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esclusiva

Fedele: "Caso Milik, ne escono tutti male. Juve-Napoli? Poco buonsenso"

ESCLUSIVA TMW - Fedele: "Caso Milik, ne escono tutti male. Juve-Napoli? Poco buonsenso"TUTTO mercato WEB
mercoledì 7 ottobre 2020, 16:45Serie A
di Ivan Cardia

“Al di là delle uscite, credo che il Napoli sia stata la squadra a mio giudizio che si è rinforzata di più. Ma dalla situazione Milik ne sono usciti male tutti”. Parola di Enrico Fedele, raggiunto da TMW: “In generale, gli azzurri hanno fatto bene sul mercato. Non solo per la conferma di Koulibaly, ma anche per l’arrivo di Bakayoko. È una sessione che racconta una vera e propria virata di De Laurentiis”.

In che senso?
“Sembra di assistere a un cambio di mentalità. Per la prima volta ha preso un giocatore solo in prestito e non ne ha venduto un altro dando priorità all’aspetto tecnico. E noi sappiamo che De Laurentiis è un mago dell’economia: in passato, lo è stato anche a discapito di qualche valutazione tecnica”.

Tra le grandi, chi la convince di più?
“Beh, il Napoli ha una rosa nella quale non manca quasi niente. È numerosa e varia, può cambiare modulo anche a partita in corso. Ha preso un attaccante come Osimhen che attacca lo spazio come pochi: magari non sarà un grandissimo goleador, può migliorare, ma fa segnare gli altri. E poi Petagna sa legare il gioco. In più ci sono centrocampisti che hanno nelle gambe qualche gol. E non aver venduto Koulibaly equivale a un rinforzo”.

Le altre?
“Metto l’Inter insieme al Napoli. Si è mossa più sul risultato immediato che sul futuro. Ha preso calciatori dal sicuro rendimento, soprattutto a centrocampo. Qualche dubbio sull’attacco: io sono un estimatore di Pinamonti, però bisogna vedere cosa farà se dovrà sostituire Lukaku, forse sarebbe servito altro. La Juve ha qualche carenza: Morata non è un centravanti alla Benzema. Cioè quello che voleva Pirlo e a cui è abituato Ronaldo. Sulle fasce ha preso Chiesa che è un ottimo giocatore, ma le manca una riserva di Alex Sandro. E poi in mezzo al campo vedo qualità, ma non so quale sia la forza fisica di giocatori come Arthur, Bentancur o Ramsey. Se dovessi dare un giudizio, l’Inter si è mossa meglio. Il Milan, infine, ha fatto una buona rivoluzione. Ma ha maledettamente bisogno di Ibra: lui, come Ronaldo o Ribery, non sono vecchie carrozze, ma locomotive. E dimostrano che l’età non conta”.

Torniamo al Napoli. Non aver ceduto Milik è il vero neo del mercato.
“È stata una questione di puntiglio. Ne esce male il Napoli, che perde un introito importante e gli paga l’ingaggio. Ma anche il giocatore: forse guadagnerà di più in futuro ma stare ai margini, nell’anno degli Europei, non è la mossa migliore. Vedo errori da entrambe le parti: del Napoli perché non gli ha rinnovato il contratto qualche anno fa. E poi del giocatore che si è impuntato. Credo che a gennaio si possano salutare, altrimenti sarà un danno per entrambi”.

A questo punto, non conveniva tenerlo a disposizione di Gattuso, anche inserendolo in lista?
“È un problema disciplinare. Io, da vecchio dirigente, con un calciatore che ha rifiutato tutto e si è intestardito, che mi ha fatto perdere dei soldi, penso che avrei fatto come il Napoli”.

Che idea si è fatto della vicenda Juve-Napoli?
“Molti pensano che il protocollo sia una legge dello stato. È una norma di rango inferiore, fatta in un periodo particolare. Quanto alle ipotesi sul comportamento di De Laurentiis, sono tutte illazioni. Il vero spartiacque è la gara tra Napoli e Genoa. I liguri hanno seguito il protocollo, sono venuti a giocare a Napoli dopo una positività e guardate cosa è successo. Forse se il Napoli fosse andato a Torino sarebbe andata allo stesso modo. Serve un protocollo diverso, magari con dei compromessi con le Asl. E serve la possibilità di recuperare qualche partita. C’è bisogno dei playoff e dei playout. Se si vuole portare a termine il campionato, ovviamente. Quanto a Juve-Napoli, anche qui ci si è impuntati. E quando succede vuol dire che è mancato del buon senso. Dall’una e dall’altra parte, sia chiaro. Ma la partita poteva essere rinviata, sarebbe stata la scelta più ragionevole”.

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