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Inter-Milan 1-2, le pagelle: Fonseca imbriglia Inzaghi, Pulisic 7. E la ThuLa non c'è

Inter-Milan 1-2, le pagelle: Fonseca imbriglia Inzaghi, Pulisic 7. E la ThuLa non c'èTUTTO mercato WEB
lunedì 23 settembre 2024, 06:20Serie A
di Ivan Cardia

INTER-MILAN 1-2
(27' Dimarco; 10' Pulisic, 88' Gabbia)

Le pagelle dell'Inter

Sommer 7 - Morata gli scalda subito i guantoni, non può molto su Pulisic. Protagonista assoluto nella ripresa ripresa: quella su Leao non è solo una parata per i fotografi, e si ripete poco dopo su Reijnders. Rischia quando si allunga il pallone su un rinvio, ma è chiaramente in anticipo rispetto al tentativo di intervento di Abraham. Nel finale, parate in serie: per una sera, è il migliore in campo dei suoi, anche se si arrende a Gabbia.

Pavard 5,5 - Dalle sue parti sgomma Pulisic, che mette in crisi la retroguardia rossonera. E lo svernicia in occasione dell'1-1.

Acerbi 5 - Che fatica su Abraham, dopo aver annullato Haaland. Perde spesso e volentieri il duello fisico con il centravanti inglese: stasera, prima di andare a dormire, un cero a San Yann da Morges.

Bastoni 6,5 - Il più convincente del terzetto difensivo nerazzurro: soffre poco e dà il consueto contributo in fase di manovra. Secondo tempo da esterno aggiunto. (Dall'82' Carlos Augusto s.v. ).

Dumfries 6 - Prima da titolare in questa stagione: pronti i pop corn per eventuali scintille con Theo, che tutto sommato non scoppiano. Contiene Leao: nel complesso senza troppi patemi, ma a inizio ripresa il portoghese gli stacca in faccia. (Dal 63' Darmian 5,5 - Entra che l'Inter sta sbandando e lui non è l'uomo giusto per rimetterla a posto).

Barella 6,5 - Il migliore del centrocampo interista, non certo da oggi. Tiene botta nel mezzo naufragio iniziale, sua la sciabolata che porta alla rete del pari. (Dal 74' Zielinski 6 - Il migliore dei subentrati. E questo la dice lunga).

Calhanoglu 5,5 - La notizia è che la regola di giallo uguale cambio vale anche per lui: non è sempre stato così. Bersagliato dai fischi, ma ormai ci è abituato, offre una prestazione ordinaria al limite dell'anonimo. Straordinari, ma non in positivo, i palloni toccati: appena 42, di solito è ben più protagonista. (Dal 63' Asllani 5,5 - Difficile entrare in un derby così. Ma l'Inter sparisce dal campo quando prende le chiavi).

Mkhitaryan 4,5 - Tutto ci si aspetta, meno che il professore del centrocampo nerazzurro inizi il derby così. Che Pulisic la tocchi col braccio o meno, e pare di no, la gestione del pallone che porta all'1-0 è disastrosa. Si fa ammonire al 18' per un fallo di frustrazione. Prova a redimersi, ma dal cilindro non escono conigli. (Dal 63' Frattesi 4,5 - Perché lui e non Zielinski? Cambio da spiegare, sta di fatto che l'ex Sassuolo non dà quello che non può dare. Ma anche qualcosa in meno. E resta a guardare Gabbia che stacca).

Dimarco 6,5 - Costruisce e finalizza l'azione dell'1-1, si rende pericoloso anche in altre occasioni nella ripresa. Mezzo voto in meno perché il gol vittoria del Milan nasce da un suo intervento falloso.

Thuram 5 - Sarà pure che è diventato cinico, ma questa sera è sparito nelle maglie della difesa rossonera. Non si sente, non si vede, non punge.

Lautaro 5,5 - San Siro aspetta un suo gol, lui replica con gli assist. Vede il corridoio per Dimarco e lo manda a firmare il gol del pari. A fine primo tempo mette anche Thuram davanti alla porta. Nella ripresa cerca il gol: non va, ancora una volta. Adesso si può definirlo caso?

Simone Inzaghi 5 - La sorpresa è che l'Inter sia, perdonate il gioco di parole, sorpresa. Basta il passaggio del Milan al 4-4-2 per scombussolare la rosa nerazzurra, che resta sotto ritmo per quasi tutta la partita. Non se n'abbia a male, ma rinunciare ai tre tenori nel secondo tempo è una mossa tutta da spiegare. E anche davanti si potevano fare altre scelte.

Le pagelle del Milan

Maignan 7 - Nel primo tempo gli tocca una sola parata, ma bella e decisiva: va giù come un gatto per evitare la beffa targata Thuram. Sembra poco, ma quel gol avrebbe cambiato la storia della serata.

Royal 6 - Si fa attirare da Lautaro e lascia il vuoto che Dimarco colma con la stoccata del pari. Meglio in propulsione nella ripresa.

Gabbia 7 - Preferito a Pavlovic e questo è un attestato di stima. Lo ripaga con gli interessi: la stoccata del 2-1 può valere una stagione.

Tomori 6,5 - Non tutto bello, non tutto pulito. Però alla fine gli avanti dell'Inter restano a secco: è quello che conta.

Hernandez 6,5 - Il duello con Dumfries non si accende quasi, la catena sinistra del Milan è quella da ritrovare al suo massimo splendore. Però c'è.

Pulisic 7 - È il grimaldello che scassina la difesa interista. Parte a destra, svaria su tutto il campo: ruba palla a Mkhitaryan e per vie centrali è lui ad aprire le danze. A corredo della rete in apertura, tante belle intuizioni per i compagni. (Dal 78' Loftus-Cheek 6,5 - Guadagna la punizione da cui nasce il 2-1).

Fofana 6,5 - Muscoli, nerbo e cervello. Non da tutti giocare così a cospetto del centrocampo dell'Inter.

Reijnders 7 - Tiene alto il ritmo del suo Milan, mette sulla testa di Gabbia la palla del 2-1. Serata da professore in casa dei maestri.

Leao 5,5 - Esiliato nel ruolo di esterno puro, è il grande assente di un primo tempo giocato da fantasma. Un'epifania a inizio ripresa, quando sfiora il gol di testa: la ripresa gli offrirebbe gli spazi per mettersi in mostra, Sommer gli nega pure un gol. Ma dal suo miglior giocatore il Milan ha diritto di aspettarsi altro piglio. (Dall'87' Chukwueze s.v.).

Morata 6,5 - Promette fuoco e fiamme: subito bordata per Sommer. Poi gira attorno a Tammy e non si rende pericoloso in prima persona, ma sfoggia un bel lavoro per i compagni. (Dal 78' Okafor s.v.).

Abraham 6,5 - Non segna, ma ci va parecchio vicino. Fa ammattire Acerbi, uno che Guardiola ha riempito di complimenti in settimana. E il tandem con lo spagnolo funziona.

Paulo Fonseca 7,5 - Si gioca la panchina varando una formazione al confine tra coraggio e disperazione. L'intuizione, però, è buona: nei primi venti minuti il suo Milan sorprende l'avversario. Nella ripresa, lo domina addirittura. Forse non è, come lo si è fatto passare, proprio l'ultimo dei fessi.

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