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Acquafresca: "Bologna come l'Atalanta. Dallinga? Io avevo più pressioni"

Acquafresca: "Bologna come l'Atalanta. Dallinga? Io avevo più pressioni"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
ieri alle 23:30Serie A
di Daniele Najjar

L'ex attaccante di Bologna e Cagliari - fra le altre - Robert Acquafresca, ha parlato ai microfoni di ZeroCinquantuno.it della situazione dei rossoblu di Vincenzo Italiano. Ecco un estratto delle sue parole.

Il Bologna lo segui ancora? Ti aspettavi un inizio di stagione così complesso?
"Quando riesco guardo volentieri le partite e sì, mi aspettavo questo genere di difficoltà perché è arrivato un nuovo allenatore e il mercato ha cambiato abbastanza faccia alla rosa, inoltre il recente passato è pieno di squadre che ci hanno messo un po’ per abituarsi ai due impegni settimanali: ora sta a mister Italiano e alla squadra reagire. Comunque, vista la forza della proprietà Saputo e la bravura del direttore tecnico Sartori, a mio avviso il migliore in Serie A, rimango convinto che il Bologna possa via via replicare quanto fatto in questi ultimi anni dall’Atalanta".

Come hai visto i rossoblù in Champions? Ritieni ci sia margine per agganciare i playoff?
"Sin qui il Bologna ha affrontato avversarie di alto o altissimo livello, e mi riferisco in particolare alle due inglesi, ma nonostante ciò se l’è sempre giocata e deve proseguire così. Ad oggi, in Europa ma anche in campionato, ha raccolto meno di quanto meritasse, ma il calcio è una ruota che gira e vedrete che man mano saprà restituire qualcosa. Centrare i playoff è obiettivamente difficile perché comunque parliamo di una squadra alla prima esperienza nella Champions moderna, peraltro con un nuovo formato, ma bisogna crederci e provarci fino in fondo".

Tornando al Bologna, ti rivedi un po’ nella situazione di Dallinga? Stessa età di quando arrivasti tu, un curriculum importante, il cartellino del prezzo e tante aspettative addosso…
"Ci può essere qualche punto di contatto ma direi che le aspettative e le pressioni su di me fossero maggiori, e anche il mio vissuto era diverso: arrivai sotto le Due Torri dopo aver ricevuto richieste da parte di squadre come Lazio e Napoli e a 24 anni, a livello di gol segnati in Serie A (35, ndr), solo Totti, Del Piero e Di Vaio avevano fatto meglio di me. Poi purtroppo le cose non sono andate affatto come avrei voluto".

Cosa non ha funzionato nel ‘progetto Acquafresca’, quello che doveva portarti a diventare l’erede di Di Vaio?
"Non cerco scuse, a Bologna c’era tutto per fare bene: piazza importante, città splendida, tifoseria calda, affettuosa e abituata bene. Noi calciatori professionisti dobbiamo cercare di reagire in maniera equilibrata sia alle critiche che ai complimenti, altrimenti è meglio cambiare mestiere. Io non sempre ci sono riuscito e sono veramente dispiaciuto per il modo in cui si è sviluppato il mio percorso in maglia rossoblù".

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