo il Covid. Quando io sono arrivato a Roma parlavo del calcio sostenibile e mi prendevano in giro, oggi invece lo ripetiamo. La parte economica oggi comanda. E’ importante trovare l’equilibrio tra i paletti della Lega e dell’Uefa. Sta cambiando l’approccio sul calcio e sul mercato”.

Il suo lavoro a Roma?
“Nello scouting della Roma noi abbiamo quattro tipi di valutazioni: giocatori A che sono i top player, poi B plus che sono quelli che possono essere titolari, B che vanno monitorati e C che non servono alla Roma. Nel nostro database che ci sono cinquemila giocatori, il 90% dei giocatori A non possiamo prenderli. Non ci sono le capacità finanziarie, poi magari siamo stati bravi in situazioni come quelle di Dybala e Lukaku. Ma i parametri economici sono fondamentali. Considerata la Roma ereditata con tanti giocatori sopra i 30 anni, con infortuni cronici e tanti calciatori fuori rosa, dico che fare più di 150 milioni di vendita e mantenere 80% di giocatori della prima squadra, portando Wijanldum, Lukaku, Mourinho, Matic e Dybala, significa che siamo riusciti a fare tante cose difficili insieme. Io avevo un grande compito, ovvero quello di lasciare la Roma in condizioni migliori di quando l’ho presa il giorno che andrò via. E finanziariamente non ci sono dubbi su questo. Se continuiamo così sarà molto migliore e anche sulla rosa. Sono certo che il tempo dimostrerà quello che abbiamo fatto”.

Dybala e Lukaku?
“A loro aggiungo Mourinho. Sono i tre nomi che nessuno si aspettavano che sarebbero arrivati. La prima cosa è far vedere l’ambizione della proprietà, poi siamo stati bravi in queste tre situazioni nel timing. Poi Mourinho, Dybala e Lukaku hanno capito che l’amore che possono trovare qui da altre parti non lo troveranno. Nel caso di Paulo e Romelu se avessimo lottato con i club che li volevano all’inizio del mercato non ce l’avremmo fatta. Per questo dico che il timing è stato fondamentale. Noi queste due trattative le abbiamo chiuse in cinque giorni”.

Sull’Arabia Saudita?
“Nessuno negli anni novanta, quando la Serie A aveva forza economica, diceva che era prepotente prendendo tutti i migliori, lo stesso vale per la Premier League. Trovo normale quello che l’’Arabia Saudita sta facendo. Poi non c’è solo un fattore sociale, non solo economico”.

Il prossimo anno sarà a Roma?
“Questa è la domanda meno interessante. L’importante è la Roma e il suo futuro. Come ha detto Mourinho ieri sono difensivo. Ne parlo internamente. Dal punto di vista della strategia stiamo facendo un lavoro importante per il futuro del club”.

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