Paolillo: "Inter, cessione inevitabile. Del Piero-Juve? Le bandiere servono sempre"
Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell'Inter di Moratti, è intervenuto all'interno del TMW News, parlando di molti temi ed iniziando dal caso Juventus: "Le dimissioni di Agnelli, Arrivabene e Nedved scuotono indubbiamente la società, è indubbio. Questo perché se non c'è serenità, ed è evidente che non possa esserci tra dimissioni, indagini e altro, la scossa si sente. Vedremo come sapranno reagire. Qui deve venir fuori tutta la bravura dell'allenatore che riesce, se è bravo, a sterilizzare i giocatori dal problema ed ammortizzare il tutto. Non è facile comunque".
Quanto danneggia il calcio italiano la vicenda in cui è coinvolta la Juventus?
"Il danno d'immagine è veramente forte, ma non tanto per questo caso, piuttosto perché diventa l'ennesimo: Parma, poi in passato altre società, altri scandali di altro tipo... Un'ombra sulla corteccia amministrativa delle squadre italiane viene correttamente fuori, netta e chiara. Quindi è un bel problema".
Quanto è grave invece?
"Questo è tutto da vedere nelle carte effettive che la magistratura poi porterà come prove. Non sappiamo effettivamente l'impatto di queste manovre economiche di bilancio".
Un eventuale ritorno di Del Piero in società sarebbe una scelta condivisibile?
"Le bandiere servono sempre alle società e quindi indubbiamente è condivisibile, anche per l'immagine del giocatore stesso. La Juventus deve cambiare, com'è opportuno in questi casi, tutti e tutto per cambiare immagine e girare pagina, questo è evidente, ma non vuol dire che si colpevolizza automaticamente ciò che è stato prima. È semplicemente perché è necessario farlo, bisogna dare una svolta".
Passando invece all'Inter, crede che Zhang sia intenzionato a cedere il club?
"Credo sia inevitabile. Se ragioniamo in termini finanziari, in termini di bilancio e guardiamo l'entità del debito della società e soprattutto il tasso a cui il club è indebitato, diventa difficilmente sostenibile poter continuare in queste condizioni sempre un pesante rifinanziamento che mi sembra evidente Zhang non sia in grado di fare in questo momento".
Quali sono le sue sensazioni sul rinnovo di Skriniar?
"I miei timori più che altro (ride, ndr). Da tifoso temo veramente che un pilastro, un punto di riferimento difensivo come Skriniar, anche a livello caratteriale come leader, possa essere perso e si debba ricominciare da capo nel trovare un nuovo giocatore che diventi in fretta leader della difesa. Lui è troppo importante per il futuro della squadra se lo vogliamo competitivo, mi auguro che un accordo lo trovino".
Dumfries è il giocatore da sacrificare, eventualmente anche in estate?
"Non c'è niente da fare, alla fine si sacrifica sempre l'uomo sulla fascia perché in teoria è uno dei più facilmente sostituibili. Ricordo però che per queste politiche abbiamo perso Hakimi, che stiamo vedendo al Mondiale come gioca, abbiamo perso Perisic, rischiamo di perdere Dumfries. Se una squadra vuole competere di nuovo per vittorie importanti come scudetto, Champions, cedere i pezzi migliori non è la strategia migliore, anche se capisco che sia inevitabile".
Il ritorno di Hakimi al momento è fantacalcio?
"Sì, penso sia fantacalcio, ma soprattutto è fantabilancio. Credo che il bilancio dell'Inter non se lo possa permettere".
Lukaku saprà dare il contributo che tutti si attendono?
"Penso che abbia bisogno lui stesso di ritrovare la forza per reagire per dimostrare di essere il vero campione che effettivamente è ed uscire da questo periodo di crisi dovuta soprattutto al momento. Forse in Nazionale non ha potuto dare il meglio perché era reduce dall'infortunio e questo demoralizza ancora di più. Ha bisogno di calma, ma è certo che la situazione di classifica dell'Inter, se vuole lottare per lo scudetto, tranquillità non ne dà, deve entrare subito nella bolgia, però è un grande campione. Sono convinto che, se la squadra lo aiuta, possa trovare una facile rivincita".
Come pensa che possa proseguire la stagione dell'Inter?
"Sono convinto che assisteremo ad un secondo campionato e non alla prosecuzione del primo. Queste pause così lunghe sono assolutamente nuove perché non si è mai giocato un Mondiale d'inverno e perché non ci sono mai stati giocatori così frammentati nella preparazione come quest'anno: alcuni hanno continuato ad allenarsi con il club senza la concentrazione e la tensione delle partite, e bisognerà vedere se la ritroveranno velocemente oppure no, mentre altri la concentrazione l'hanno avuta fin troppo con partite importanti al Mondiale. Stanchezze diversificate tra chi ha giocato il Mondiale e chi no... Ci porteranno davanti ad un campionato completamente diverso e nuovo, quindi avremo delle sorprese, ne sono convinto. Nessuna preparazione può essere stata così ben studiata di fronte ad un evento che accade per la prima volta. Soprattutto non ho visto grandi amichevoli e grandi partite che abbiano tenuto sotto tensione i club. Vedremo chi saprà adattarsi a questo nuovo inizio e a questa nuova competizione".
Qual è la sua opinione invece sul progetto Superlega?
"Che per la bellezza del calcio è meglio che non avvenga. È vero che porterebbe molti più soldi a quelle 10, 12 o 20 squadre della Superlega, ma depaupera tutte le altre e viene meno la possibilità di competere tra squadre più piccole e squadre più grandi, tra campionati minori e campionati più grandi. Diventa una cosa selettiva, più da show e da spettacolo che altro. Credo che il calcio sia bello come ai Mondiali perché permette a Croazia e Marocco di sfidare squadre ben più blasonate in semifinale e magari rischiare anche di vincere. Il calcio deve essere questo, non una selezione di big che si dividono la torta tra di loro".