I conti della Juventus probabilmente sorrideranno. Più sostenibile, meno vincente
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La rivoluzione semestrale di Thiago Motta e Cristiano Giuntoli porta a nuove forme di economia di scala per la Juventus. Perché se è vero che gli investimenti sono stati tanti, l'idea era quella di ringiovanire la rosa, missione compiuta, e abbassare gli stipendi. Per un periodo, in particolare con Andrea Agnelli, gli emolumenti ai calciatori erano esplosi fino a toccare vette davvero insostenibili. Quando tra i primi quindici calciatori più pagati ce ne sono tredici di un club che può contare su Cristiano Ronaldo, vuol dire non esser in territorio positivo con gli attuali fatturati, figuriamoci qualche anno fa.
Gli ammortamenti aiuteranno i bilanci, non essersi legati ad altri acquisti - se non in prestito - aiuteranno il club ad avere un certo tipo di sostenibilità anche nel corso della prossima estate, con il Mondiale per Club. Nuovi incassi che significano probabilmente nuove scelte sul mercato, in attesa di capire quali saranno i rimanenti.
Come per il Milan e - parzialmente - per l'Inter, i risultati non sono più l'unica cosa che contano. Serve una sostenibilità e arrivare in Champions ha quasi più importanza che vincere la Coppa Italia, soprattutto per i proventi. La campagna acquisti di gennaio va vista così, con a fianco la sensazione che si voglia chiudere con il passato: via Fagioli e Danilo, in panchina (fissa) Vlahovic, dopo che tra giugno e agosto erano andati via Rugani, Szczesny, Chiesa, Rabiot, Alex Sandro. La Juve passa avanti a quello che è stato, ma forse anche ai risultati, preferendo essere sostenibile che vincente. Non sarà un passaggio facile.
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