Marotta, in un colpo solo stoccata a Lotito e alle voci su Paratici. E al Milan

“Il calcio italiano non è più italiano, sono rimasti solo fondi che spendono”. E poi ancora: “Il paradosso è che ci sono società con debiti da 600-700 milioni tecnicamente fallite ma che vincono il campionato". Botta e risposta a distanze di settimane, senza mai nominarsi. Non era difficile intravedere, quando a fine marzo Claudio Lotito aveva sparato a zero, un attacco all’Inter. È altrettanto semplice, nelle dichiarazioni di oggi pomeriggio, individuare la risposta di Beppe Marotta al vecchio nemico, oggi emarginato ai margini della politica federale: “Fallite addirittura è una parolaccia che proprio non esiste. Su di noi ne dicono tante - ha detto il presidente nerazzurro -. Con un pizzico di ironia, si può dire che fa parte di quel concetto della cultura dell’invidia: chi vince se la porta dietro”. Colpito, se affondato si vedrà, Lotito come tutta quella serie di dietrologie che circondano l’Inter, finanziariamente esposta sì ma mai a rischio fallimento: in archivio la stoccata numero uno.
”Il cavaliere bianco”. La seconda di giornata riguarda le voci relative a una presunta influenza circa le decisioni del Milan e l’improvviso dietrofront su Fabio Paratici, già smentita con una nota stampa dall'Adise, di cui Marotta è presidente. Il cavaliere bianco, in finanza, è una tecnica per impedire la scalata di un’altra società. Marotta, dice, non sa se sia esistita nel caso specifico, ma esclude di essere stato lui. Quanto al ritorno in Serie A del vecchio allievo, con cui da anni è calato il gelo, dopo la risposta piccata - “non mi interessa, non è che una cosa che mi riguarda” - di qualche giorno fa, arriva la battuta, forse anche perché quel ritorno non è più possibile: “Mi avrebbe dato ulteriori stimoli, sarei stato ancora incazzato”. Nel senso sportivo del termine, sarebbe da aggiungere, poi a buon intenditore poche parole.
Ce n’è anche per il Milan? Non proprio. O meglio, è un esercizio di malizia intravedere nelle parole di Marotta, formalmente ispirate alla massima correttezza istituzionale, quel che magari non c’è. Però a pensare male, diceva qualcuno, spesso ci si azzecca. E, nello smontare le voci sul suo ruolo nel mancato arrivo su Paratici, quel “tutte persone che hanno competenza ed esperienza”, riferito ai vertici rossoneri, un po’ colpisce. Tanta competenza ed esperienza, classifica alla mano, non hanno portato il Milan oltre il nono posto, e per ora nemmeno a individuare la persona giusta da cui ripartire. Ma Marotta, intendiamoci, tutto questo non l’ha mai detto.
