Le pagelle del Cluj - Scuffet blinda la porta, Krasniqi precipitoso. Muhar perde il controllo

Risultato finale: Cluj-Lazio 0-0
CLUJ
Scuffet 7 - Poco sollecitato nel primo tempo dalla Lazio, fino alla parata non impossibile sul colpo di testa di Luis Alberto, al quale nega anche il gol olimpico. Prodigioso il doppio riflesso su Casale e Vecino.
Manea 6 - Si dedica al contenimento di Felipe Anderson, senza disdegnare qualche sortita in avanti appena se ne presenta la possibilità. Dall'83' Braun sv
Kolinger 6,5 - Nei ritagli di tempo in cui non deve preoccuparsi della marcatura di Immobile prova a rendersi pericoloso sui calci piazzati.
Burca 6 - Buona intesa col compagno di reparto, evita rischi inutili una volta in possesso scegliendo sempre la giocata più semplice.
Camora 6 - Puntuale nelle coperture, supporta l'azione d'attacco stando molto alto per non farsi schiacciare dalla spinta di Lazzari.
Deac 6 - Tiene impegnato Hysaj rifilandogli pure un tunnel, negli anni la classe è rimasta intatta ma l'autonomia si è ridotta: cala alla distanza. Dal 78' Hoban sv
Cvek 6 - La novità in mediana rispetto alla gara d'andata, mantiene alta la pressione per limitare il maggior tasso tecnico degli avversari.
Muhar 5 - Usa il fisico per contrastare e cercare l'inserimento tra le linee andando pure al tiro. Poi gli si chiude la vena: lascia i compagni in dieci per un secondo giallo evitabile.
Krasniqi 5,5 - Il più talentuoso del gruppo di Petrescu, si vede che ha qualità ma si perde nei sedici metri. Non scarta l'omaggio di Casale. Dall'83' Petrila sv
Malele 6 - Altruista quanto basta per mettere Krasniqi fronte porta. Velocità senza controllo, difetta di lucidità nelle ripartenze. Guadagna mezzo voto salvando sulla linea. Dal 70' Birligea 5,5 - Ingresso a impatto zero.
Janga 5,5 - Movimenti simili al partner offensivo, attacca la profondità per testare la tenuta dell'inedito duo difensivo laziale con scarsi risultati. Dall'83' Yeboah sv
Dan Petrescu 5,5 - Si gioca la qualificazione agli ottavi attaccando in maniera moderata per non esporsi alle ripartenze della squadra di Sarri, ma lo fa con poca intensità e ritmi troppo bassi per andare oltre una onesta eliminazione.
