Il prof. Capua: "Vi spiego il caso Bove e come funziona la legislazione italiana"
Pino Capua, professore e presidente della commissione antidoping FIGC oltre che componente della commissione medica federale che si occupa della tutela della salute del calcio italiano, ha detto la sua a TMW Radio, durante Maracanà, sul caso di Edoardo Bove, sottoposto a intervento chirurgico per applicare un salvavita sottopelle:
"E' un apparato innocuo e sottocutaneo. Non so esattamente tutto l'iter e quanto è stato fatto, ma è un dispositivo che in Italia non è ammesso per ottenere il pass per giocare. Sicuramente è un salvavita quello che viene messo. L'Italia dovrebbe uniformarsi alla normativa europea? Argomento delicatissimo. Perchè in Italia le visite medico-sportive sono obbligatorie. Serve una certificazione per fare agonistica. Nei Paesi esteri l'obbligatorietà non c'è e la responsabilità è dell'atleta, che va in campo a suo rischio e pericolo: la rigorosità della legislazione italiana è dovuta al fatto che si vuole che non ci siano rischi.
Ci sono tante sfaccettature che vanno valutate. Io personalmente oggi la responsabilità di rimandare in campo qualcuno che ha avuto il trauma di Bove di penserei. Se ci fosse la possibilità di poter togliere il defibrillatore tra un po' di tempo quando si è sicuro che il cuore è tornato sano, perché è possibile, allora si può ridare l'abilità sportiva".