Fiorentina, la prima mini-crisi: ora serve il miglior Gudmundsson per tornare a correre
Doverosa premessa: chi avrebbe mai pensato che la Fiorentina, reduce dall'avvicendamento Italiano-Palladino in panchina, dopo diciassette giornate di campionato fosse al quinto posto in classifica e potenzialmente al quarto, alla luce della gara in meno? Nessuno, forse neanche il più ottimista tra i tifosi. Va da sé che il percorso, in questa nuova era, è più che positivo. Ma per la prima volta dall'arrivo di Palladino i viola sembrano più in difficoltà. Non vogliamo scrivere in crisi, ma le due sconfitte consecutive con Bologna e Udinese - con quest'ultima primo k.o. interno della stagione, se non si conta la debacle ai rigori in Coppa Italia con l'Empoli - aprono una serie di interrogativi alla quale l'allenatore ex Monza sarà chiamato a dare risposta.
I cali, alla lunga
Da una ventina di giorni a questa parte la Fiorentina sta riscontrando qualche problema, dopo un avvio di stagione sorprendente. L'8 dicembre la Fiorentina ha superato il Cagliari con un sofferto 1-0, resistendo fino all'ultimo minuto. Successivamente, è scesa in campo a Bologna, dove ha subito la pressione avversaria nel secondo tempo, uscendo sconfitta. Giovedì scorso, a Guimarães, ha offerto una buona prestazione solo negli ultimi venti minuti, dopo che i portoghesi avevano dominato i primi settanta. Ieri, invece, il copione è stato diverso: ha iniziato bene nei primi quindici minuti, segnando con un rigore di Kean, ma poi si è chiusa in difesa già nel primo tempo. Nella ripresa, l'Udinese ha intensificato il ritmo, riuscendo a ribaltare la situazione e conquistare la vittoria. E nei momenti di difficoltà Palladino ha fatto fatica a trovare i correttivi giusti. O, anche, trovare quei leader ai quali appoggiarsi quando le cose non vanno bene.
Gudmunsson, variabile impazzita
Ed è qui che arriviamo a un discorso importante: Albert Gudmundsson. L'acquisto più caro dell'estate, Mister 25 milioni (8 per il prestito, 17 per l'obbligo condizionato), è la nota negativa della stagione. Un po' per i problemi extra-campo, un po' per una serie di problemi fisici, il fantasista islandese ha collezionato appena 11 presenze, riuscendo però comunque a mettere la firma su alcuni dei punti conquistati dai suoi, realizzando 4 reti e un assist. Se si guarda solo alla Serie A, 3 reti in 311 minuti in campo: praticamente una rete ogni 100 minuti, che poi rappresenta la nuova durata delle partite. Gudmundsson, la stella della squadra, è chiamato a trascinare la Fiorentina da questa mini-crisi, almeno nei risultati. E' lui la variabile impazzita di questa squadra e Palladino lo sa, per questo lo sta centellinando e non vede l'ora di ritrovarlo al meglio della condizione: manca poco.