Mario Mandzukic, da straordinario centravanti a incredibile ala tornante. Grazie ad Allegri
Mario Mandzukic è sembrato un giocatore generazionale. Non tanto per i gol, nonostante facesse il centravanti e abbia vinto praticamente tutto nella sua carriera. Bensì come, nell'ultimo periodo, sia diventato un'ala tornante di primissimo livello. Corsa, sacrificio, potenza, gol. Di solito, come accade a chiunque, si arretra il raggio d'azione per fare meno fatica. Cosa che non è successa con Massimiliano Allegri, bravo nell'individuare una potenzialità diversa, un po' come fatto da Mourinho con Eto'o ai tempi. Da una parte c'era Milito, dall'altra Higuain. Come altri del suo livello, è passato da un mese clamoroso ad altri incolore, fino al ritiro.
Perché può capitare: un giocatore che fa la differenza fino a un'età avanzata, oltre i trent'anni, passa senza indugio a non determinare più. È capitato a un campione di longevità come Antonio Di Natale, è successo a Mandzukic. Alla Juventus ha giocato 162 partite e 44 gol fatti, andando solamente una volta in doppia cifra in campionato. Con il Bayern Monaco ha vinto la Champions, la Intercontinentale e la Supercoppa europea, oltre a svariati Scudetti in Italia, due Meisterschale, diversi campionati croati. Solo con l'Atletico Madrid, nella sua carriera da protagonista, non ha vinto LaLiga.
Nella sua età più avanzata, invece, finisce all'Al Duhail, poi al Milan di Pioli, dove però è praticamente un fantasma, rimanendoci solamente pochi mesi. Nella sua Slavonski Brod c'è un murales dedicato a lui e Ivica Olic, altro grande attaccante della Bundesliga e della nazionale croata. Oggi Mario Mandzukic compie 38 anni.