Fantasia ma anche sacrificio: il folletto che viene dal freddo, Gudmundsson la luce del Genoa
Il suo compito è quello di accendere la luce. Albert Gudmundsson è la scheggia impazzita di questo Genoa, il folletto proveniente non dall'Irlanda ma dal freddo dell'Islanda. Dal freddo del nord Europa al mare di Genova il salto è grande ma ormai l'attaccante rossoblu è ben calato nella sua nuova realtà. "Non è troppo grande ma nemmeno troppo piccola - aveva detto in un'intervista ai nostri taccuini un anno fa parlando proprio del capoluogo ligure - un po’ come le città che ci sono in Islanda. E' molto bella". E nel cuore dei tifosi è entrato fin da subito con le sue giocate che prima hanno permesso al Vecchio Grifone di tornare a calcare i palcoscenici della Serie A e poi di ottenere risultati di prestigio come il successo a Roma con la Lazio e il pari interno con il Napoli.
Fantasia ma anche sacrificio
E con Alberto Gilardino la consacrazione. Il numero 11 rossoblu ha saputo non solo far vedere, e i margini di miglioramento ci sono, la sua capacità di seminare il panico nelle difese avversarie, ma anche la volontà e la disponibilità al sacrificio in campo. E' successo nella serata di Lecce dove, complice l'inferiorità numerica, Albert ha dimostrato adattamento alla situazione correndo a coprire in ogni zona del campo. "Si è sacrificato tanto ma - ha detto Gilardino dopo la sfida del Via del Mare - pur sacrificandosi quando si accende fa la differenza e ci trascina. Come lui può esserlo Malinovskyi. Sono calciatori che hanno fisicità e spunto nel breve, per una squadra come la nostra possono e devono essere determinanti".
Sempre in campo con Gila
Una pedina imprescindibile l'ex AZ Alkmaar, sempre impiegato da Gilardino sia in campionato che in Coppa Italia (dove ha realizzato un gol e un assist proprio per il centravanti azzurro). E nelle partite in cui è stato schierato non è mai stato sostituito tranne gli ultimi minuti della gara di venerdì sera per fare spazio a Malinovskyi. Segno che il tecnico punta, a ragione, su di lui. "Per essere top deve avere questo tipo di atteggiamento avuto in queste partite e - aveva detto il tecnico alla vigilia del match contro i salentini - deve averlo sempre. Il grande sacrifico che ha messo nel ripiegare, nella fase difensiva e crearsi lo spazio per andare a giocare fra le linee diventa determinante per le sue caratteristiche".