Juve NG, Savona: “Un orgoglio questa maglia. Mi ispiro a Theo, che impressione Soulé!”
Nicolò Savona, esterno destro della Juventus Next Gen classe 2003, ha raccontato in esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb il suo percorso in bianconero e i sogni di un ventenne pronto a spiccare il volo nel mondo del calcio.
Ci racconti il tuo percorso fino ad oggi da Aosta a qui e l’importanza che ha avuto la tua famiglia in questo percorso?
“Il supporto dei miei genitori e della mia famiglia in generale è stato fondamentale. Sin da piccolo da quando a 8 anni sono partito da Aosta, ho preso la prima navetta per Torino… Ho fatto dagli 8 ai 14 anni avanti e indietro per gli allenamenti, mentre nel fine settimana erano i miei genitori ad accompagnarmi per le partite. Sono stati e sono un punto di riferimento”.
Sappiamo che segui un corso di laurea all’università quindi non c’è solo il rettangolo verde.
“Si sono iscritto a Sport management. Penso che intraprendere degli studi sia essenziale, è un qualcosa che porti a livello culturale nella vita in generale ma anche in campo. Consiglio di percorrere questa strada”.
C’è qualche compagno con cui hai stretto un rapporti più profondi rispetto ad altri? Anche qualcuno che magari adesso gioca da altre parti.
“I ragazzi della Juve a cui sono più legato sono Turicchia, Cerri, Perotti, Citi, Mulazzi che sono miei compagni da tanto tempo. Sono molto amico con loro. Mentre dei ragazzi che non sono più alla Juve sono rimasto legato a Lorenzo Lucchesi e Luciano Pisapia”.
E una figura in questi 12 anni di Juve a cui sei maggiormente legato, che ti ha aiutato tanto magari in un momento di difficoltà, di spaesamento? Un allenatore, un dirigente, un collaboratore…
“Sicuramente il mio primo mister alla Juve, Marco Battaglia che sento ancora adesso. Anche Max Marchio che è stato il mio secondo mister e mi ha allenato per tre anni. Loro sono i miei punti di riferimento come allenatori, sono ancora qui alla Juve. A livello di dirigenti Gigi Milani mi ha aiutato molto nel percorso da piccolo”.
Quanto è stata importante per voi la vittoria di domenica contro l’Olbia?
“È stata una partita tosta e molto importante. Siamo riusciti a vincerla e sicuramente ci ha tirato su di morale e dobbiamo cercare di dare continuità alle vittorie perché è quello che ci sta mancando in questo periodo”.
Domenica il Pontedera: con che spirito ci andate e quanto conta come partita per il vostro umore e il percorso di consapevolezza nei propri mezzi che state facendo?
“Si, sicuramente la partita di domenica è molto importante dal punto di vista del morale perché in caso di vittoria ci darebbe molto fiducia anche per le gare successive. A livello di classifica dobbiamo cercare di trovare più continuità di risultati”.
Rispetto all’anno scorso avete cambiato girone. Cosa è cambiato e quanto pesa fra livello delle avversarie, difficoltà iniziali, viaggi più lunghi...
“Facciamo trasferte molto più lunghe rispetto all’anno scorso ma non è un alibi, siamo ragazzi giovani però sicuramente un po’ incide arrivando tardi a Torino dopo le partite. Per quanto riguarda le avversarie ogni squadra la affrontiamo al meglio”.
In un anno così impegnativo, su cosa insiste maggiormente come richiesta Brambilla?
“Siamo un gruppo giovane e con tanti giocatori che sono stati acquistati quest’anno. In questo momento sta insistendo molto sull’essere gruppo, essere più uniti e lottare tutti insieme quando siamo in campo. Se è difficile formare un gruppo? Devo dire di sì. Non è facile sicuramente perché quando arrivano dei ragazzi nuovi devono ambientarsi e hanno bisogno di tempo, magari qualche ragazzo straniero che non conosce ancora la lingua. Non è facile, ma è compito anche nostro che siamo da più tempo qua cercare di coinvolgerli subito e farli ambientare presto”.
Ci puoi descrivere il peso dei “fuori quota” in un gruppo così giovane?
“Sono fondamentali. Essendo un gruppo giovane avere quei 4/5 ragazzi con un po’ più d’esperienza è molto importante, in alcuni momenti c’è proprio bisogno di una parola in più. Loro sono molto bravi in questo avendone viste tante riescono a trasmetterci tranquillità e ci aiutano a gestire alcune situazioni più critiche”.
Stai giocando sia da terzo centrale che da esterno di destra: quali sono le differenze?
“Sto ricoprendo soprattutto il ruolo di terzo di difesa e ogni tanto il mister mi schiera da quinto di centrocampo a tutta fascia. Sicuramente preferisco fare il quinto di centrocampo perché sei coinvolto in tutte le fasi, attacchi maggiormente ma difendi anche. Come terzo di difesa invece sei più un difensore centrale e non puoi dare un grande contributo a livello offensivo”.
L’anno scorso hai calciato un rigore pesante contro il Foggia con 3000 tifosi avversari davanti, che ricordi hai di quegli istanti?
“Mi ricordo benissimo… È stato un momento di pura emozione. Nonostante giocassimo in casa ricordo i fischi belli intensi dei tifosi avversari. Quando ho messo la palla sul dischetto ero un po’ teso però è andata bene avendo fatto gol”.
Sei stato tre volte all’Allianz Stadium, una in panchina e due volte hai giocato. Che ricordi hai?
“Bellissime emozioni. A fine partita non trovavo le parole, non mi rendevo conto di quello che stavo vivendo. Giocare All’Allianz Stadium credo sia il sogno di ogni bambino o ragazzo della mia età. È stato indescrivibile. Quale delle due che ho giocato mi è piaciuta di più? Sicuramente la prima con il Vicenza in finale di Coppa Italia è stata una fantastica esperienza. Anche se quest’estate in casa contro la prima squadra… Giocare contro i più forti è stato bellissimo”.
Hai fatto un po’ di allenamenti con la prima squadra, ci racconti cosa ti ha colpito maggiormente, che consigli hai ricevuto?
“Ciò che mi colpisce di più dei giocatori della prima squadra, che sono tutti ovviamente molto forti, sono il carisma e il livello di competitività che mettono in ogni allenamento. Ogni singola esercitazione danno il massimo. Sono tutti molto d’aiuto, sicuramente andare ad allenarsi lì per noi giovani dà molti spunti”.
Weah, Danilo, De Sciglio: tutti esterni di destra assenti per infortunio… Stai pensando ad una chiamata in prima squadra a breve?
“Non spero ovviamente che qualcuno si faccia male in prima squadra… Il pensiero c’è sempre però staremo a vedere il prosieguo”.
Sei nato nel 2003 come Miretti, l’altro giorno ha appeso la maglia al Wall of Dreams: sogni di mettere anche la tua? E poi se ti impressiona sapere che ha più di 50 presenze in prima squadra visto che siete cresciuti insieme qui.
“Certo, sogno sicuramente di mettere anche la mia maglia. Mi impressiona molto che abbia già fatto 50 presenze di Serie A. Alla mia età pochi hanno 50 apparizioni in A e che giocano ai suoi livelli. Faccio tanti complimenti a lui. Ogni tanto ci sentiamo e ci vediamo, veramente tanti complimenti. Bravo”.
Qual è il compagno più forte che hai mai visto in questi tuoi 12 anni di Juve?
“Chi mi ha impressionato subito la prima volta che l’ho visto è Soulé. Quando lo affrontavo nell’uno contro uno mi son detto: “Cavolo, non gliela togli mai la palla””.
Poco fa abbiamo vissuto i 100 anni della proprietà Agnelli. Eri sul posto all’evento realizzato dalla Juve, che emozioni hai provato in quella serata?
“È stata anche quella una grande emozione, abbiamo visto delle leggende che son passate di qua e sono state parecchi anni. Davvero molto bello, quel momento ha fatto capire l’importanza e l’orgoglio di indossare questa maglia”.
C’è un giocatore a cui ti ispiri? E uno che vorresti affrontare?
“Il giocatore a cui mi ispiro è Theo Hernandez, è il mio idolo. Ho esultato due volte come fa lui quando mi è capitato di segnare (ride n.d.r.). E chi sfidare… Sempre Theo”.
Crea il calciatore perfetto con i tuoi compagni di squadra.
“Piede destro: Kenan Yildiz.
Piede sinistro: Leonardo Cerri.
Tiro: Leonardo Cerri.
Tecnica individuale: Giulio Doratiotto.
Velocità: Samuel Mbangula.
Colpo di testa: Fabrizio Poli.
Visione di gioco: Giulio Doratiotto.
Leadership: Fabrizio Poli.
Punizioni: Luis Hasa.
Amore per questo sport: mi metto io.
A chi assegneresti il rigore di una finale: io lo batterei, quindi dico me stesso”.
Ci componi l’undici dei tuoi sogni?
“In porta metto sicuramente Buffon che per me è stato il numero uno da sempre; terzino destro Dani Alves, sinistro Marcelo con Thiago Silva e Cannavaro centrali; in mezzo al campo Pirlo, Iniesta e Modric; in attacco a sinistra Cristiano Ronaldo, a destra Messi e come punta centrale scelgo Ronaldo il fenomeno”.
Dove ti immagini tra 5 anni?
“Speriamo in prima squadra alla Juventus”.
Si ringrazia la Juventus, Nicolò Savona e l’ufficio stampa bianconero nella persona di Lorenzo Falessi per la disponibilità.