Buffon: "Al PSG l'esperienza più bella della mia vita. Allegri non allena il catenaccio"
Gianluigi Buffon, portiere del Parma ed ex Juventus, è stato ospite della Bobo tv su Twitch, iniziando a parlare di Massimiliano Allegri: "Non è vero che allena il catenaccio, dà semplicemente ampia libertà di interpretazione ai giocatori. Si affida a loro, un Neymar per dire lo vorrebbe subito un allenatore così. E poi parliamoci chiaro, è l’unico che non si lamenta mai".
E Sarri invece?
"Io so cosa non ha funzionato, purtroppo alcune volte per difendere le scelte bisogna inimicarsi qualcuno. Lo hanno lasciato subito alla mercé dei risultati. Con lui ho un bellissimo rapporto, lo sento ancora oggi. Nel mio piccolo ho cercato di dargli una mano, perché aiutarlo significava aiutare la Juve. Peccato, non ha funzionato ma avrebbe potuto funzionare".
La Juve di oggi come la vede?
"Ora ci sono difficoltà, ma la Juve sta reagendo da Juve. Vedo compattezza e unione, al di là che possa piacere o no come gioco. La penalizzazione e il cambio della dirigenza hanno permesso ai ragazzi di fare gruppo per sfidare l’ingiustizia".
Ci parli della sua avventura al PSG.
"È stata l’esperienza più bella della mia vita. Lì mi sentivo un uomo libero. Dopo poco parlavo già francese, mi intrattenevo con le persone per strada, visitavo musei. E poi avevo la sensazione di essere in una squadra fortissima, il torello con cui aprivamo gli allenamenti era di una qualità incredibile. Ero convinto di poter vincere la Champions, eravamo superiori a tutti. Andammo a Manchester a giocarci l’andata degli ottavi con lo United e dominammo, li abbiamo presi a pallonate. Poi al ritorno siamo stati eliminati e quella resta ad oggi la delusione più grande della mia carriera. All’ambiente mancava l’attudine che c’era alla Juve, quella voglia di lottare come un Chiellini qualunque".
Perché è andato via?
"L'errore più grosso della mia vita. Rinunciai perfino a 10 milioni. Mi dissero in ritiro che mi avrebbero tenuto volentieri ma che in Champions avrebbero voluto puntare su Areola, un prodotto delle loro giovanili. Non l’ho accettato, per me nello sport deve giocare chi merita. Perché dovevo fare il secondo in Francia? Al massimo lo avrei potuto fare in Italia e infatti poi sono tornato alla Juventus. Però mi sono mangiato le mani, perché succede che Areola fa male e al suo posto prendono Keylor Navas".
Dal PSG è passato anche Thiago Motta.
"In Italia non capiscono un c***o e sapete quando me ne sono reso conto? Quando andavo in Nazionale e lo criticavano. Lui, il giocatore più forte dello spazio. Aveva un peso specifico enorme. Tra i 6 italiani più forti con cui ho giocato metto anche Di Natale. Ricordo un gol che segnò in un Catania-Udinese che se l'avessero fatto Messi, Neymar o Ronaldo...".
Che giocatore è Verratti?
"Prima di giocarci dicevo: 'Ma che c***o ci vedono di così speciale?'. Gol non ne faceva, assist idem. Vedendolo da vicino, posso dirvi che è uno dei più forti con i quali abbia mai giocato. In qualsiasi stadio vuole la palla tra i piedi, quando un compagno è in difficoltà gliela dà e Marco in 5 secondi te la trasforma in un contropiede. Con Verratti tutti si sentono più forti. Il suo modo di uscire dal pressing trasmette fiducia alla squadra. Fidatevi che con lui in campo anche io mi sentivo in grado di fare rilanci come Ederson. E poi riesce a deprimere gli avversari. A Manchester, dopo 20 minuti in cui non riuscivano a toglergli la palla hanno smesso di pressarlo".
Cassano alla Juventus avrebbe fatto bene?
"Abbiamo provato a portarcelo. Pur con i limiti e le intemperanze, era un talento talmente brillante che meritava di giocare con noi e gli avrebbe fatto pure bene. L’avrebbe migliorato e gli avrebbe fatto fare una carriera migliore. Sarebbe durato, aveva la stima mia e di Chiellini. È un competitivo, il calcio lo ama e gli piace dare sfoggio del proprio talento. Quando iniziava a giocare partite di livello, poi capiva che valeva la pena stare zitto ogni tanto".
Un commento su Spalletti e la stagione del Napoli?
"Spalletti già alla Roma aveva fatto vedere qualcosa di diverso. Il Napoli è una vetrina unica per il calcio italiano. Fa divertire, gioca un calcio vero. L'unica outsider in Champions è il Benfica, ma in caso di semifinale con gli azzurri non so se i portoghesi riuscirebbero a passare il turno. Questo gioco non si è mai visto e questa squadra mi entusiasma di più di quella di Sarri".
Champions, come vede il Napoli?
"Il Napoli è stato fortunato nel sorteggio, sarà come una partita di campionato. Può arrivare fino in fondo e sarei felicissimo nel caso".
Possibile un suo ritorno in Nazionale?
"No, sarebbe la cosa più sbagliata. Bloccherei la crescita di un serbatoio che c'è".
Quando si ritirerà?
"Mi piacerebbe smettere al massimo dopo la prossima stagione, non di più. Sono un competitivo, non voglio essere considerato un numero 2. Sono un insoddisfatto perenne, vado sempre al campo per migliorarmi".