Il Lione ha incassato più di 100 milioni in estate, spendendone 20. Esempio pratico di come non fare cassa
Cinque punti in sette partite. Un ruolino che non è stato ritenuto accettabile dalla dirigenza dell'Olympique Lione che, nelle scorse ore, ha deciso di esonerare Fabio Grosso. Il tecnico, ex Frosinone, è stato considerato responsabile dei risultati negativi, con la sconfitta per 0-2 contro il Lille che è stata come la goccia che fa traboccare il vaso. Sette punti in dodici partite in totale, uno solo con Laurent Blanc nelle prime quattro, il Lione sta attraversando il periodo più difficile della sua storia recente, con il presidente Aulas che ha lasciato in estate. È un segnale? Perché se è vero che i nomi sono altisonanti, molti sono finiti nel tritacarne mediatico: quello più conosciuto di tutti è Corentin Tolisso, ritornato al Lione dopo l'esperienza al Bayern Monaco, ripreso per le prestazioni decisamente sottotono dell'ultimo periodo.
Se è vero quindi che Grosso ha ereditato una situazione non semplice, dall'altra sembra che serva un miracolo per rialzare la squadra. In estate la campagna acquisti è stata all'insegna del risparmio: 20 milioni spesi di fronte a 100 incassati, vendendo Lukeba, Faivre e Barcola, perdendo anche Aouar e Moussa Dembele a parametro zero. La decisione di passare alla cassa è stata probabilmente sbagliatissima, ancor più delle possibili colpe degli allenatori che hanno finora condotto la squadra.
Questo il comunicato della società francese per sollevare Grosso dall'incarico. "Tenendo conto dei risultati ottenuti e dopo un'analisi approfondita della situazione della squadra professionistica, attualmente 18esima in Ligue 1, l'Olympique Lyonnais ha deciso di attuare una procedura che potrebbe portare alla risoluzione del contratto di lavoro di Fabio Grosso e di i suoi vice, Raffaelle Longo, Francesco Vaccariello, Vittorio Carello e Mauro Carretta".