Fazzini e Solbakken, ruoli simili ma diversi. Anche per l'apporto che stanno dando all'Empoli

Tutto sommato il punto ottenuto a Parma è soddisfacente per l'Empoli, soprattutto alla luce del forcing finale dei padroni di casa, che hanno rischiato di ottenere l'intera posta in palio con il rigore fallito da Bonny. D'Aversa chiedeva una prova di carattere e c'è stata, in particolar modo nel primo tempo, in cui l'Empoli è riuscito a passare in vantaggio con un guizzo offensivo del trio Colombo-Gyasi-Fazzini. Il pareggio smuove la classifica dopo due sconfitte e certifica che gli azzurri non hanno abbassato la guardia.

Fazzini il migliore (e non è una novità)
Il migliore in campo è stato senza dubbio Jacopo Fazzini. Il giovane prodotto del vivaio empolese sta vivendo la stagione della consacrazione, in un ruolo che lo vede maggiormente coinvolto nel vivo dell'azione. La sua scivolata ha causato l'autorete di Coulibaly e in generale il suo apporto è stato costante in entrambe le fasi. Non è un caso vederlo correre all'indietro e poi proporsi in avanti con la massima lucidità. Fazzini sta diventando un giocatore a tutto campo, duttile e presente, sia atleticamente che fisicamente.

Solbakken un passo indietro
Chi invece non sembra spiccare il volo è Ola Solbakken. Il calciatore norvegese ha avuto una nuova occasione, a causa dell'indisponibilità di Esposito. Ma non l'ha sfruttata, denotando una certa discontinuità. Ci è sembrato un po' improduttivo, ancora non troppo centrato negli schemi di D'Aversa. Si tratta di un attaccante atipico, che forse preferirebbe partire dalla fascia, ma è ovvio che sia lui a doversi adattare al credo tattico del suo allenatore. Con Esposito a disposizione rischia di scivolare dietro nelle gerarchie offensive.