Atalanta, Percassi: "Non so se possiamo definirci modello. Il Covid momento drammatico"
In una lunga intervista concessa a Tuttosport, il patron dell'Atalanta Antonio Percassi ha parlato dei successi arrivati sotto la sua gestione: "Io davvero non so se possiamo definirci un modello. E se devo essere sincero siamo stati noi a ispirarci molto agli altri, imparando un po’ da tutti in Italia e in Europa, traducendo poi quello che avevamo imparato a nostra misura e a quella del nostro territorio. Non so se siamo fonte d’ispirazione per qualcuno, non mi piace essere presuntuoso".
Qual è stato il momento più difficile di questi quindici anni?
"Il periodo del Covid è stato un dramma, con Bergamo così colpita. In una situazione dolorosa, la responsabilità di dover dare sollievo alla città e ai bergamaschi l’abbiamo sentita ancora più forte. Ci siamo fermati il minimo indispensabile con i lavori dello stadio per poi dare ai nostri tifosi una nuova casa, comoda e accogliente. Dovevamo restituire almeno in parte quell’affetto dei nostri tifosi che ci seguono ovunque, in Italia e in Europa. La vittoria dell’Europa League è stata un segno tangibile di quella riconoscenza nei loro confronti e del superamento di quel momento drammatico".
Il legame dell’Atalanta con il territorio sembra essere il punto cardine attorno a cui ruota tutto.
"Se facciamo cose straordinarie è grazie al legame, alla spinta e alla partecipazione concreta, generosa e passionale della nostra gente. Ci siamo alimentati vicendevolmente, il nostro è un legame che definirei sacro. Quando mi fermo a parlare con la gente a Bergamo, e lo faccio spesso, ogni chiacchierata si conclude con la frase “Tone, me raccumandi l’Atalanta”. Ed è la stessa frase che dico a mio figlio Luca nella prima e nell’ultima telefonata della giornata".