D'Aversa: "Sono contento, l'Empoli crede davvero nei giovani. Famiglia Corsi sempre onesta"
L'ultima esperienza a Lecce e quella testata ad Henry costata carissima, con il rischio di non essere più preso in considerazione da nessun altro club per un episodio del genere. Mentre in questa stagione, sulla panchina dell'Empoli, Roberto d'Aversa si sta togliendo delle soddisfazioni e sta valorizzando appieno il progetto giovani talenti, come ha raccontato nell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport - in edicola oggi.
"Sono contento del lavoro che stiamo facendo con un club che davvero crede nei giovani e che ha sempre fatto un progetto chiaro e radicato nella sua zona. Qui i ragazzi possono sbagliare e continuano a giocare. La famiglia Corsi è sempre molto onesta coi tifosi e loro apprezzano quest’idea di calcio. Io amo lavorare con i giovani, sono felice di aver contribuito alla crescita di giocatori come Bastoni e Kulusevski e spero che presto tocchi a Fazzini, Seghetti, Marianucci, Tosto e altri ancora partire da Empoli e finire in una grande squadra".
Eppure D'Aversa è tornato a parlare dell'episodio con Thomas Henry, che lo ha segnato nel profondo. Nonostante l'appoggio della famiglia non sia mancato: "Rientrare in casa e guardare in faccia i miei figli, che erano allo stadio. Mia moglie Claudia è stata fondamentale in tutto e ha fatto crescere i ragazzi con principi e valori importanti. Sono stati bravi a starmi vicino e a comprendere che si era trattato di un errore. Quello è un gesto che non mi appartiene, chi mi conosce lo sa. Io dovevo solo riconoscere l’errore, chiedere scusa e riabilitarmi comportandomi come avevo sempre fatto prima".