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Mattia Viti a Empoli come a casa: "Cambiano i nomi, non gli obiettivi e le ambizioni"

Mattia Viti a Empoli come a casa: "Cambiano i nomi, non gli obiettivi e le ambizioni"
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 29 agosto 2024, 16:30Serie A
di Tommaso Bonan

"Nel primo tempo ci siamo piaciuti tanto. Il secondo è stato molto complicato. La Roma è veramente forte. Con la forza del gruppo e la capacità di soffrire, l'abbiamo portata a casa". Ai microfoni di Radio Serie A, parla così Mattia Viti, difensore dell'Empoli classe 2002 protagonista assieme ai compagni nella vittoria della formazione toscana all'Olimpico: "Dybala è un fenomeno, gli lasci mezzo metro e colpisce il palo. Prima di incontrarlo puoi studiare i suoi movimenti fino ad un certo punto ma poi sul campo è imprevedibile e cerchi di pensare sul momento alle dinamiche per fermarlo".

Empoli come a "casa"
"Sono orgoglioso di essere tornato a casa. Mi sento in famiglia ad Empoli. Chi lavora qui è impeccabile in tutto e per tutto. Il segreto è la coesione. E' un discorso che comprende tutte le persone che ruotano intorno al mondo Empoli. Cambiano i nomi, non gli obiettivi e le ambizioni. Qui non vince solo uno, siamo uniti noi e i tifosi. Mi mancava anche la "ciccia" empolese. Me la facevo spedire anche in Francia dal mio "babbo" e dal mio procuratore".

Nizza e Reggio Emilia
"Sono stati due anni difficili inizialmente per motivi familiari poi sono arrivati ho avuto anche problemi fisici. Faticavo a ritrovare me stesso, fortunatamente sono tornato ad Empoli".

Ligue 1, Thuram e Messi
"Khephren Thuram è uno di quei giocatori sopra la media. Quando cambia passo spacca il campo in due. Parlava italiano e inglese, ci trovavamo bene anche nello spogliatoio oltre che sul campo. In Ligue 1 ho incontrato campioni come Messi, Mbappe, Neymar, Sergio Ramos, Donnarumma. Rimani senza parole, godi il momento e cerchi di divertirti. Ho preso anche gol da Messi e mi sono messo a sorridere. Non sapevo che altro fare. Gli ho chiesto anche la maglia durante la partita. E' un grande campione e a fine partite me l'ha regalata".

Esperienze umane e professionali
"Sassuolo l'esperienza più toccante a livello calcistico, Nizza umanamente. La retrocessione con il Sassuolo è stata una batosta. In Francia invece mi sono forgiato il carattere andando lontano da casa in un periodo delicato".

Ruolo e Nazionale
"Il mio idolo è sempre stato Sergio Ramos. Personalità sopra la media. Lo osservavo entrando in campo in Nizza - PSG. Anche Maldini rimane un riferimento. L'ho conosciuto meglio attraverso i video delle sue partite. Io ho iniziato da mediano, a volte ho fatto l'esterno, però scelgo il centrale di difesa. Lo sento mio. Ci penso alla Nazionale. Per arrivarci devi fare bene nel Club. Ci sto provando, ci stiamo provando. Bisogna dare continuità di prestazioni. La voglia, considerate le tante presenze Nazionali Giovanili, è di tornare ad indossare la maglia azzurra".

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