Roma, l’anno che verrà: nodi, strategie e mercato. Fienga studia le mosse
Nulla sarà più come prima. Il coronavirus segna uno spartiacque importante per la vita societaria di tanti club e tra questi anche la Roma. La pandemia ha di fatto bloccato la trattativa tra Pallotta e Friedkin. E pensare che la firma per il pre accordo era veramente un passo. Ora, se il magnate texano manterrà la volontà di portare a termine l’operazione, bisognerà ricominciare da zero. L’offerta al ribasso, però, potrebbe non convincere il presidente giallorosso che nel frattempo ha dato mandato a Goldman Sachs di trovare altri acquirenti.
I riflessi negativi del virus intanto si cospargono a macchia d’olio sulla stagione che verrà. Senza la nuova proprietà sarà ancora Pallotta a far fronte all’aumento di capitale approvato nel CdA, ma la situazione proiettata al 30 giugno 2020 non è buona. E’ presente anche “un richiamo d’informativa relativo a dubbi significativi sulla continuità aziendale” all’interno della relazione di revisione contabile limitata di Deloitte sul bilancio consolidato semestrale di As Roma al 31 dicembre 2019. Viene segnalato che le previsioni per l’esercizio in corso aggiornate dal cda del 28 febbraio 2020 “evidenziano un significativo deterioramento della situazione economica, finanziaria e patrimoniale del gruppo”. Se venisse annullata la stagione sportiva “un riflesso negativo” potrebbe emergere sui proventi residui da sponsor e diritti tv oltre che dall’attuale classifica, “che comporterebbe la mancata qualificazione alla Champions League”.
Situazione difficile alla quale l’AD, Guido Fienga, sta cercando di porre rimedio. La prima strategia prevede tagliare sul monte ingaggi di almeno un 30%. In tal senso sarà determinante il lavoro di Petrachi nella prossima finestra di mercato. Da Pastore a Florenzi, passando per Perotti, Fazio, Jesus, Spinazzola e Bruno Peres sono tanti i calciatori che percepiscono uno stipendio alto senza essere parte fondamentale del progetto. Ai tagli sui contratti va unita la necessità di generare plusvalenze senza distruggere la rosa di Fonseca. L’obiettivo sarebbe quello di trattenere Pellegrini e Zaniolo, ritenendo tutti gli altri incedibili, ma non è escluso che la Roma sia costretta a vendere almeno uno dei suoi due talenti. Tra i sacrificabili sicuramente ci sono Cristante, Under, Kluivert e Florenzi che rientrerà da Valencia. A questi vanno uniti 9 esuberi derivati dai prestiti ai quali andrà trovata una collocazione diversa da Trigoria. Tra i nodi da risolvere a livello manageriale poi c’è la posizione di Petrachi che fino a prima dello scoppio del Covid-19 era praticamente ai margini, così come quella di Baldissoni, il quale ormai si occupa solo del dossier stadio che ha subito un altro colpo non da poco con la ritirata di Vitek dall’acquisto dei terreni a Tor di Valle. Di questo passo la posa della prima pietra resta un rebus, così come il futuro della Roma, appeso alla ripresa del campionato.