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De Rossi: "Mercato positivo, Konè è l'acquisto che mancava alla Roma"

De Rossi: "Mercato positivo, Konè è l'acquisto che mancava alla Roma"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
sabato 31 agosto 2024, 14:48Serie A
di Debora Carletti

Alle 14.00 è atteso nella sala stampa del Centro Sportivo Fulvio Bernardini mister Daniele De Rossi. Alla vigilia dell'impegno con la Juventus, valevole per la 3ª giornata di Serie A, tanti sono i temi sul tavolo: dalla sfida di domani contro gli uomini di Thiago Motta, alle sfide in Europa League fino al mercato. Segui su TMW la diretta testuale della conferenza stampa.

14.33 - Inizia la conferenza stampa.

Situazione mercato e nuovi arrivi. Soddisfatto del mercato?

"Salvo problematiche dell’ultima ora tutti sono convocati con noi, anche gli ultimi arrivati. Ovviamente per questi, valuteremo i pregressi delle loro stagioni passate. Tutti quanti verranno con noi. Il bilancio del mercato? Sicuramente è positivo. Sono contento del mercato. Siamo inciampati in un qualcosa che non potevamo prevedere nella situazione difesa. Ma adesso ci metteremo mano. Io penso che abbiamo alzato il livello di qualità di questa squadra. Abbiamo fatto un lavoro importante e sono arrivati i giocatori molto importanti. Sono contento riguardo Konè e Saelemaekers, anzi sono contentissimo. Sono giocatori che a me piacciono. Konè è un giocatore che mancava alla Roma. Forse quello di cui noi avevamo più bisogno per mettere un po’ di ciccia al centrocampo. È quello che avevo chiesto più e più volte anche nella passata stagione. Penso che sia un acquisto mirato. Stessa cosa vale per Alexis e per coloro che sono arrivati prima. Siamo un po’ corti in difesa. Ma è successo qualcosa che era difficile da gestire e da prevedere perché anche quell’altra operazione, era un’operazione che mi avrebbe reso molto felice".

Motta ha espresso più volte la stima nei suoi confronti. Domani è una sfida tra allenatori che hanno un’idea di calcio molto ben precisa. Che Juventus si aspetta e come si affronta?

"Thigo è un amico. Non uno di quelli che senti settimanalmente ma quello che comunque ogni volta che lo vedi lo abbracci con piacere. Secondo me sta mostrando a tutti che è un grande allenatore. Non solo per i risultati, non solo per come gioca la squadra ma anche perché ci sono degli allenatori che hanno il tocco magico. Quelli che ciò che toccano diventa magico. Quelli che mettono in campo nomi sconosciuti e ne escono fuori grandi prestazioni. Lui sta mostrando questo. Ci è arrivato con gli anni, con gavetta, con stagioni complicate ed è uscito sempre alla grande. Adesso si sta godendo i frutti di un lavoro in una big che è costruita che vincere il campionato. Domani sarà una partita difficile, sono partiti bene hanno caratteristiche ben precise. Stanno ottenendo il risultato con dei ragazzi giovani, quindi è chiaro non ci si può mai rilassare e non te la porti mai da casa la formazione. Stiamo preparando la partita con le idee di quella che potrebbe essere la formazione titolare della Juventus. Sappiamo che è una parte difficilissima ma sappiamo che possiamo fare anche noi un'ottima prestazione a Torino".

Visto che prima parlava della soddisfazione del mercato attuale, rispetto alla Roma di maggio scorso questa è una Roma più forte?

"Rispetto alla Roma di maggio penso che sicuramente stiamo andando nella direzione che volevo. Io sono stato supportato in quello che avevo chiesto. Paradossalmente abbiamo fatto un merc sto migliore dell’Inter, ma l’Inter è più forte di noi, nel senso che partono da un livello più alto. Secondo me la direzione che ha preso questa squadra, la gestione che sta prendendo è quella che in un paio di mercati dovremmo lavorare come l’Inter. Quest'anno loro hanno aggiunto dei pezzi piccoli alla squadra che andava già bene. Ieri sera, ad esempio, hanno fatto paura un po’ a tutti.
Questa squadra entro pochi anni no pochi anni se continuerà a lavorare come abbiamo lavorato in questo mercato non vedo problemi nel pensarla a lottare per lo scudetto. Ovvio che non è una cosa che raggiungi in uno o due mesi, ma la direzione presa è quella giusta e sarà sempre più facile fare il mercato perché invece che 8-9 giocatori che vanno ce ne saranno sempre di meno. Io sono soddisfatto poi nel mentre è sempre faticoso gestirlo il mercato. ma ci tengo a precisare che c’è stata collaborazione".

Questione di moduli, come la vede la difesa a 3 o a 4?

"Noi costruiamo sempre a tre, con un terzino che si alza con i tre centrali che rimangono fermi in maniera più statica. Studiamo quasi sempre a tre o a volte 3 + 1. A rombo. Variamo per quanto riguarda la difesa. Anche l’anno scorso spesso e volentieri abbiamo abbassato un esterno e abbiamo difeso tre e non ve ne siete accorti. A volte invece abbiamo giocato con tre centrali e avete pensato che quello fosse il problema. Quindi se tante squadre attaccano con cinque giocatori offensivi o sei molto bravo a scivolare con la difesa a quattro o devi portare un giocatore in più. Che lo faccia o meno partire già dal basso in corsa, come fa spesso anche Thago, abbassando nella prima partita Thuram o in altre partite Locatelli. Non cambia molto. Quindi potrebbe essere una difesa a cinque più statica nella fase bassa e poi diventa una difesa quattro. Potrebbe essere una difesa a tre che poi diventa cinque. Non cambia moltissimo sembra una supercazzola ma è una realtà. Dipende tanto dagli interpreti".

Per quello che riguarda Edoardo Bove?

"Mi dispiace che sia andato via, ma anche lui non l’ho bloccato. Con lui sono stato chiaro. Con lui, con Bryan Cristante, con Lorenzo Pellegrini e con Leandro Paredes: gli ho detto che avevo l’intenzione di mettere dentro un altro paio di centrocampisti un po’ più dinamici, con grande gamba e quindi probabilmente ci sarebbe stato meno spazio. Già lo spazio che aveva avuto l’altro anno con me per lui non era sufficiente. So che con me lui ha giocato molto meno rispetto a Mourinho. Per questo ha avuto bisogno di parlare con me e dirmi che aveva bisogno di giocare. Ma io non potevo garantirgli questo spazio, quindi è andato a cercare un’altra soluzione. Dispiace perché è un giocatore forte, positivo educato e legato a questo ambiente e a questa squadra. Dispiace sempre, però poi devo fare delle scelte e non posso pensare solo a se un giocatore mi sta simpatico o alla paura che un giocatore possa diventare molto forte, come sono diventati Frattesi, Calafiori ecc.. Devo prendermi le mie responsabilità, e in questo caso spero quasi di aver sbagliato perché Edoardo si merita di entrare in nazionale. Credo che sia in prestito quindi nulla è definitivo. Rimango con l’abbraccio che ci siamo dati e spero che ci sia quel tipo di affetto là fra di noi".

Qual è la sua impressione su Saud Abdulhamid?

"Saud l’ho visto in due spezzoni di allenamenti. Ieri gli abbiamo fatto fare 10 minuti e basta perché non volevamo sovraccaricarlo. Ha quelle caratteristiche che cerco io: è un giocatore che io conoscevo poco. Antonio Gagliardi forse è stato il primo in assoluto a consigliarmelo. Loro vedono un futuro campione ma dobbiamo lavorare tanto dal punto di vista tattico e tecnico. Lui ha qualcosa che a noi serviva, ha quel quel motore lì e va a 2000 all’ora e ancora non l’ha mostrato perché abbiamo fatto pochissimo in allenamento. E' un giocatore veramente veloce e dobbiamo metterci dentro qualche nozione tattica perché sicuramente qui in Italia è un calcio diverso rispetto a quello che è che c’è lì in Arabia Saudita. E' un ragazzo tanto solare, sorridente e positivo. Dobbiamo aiutarlo ad inserirsi con i tempi giusti in una squadra che è già forte di suo. Come ho già detto appena sono arrivato. Questa squadra è forte ma andava migliorata dal punto di vista fisico, dal punto di vista dell’uno contro uno".

Quanto c'è di vero delle varie discussioni avute con Bryan, Mancini e Souloukou?

"Di vero c'è solo una discussione con Bryan Cristante. Abbiamo discusso in campo per 10 secondi. Senza far volare parole grosse. Giusto una discussione normale, descritta poi in maniera completamente diversa con: 'si sono messi le mani addosso e si sono picchiati'. Questa è una cosa grave. E come faccio da un po' di anni a questa parte mi tocca querelare. Qui a Roma ne inventiamo tante, ma proprio perché ne ho sentite di tutti i colori adesso non lo permetto più. È stato scritto che io ho litigato prima e dopo la partita con l’Empoli con Lina ma non è vero.
Neanche la situazione con Mancini è vera. Il vostro lavoro è dire quello che è successo. Trovare qualche scoop, lo capisco ma inventarli è qualcosa sulla quale io non ho difesa. E soprattutto chi le legge fuori, mi sembra ci creda parecchio. Quindi sicuramente non fate ne il bene mio, ne il bene della società. Non c’è dubbio. Non stiamo aiutando la Roma. Ripeto, con Bryan ci siamo scontrati per una cosa di allenamento a 20 m di distanza ma tra una rissa e una discussione tra giocatore e allenatore ce ne passa".

14.33 - Quanto è stata difficile questa settimana? Con giocatori che arrivano e partono preparare una partita così importante come quella con la Juventus...

"È difficile ma ripeto non sono venuto qui a trovare scuse o alibi. È difficile anche per gli altri allenatori. Ho parlato con Roberto D’Aversa prima e dopo la partita contro l'Empoli. Anche loro sono nella stessa condizione eppure hanno vinto. Quindi non mettiamo alibi di nessun tipo. Non aiuta e non è l’ideale. Durerà solo una partita e poi ci concentreremo più su quello che è il da farsi".

La Juventus è stata costruita per vincere, la Roma è stata costruita per...

"Per migliorare quello che è stato fatto l’anno scorso. Secondo me la direzione presa è stata rispettata, che non vuol dire che dobbiamo per forza arrivare quarti, perché fare meglio dell’anno scorso vuol dire fare meglio di Inter, Juve, Milan, Bologna e Atalanta. Soprattutto fare meglio di queste qui non è una cosa facile. L’obbligo di questa squadra è andare in una certa direzione. Nella quale io credo profondamente. Poi, parliamo spesso di Atalanta ma adesso vediamo un progetto che iniziato in realtà otto anni fa. Che ha iniziato con Gagliardini, Cristante, Mancini, Caldara che piano piano hanno iniziato a ottenere dei risultati e piano piano hanno ottenuto risultati migliori. Se arrivavano sesti, ricostruivano. Anno dopo anno, nella stessa maniera. Sono portati adesso ad essere una squadra che costantemente scala le posizioni. Come eravamo noi 10 anni fa. Avevamo una squadra, una base per quelle posizioni lì. Noi dobbiamo arrivare lì. E' ovvio che quest’anno dobbiamo arrivarci subito ma secondo me già il fatto che fra un paio di anni noi saremo fissi lì - a prescindere da chi ci sarà - è il passo più importante che possiamo fare".

14.47 - Termina qui la conferenza stampa

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