Carlo Nesti: i pensieri della stagione 2022/2023
Questo è il diario dei miei "pensieri", a partire dal luglio 2022, fino ad oggi, in ordine inverso. Per consultare l'archivio delle stagioni precedenti, digitate https://www.tuttomercatoweb.com/la-scheda-di-carlo-nesti.
28-6-2023
Carlo Nesti: "Torino: 205 errori arbitrali in 3 anni"
Come ho spiegato altre volte, l’Arbitrometro è un sistema inventato da me, e realizzato da Massimo Fiandrino, che conteggia gli errori commessi dagli arbitri, e non corretti dal Var, secondo la “moviola” del lunedì de “La Gazzetta dello Sport". Passando in rassegna gli ultimi 3 campionati delle "grandi tradizionali", e cioè questi "anni 20" del nuovo Millennio, sono rimasto sconcertato nel vedere sempre in testa alla classifica degli sbagli il Torino: nel 2020-21 67, nel 2021-22 55, e nel 2022-23 addirittura 83. In 3 tornei, quindi, 205 errori. Diamo pure per assodato che l'aggressività della squadra di Juric crei più occasioni di contestazione arbitrale. Mi pare, tuttavia, che il gioco granata non sia sufficiente per giustificare un simile accanimento, da parte dei direttori di gara. Un'enormità, che meriterebbe una riflessione di chi di dovere.
21-6-2023
Carlo Nesti: "Juve: Totoformazione 2023-24"
La premessa-chiave è rappresentata da una incongruenza. La Juve doveva scegliere prima il direttore sportivo (Giuntoli), e poi l'allenatore (con Giuntoli non sarebbe stato Allegri). Al contrario, ci ritroviamo con un allenatore, Allegri, e un uomo-mercato provvisorio, Manna. Di qui, la difficoltà di capire la vera strategia. Ipotizzando il 3-5-2, caro al livornese, disegno questa formazione in tempo reale: Szczesny / Danilo, Bremer, Gatti / Castagne, Locatelli, Pogba (Fagioli), Rabiot (Milinkovic Savic), Kostic (Parisi o Cambiaso) / Chiesa (Zaniolo), Milik. Partenti Cuadrado, Alex Sandro, Paredes, Kulusevski, McKennie, Di Maria e Vlahovic. Due sensazioni. La prima è che si voglia andare sul sicuro, e costruire la squadra attorno a talento ed esperienza di Rabiot. La seconda è che un pezzo pregiato partirà, e con l'acquisto di Milik, non si resterà insensibili alla coda di acquirenti per Vlahovic.
15-6-2023
Carlo Nesti: "Superpagella contro algoritmi: vince Osimhen"
La mia Superpagella contro i loro... algoritmi. I cervelli fumanti dei giornalisti contro l'intelligenza artificiale dei computer. Una sfida titanica? No: nessuna sfida. Solo il piacere, magari vintage, di mantenere in vita l'interesse per le valutazioni umane sui giocatori di Serie A. Come ogni anno, grazie ai calcoli di Massimo Fiandrino, ho considerato le medie-voto delle pagelle dei 3 quotidiani sportivi. Ed ecco cosa è emerso, dopo 38 giornate. Ha vinto, di "corto muso" (ma qui, per fortuna, Allegri non c'entra), Osimhen, con 6,87, davanti a Kvaratskhelia, con 6,67. Un premio individuale per l'attacco più spettacolare d'Italia, valore aggiunto della macchina da guerra di Spalletti. Poi, al terzo posto, il portiere, che ha reso possibile la salvezza della Salernitana. Non solo lui, ma molto di lui: Ochoa con 6,55. E gli italiani? Quarto Berardi, a quota 6,53. Quinto Vicario, a quota 6,49.
11-6-2023
Carlo Nesti: "Inter: il coraggio di guardarli negli occhi"
Ha la sfrontatezza di guardare negli occhi l'avversario, per l'intera durata della contesa. Di sfidarlo. Di morderlo. Di domarlo. Questa è l'Inter anti-City: quella che doveva incassare 4 pappine, e tornare a casa, a piangere in un angolino. Invece, se i nerazzurri piangono, è perché sono consapevoli, da una parte, di avere giocato ad armi pari, e dall'altra, di avere perso un'occasione d'oro. Bruciano, come ferite aperte, e difficilmente rimarginabili, 3 palle-gol: l'eccesso di egoismo di Lautaro, la traversa di Dimarco, con auto-respinta di Lukaku, e l'incornata del belga. Peccato... peccato... peccato... ripensando alla vigilanza di Acerbi, al sacrificio di Brozovic, alla maratona di Barella, e alle fiondate di Dimarco. E' mancato all'appello l'attacco, e questo è l'aspetto che spiega di più la sconfitta, al pari della dea bendata e crudele. Grazie Inter, comunque, per averci fatto sentire "qualcuno".
5-6-2023
Carlo Nesti: "Bilancio stagionale: 2 pregi e 2 difetti"
SINTESI - Gli aspetti più brillanti sono stati lo strapotere del Napoli, in campo nazionale, ma spesso anche internazionale, e le 3 squadre nelle finali di Coppe, Inter, Roma e Fiorentina. Gli aspetti meno brillanti la distanza di tutte le antagoniste del Napoli dalla capolista, e l'avventura disgraziata della Juventus, a livello finanziario e giuridico.
NAPOLI - Il campionato è stato veramente illuminato da una stella, di nome Napoli, con 16 punti sulla seconda. Una stella, che si è riaccesa dopo 33 anni di attesa, dai tempi di Maradona. Le 2 caratteristiche principali del successo sono state la capacità di immediata rifondazione, dopo che in estate la società aveva perso Koulibaly, Fabian Ruiz, Insigne e Mertens. Nessuno si aspettava una stagione di lancio e rilancio da parte di Osimhen, Kim, e Kvaratskhelia. Inoltre, è stata decisiva una partenza folgorante, che ha capitalizzato al massimo il primo periodo di attività, fino ai Mondiali in Qatar. Ne sono scaturiti, con le idee di Giuntoli e la guida di Spalletti, un Napoli spettacolare, spavaldo, aggressivo e offensivo, spesso ai limiti della perfezione.
CHAMPIONS LEAGUE - La zona Champions ha premiato Lazio, Inter e Milan.
INTER - La squadra più forte dopo il Napoli, a mio giudizio, è stata l'Inter, che non a caso è approdata alla Coppa Italia, alla Supercoppa italiana, e alla finale di Champions League. La squadra di Inzaghi, come un ciclista, si è rivelata spietata sulle gare in linea, a eliminazione diretta, e svagata nelle gare a tappe, la Serie A, con 12 sconfitte, e 18 punti dallo scudetto. L'attacco, da Lautaro a Lukaku, è esploso solo in dirittura d'arrivo della stagione.
LAZIO - La Lazio ha confermato che un allenatore come Sarri ha bisogno di almeno 2 campionati, per lasciare la sua impronta, a costo di rivedere e correggere, con Lotito e Tare, i difetti del primo anno, e sapere fare tesoro di una mancanza, come la lunga assenza di Immobile.
MILAN - Il Milan ha pagato il livello meno qualificato del previsto delle seconde linee, soprattutto in avanti, dove la presenza di Ibrahimovic è stata puramente simbolica. I rossoneri, forse, avevano espresso il 200 per 100 del loro potenziale nel 2021-22, e al momento di compiere uno sforzo analogo, non si sono ripetuti, pur toccando il picco della semifinale di Champions League contro i cugini interisti.
JUVENTUS - Se non trova posto la Juventus, fra le prime 4, è per 2 ragioni. Da una parte i travagli giuridico-finanziari di una annata che si è rivelata, per usare il lessico di Allegri, uno stillicidio di penalizzazioni, per mesi, modulate e rimodulate. Dall'altra, il fallimento di pedine-chiave come Pogba, Di Maria e Vlahovic, che ha indebolito l'impianto di gioco già di per sé fragile del tecnico livornese.
FINALI EUROPEE - Un dato in controtendenza, rispetto alla scarsa fortuna della Nazionale, è costituito dalla presenza di 5 squadre nostrane nelle semifinali delle 3 Coppe europee. L'Inter, in Champions League, può dirsi già orgogliosa di avere raggiunto la finale contro il Manchester City, perché la formazione di Guardiola, sulla carta, è nettamente più quotata. La Fiorentina, in Conference League, potrà giocarsela ad armi pari con il West Ham. La Roma, in Europa League, è incappata in una di quelle sfide, contro il Siviglia, che, se le giochi 10 volte, 10 volte danno esiti diversi. I gialorossi hanno dato tutto, e sono stati sfortunati. Più gioco degli spagnoli, e più occasioni degli italiani, tanto che qualsiasi altra analisi sarebbe fuori luogo.
NAZIONALE - Se la Nazionale prima ha vinto gli Europei, e poi non ha saputo raggiungere la fase finale dei Mondiali, probabilmente è perché il calcio azzurro rappresenta una via intermedia fra i 2 opposti risultati. Con il 62% di stranieri in Serie A, diventa problematica la crescita di giocatori italiani compressi dalla concorrenza estera, persino a livello giovanile. E la carta della della disperazione diventa quella degli oriundi, pescati anche nei campionati stranieri, come ad esempio Retegui in Argentina.
1-6-2023
Carlo Nesti: "Un'Odissea di 146 minuti, ma l'Ulisse non è la Roma"
Un'Odissea di 146 minuti, ma l'Ulisse è il Siviglia, per la settima volta. Poco calcio. Tanta garra (40 falli). Ma anche tanta sfiga. Il rigore negato per il braccio largo di Fernando. La traversa di Smalling, il migliore con Dybala e Matic, all'ultimo minuto. Il rigore decisivo di Montiel fatto ripetere. Al Siviglia la prevalenza nel gioco: 66% del possesso palla. Alla Roma le occasioni migliori: 4-3 i tiri nello specchio della porta. Giallorossi da applausi per come hanno lottato. Finché è stato in campo Dybala, anche con creatività. Poi è stata solo battaglia, pure per il generale Mou in panchina. E a chi non è venuta in mente la finale del 1984? Destino cinico e baro. Stavolta Josè ha perso una finale europea. Ma esiste sempre una struggente identificazione fra lui e la squadra. Peccato. Grazie Roma. Stavolta, per consolarsi, ci vuole proprio Venditti.
25-5-2023
Carlo Nesti: “Vince la cilindrata superiore dell'Inter"
Alla fine, dinanzi ad una Fiorentina scintillante, pesano le cilindrate. Quella dell'Inter è superiore, e sa dimostrarlo, nelle sfide secche, anche contro avversari-pavone, belli ma leggeri. In questa prevalenza dei valori individuali nerazzurri, svetta la forma-Champions di Lautaro: decisivo. Inzaghi dovrà curare, prima di Istanbul, il fisico, perché la ripresa è stata troppo sofferta. Contro i viola, la tenuta atletica è bastata. Contro il City non basterebbe. La Fiorentina è coerente: l'integralista Italiano non modera la sua spavalderia offensiva contro nessuno. Nella prima metà del primo tempo, e nel secondo, i toscani sovrastano gli avversari, traditi dagli errori di Jovic. Meriterebbero i supplementari, ma pagano l'atteggiamento a senso unico. In certi frangenti, come dopo la metà del primo tempo, bisognerebbe azionare anche il freno, e non sempre l'acceleratore.
17-5-2023
Carlo Nesti: “Inter: Lautaro più Torero, che Toro"
Senza sponsor, quelle maglie sono romanticamente vintage. Così come nostalgico è ritrovarsi, dopo 13 anni, in finale Champions. Il verdetto è limpido: Inter più forte del Milan. Acerbi è il nuovo leader, che cancella Skriniar e De Vrij. Dumfries invade la rotaia Hernandez-Leao. Barella è energia elettrica inesauribile. Lautaro più Torero che Toro: è lui a matare gli altri. L'Inter lascia 1 tiro nello specchio al Milan, e tira 14 volte a 5: equilibrata e schiacciante. I rossoneri avevano 2 possibilità: il gol subito e Leao. Ma le mancano con il rigore in movimento di Diaz, e la gamba ancora convalescente del portoghese. La squadra di Pioli, Tonali a parte, è tanto trasparente da sembrare svogliata. E, invece, è l'illusione ottica del divario, ammesso dallo stesso Maldini. Pioli sostituisce Diaz e Messias solo sullo 0-1, dopo 77' di evanescenza: perché?
11-5-2023
Carlo Nesti: “Ai blocchi di partenza... solo Inter Jacobs"
Ai blocchi di partenza, c'è solo l'Inter, in versione Marcell Jacobs, ma non il Milan. Il colpo di pistola è una pallottola che stende subito il nemico. Dzeko cigno volante. Poi, Mkhi-traglia da kappaò tecnico. Se non fosse per un palo, l'Inter sarebbe già in finale. Tutti, da Bastoni a Barella, danzano sul Diavolo. Poi, nel secondo tempo, si siedono attorno ad un tavolo, e amministrano. Il Milan, al contrario, sente subito che, a sinistra, c'è un contratto firmato, ma non chi firma: Leao. La mazzata di Bennacer out significa fantasia meno regia, uguale zero. Solo all'inizio del secondo tempo, si ode eco di risveglio. Saelemaekers ha il sacro fuoco, ma viene spento, stranamente, da Pioli. Se, nel ritorno, ci sarà Leao, resta un pizzico di incertezza. Ma quale Leao? Per uno stiramento, martedì può essere ancora troppo presto.
5-5-2023
Carlo Nesti: “Quello scugnizzo che salta nel cuore di miioni di napoletani"
Nei cuori di milioni di tifosi del Napoli, sparsi in tutto il mondo, c'è un fanciullesco scugnizzo, che salta di felicità. Napoli mille colori, come cantava Pino Daniele, ma soprattutto 3: il bianco, il rosso e il verde. Meno di un anno fa, il Google partenopeo lavorava solo su una parola: "transizione". De Laurentiis si lamentava di avere speso più del Milan scudettato. Cedeva, o perdeva, Koulibaly, Fabian Ruiz, Insigne e Mertens. "Scudetto" apparteneva solo alle penne nostalgiche di chi, al massimo, aveva visto la squadra di Sarri giocare meglio di chi vinceva il titolo. Nomi come Meret, Kim, Lobotka, Anguissa, Kvara e Osimhen servivano molto poco alla propaganda spallettiana. Da un mazzo di carte, che si pensava intasato di picche, sono usciti, all'improvviso, re e regine di cuori. Se il calcio non sa sorprendere, non è calcio. Per i vicoli di Napoli, l'hanno capito già al "pronti-via" di un'estate fa.
27-4-2023
Carlo Nesti: “Inter bella con spirito, Juve brutta senz'anima"
Una sintesi, se vi va, del derby d'Italia: Inter bella con spirito; Juve brutta senz'anima. Sul fronte Inzaghi, Dimarco è qualcosa più di un esterno sinistro. Segnato il gol, la squadra arretra il baricentro, e costruisce una ragnatela impenetrabile. Acerbi giganteggia, con l'intera retroguardia, Mkhitaryan punge, e Lautaro morde. Una dimostrazione di efficienza, che nega qualsiasi palla-gol agli avversari. Meno possesso palla del solito, ma 11 tiri a 5. Sul fronte Allegri, alcuni punti di partenza assurdi. In difesa, Bonucci, fermo da una vita, al posto di Danilo. A centrocampo, Miretti al posto di Fagioli. In attacco, la cancellazione del reparto, per abbinare 2 pedine, Di Maria e Chiesa, inadatte al gioco aereo. All'inizio della ripresa, poi, nel momento in cui entra l'unico saltatore, Milik, esce l'unico crossatore, Kostic. Il finale? I rituali 10' di atelier-Pogba.
19-4-2023
Carlo Nesti: “Napoli-Milan: furore contro veleno"
"Furore": è il "mantra" che sembra trascinare il Napoli, nei primi 20 minuti, quando 7 tiri a 0 sventrano il Diavolo, ma senza abbatterlo. Poi, lo spartiacque improvviso: dal forcing ossessionante, ma troppo frenetico degli azzurri, al contropiede del Milan, arroccato e velenoso. Il rigore-flop di Giroud, il Meret paratutto, e il gol comodo del francese. Nel frattempo, il malocchio altrui, con gli stop di Politano (ottimo) e Mario Rui, e il rigore (evidente) negato a Lozano. Nelle marcature degli assi, la chiave del match. Kvara: prigioniero di raddoppi spigolosi come le manette di un pregiudicato. Leao: libero di coltivare, a briglie sciolte, giardini spaziosi. Al Napoli, una punizione eccessiva, dopo avere, a tratti, imperversato. Al Milan, un premio meritato, per come ha difeso coralmente, in modo meticoloso e scientifico: leggi Maignan, Calabria e Kjaer.
12-4-2023
Carlo Nesti: “A Lisbona prefisso INTER-nazionale 0-2"
Prefisso Inter-nazionale 0-2. Inzaghi cala l'asso di Bastoni (6 assist), e pesca la testa di Barella (7 gol), come in allenamento. E' una delle chiavi del suo gioco, quando, al posto del Dimarco a tutta fascia, è il braccetto della difesa a 3 ad affrancarsi dalle marcature. Questo, prima del raddoppio di Lukaku, è il sigillo dell'Inter che non ti aspetti. Quella che il Portogallo, dopo Oporto, propone anche a Lisbona in chiave brillante, e rigenerata, rispetto al campionato. Bisognerebbe sempre scrollarsi di dosso il disfattismo critico. Anche a Salerno, il pareggio era maturato solo all'ultimo minuto, e dopo 14 palle-gol. Da Onana ad Acerbi, da Darmian a Mkhitaryan, fino all'intero collettivo, la prevedibile trincea si è evoluta in una esibizione di lucida personalità e puntuali contrattacchi. Vittoria all'europea, dopo 6 partite senza successi, e non vittoria all'italiana.
3-4-2023
Carlo Nesti: “Napoli-Milan: e se lo 0-4 servisse ad entrambi?”
Volete scommettere che questo 4-0, fra Milan e Napoli, servirà ad entrambi, in modi diversi, in vista della Champions League? La squadra di Pioli aveva perso troppe certezze, dopo appena un punto in 3 partite. Serviva la prova del campo per avere la consapevolezza di dovere cambiare modulo. Dal 3-4-2-1 al finto 4-2-3-1, perché in realtà Krunic è il terzo mediano di un 4-3-3. Ora, con il ritrovato Leao, travolgente dopo 11 turni di digiuno, ha in tasca la mossa da opporre a Kvara. La squadra di Spalletti, invece, con quei 23 punti di vantaggio sul Milan, rischiava solo di guardare troppo dall'alto in basso i malcapitati avversari. Il recupero di Osimhen ridarà un senso ad un gioco incapace, a tratti, di produrre autentiche palle gol: 20 tiri sono tanti, ma 4 nello specchio della porta pochi. Simeone e Raspadori valgono, ma il nigeriano (25 gol totali) è un'altra cosa.
27-3-2023
Carlo Nesti: “Osimhen leader nelle pagelle dei quotidiani sportivi”
Grazie all’analisi e alla sintesi di Massimo Fiandrino, abbiamo preso in considerazione i voti in pagella dei giocatori di Serie A, espressi dai 3 quotidiani sportivi italiani: "La Gazzetta dello Sport”, “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”. Dopo 27 giornate, le medie voto premiano Osimhen (Napoli ) 7,06, Kvaratskhelia (Napoli) 6,9, e Ochoa (Salernitana) 6,68. Seguono Lobotka, Kim, Laurientè, Vicario, Zaccagni, Perin e Simeone. Dando un’occhiata panoramica alle 9 potenziali “grandi” del torneo, in ordine alfabetico, i leader in classifica sono: nell’Atalanta Lookman 6,34, nella Fiorentina Terraciano 6,17, nell’Inter Calhanoglu 6,24, nella Juventus Perin 6,5, nella Lazio Zaccagni 6,53, nel Milan Maignan 6,44, nel Napoli Osimhen 7,06, nella Roma Dybala 6,49, e nel Torino Schuurs 6,4.
21-3-2023
Carlo Nesti: “Prima punte cercasi: si spera, ma non si spara più”
Per noi, che siamo nati sotto cieli azzurri, attraversati da “rombi di tuono”, è dura ammettere la verità. Al posto dei Gigi Riva, cantati dai Gianni Brera, troviamo un arido deserto di prime punte, che giustificano il grido di allarme di Mancini. Dopo Gilardino e Toni (Mondiali 2006), ci abbiamo provato con Balotelli, Belotti, Gabbiadini, Immobile, Pellè e Zaza. Abbiamo insistito con Kean, Pinamonti, Raspadori e Scamacca. Ora, ci troviamo alle prese con la crudeltà delle cifre. Nell’anno solare 2022, i giocatori italiani con almeno 10 gol in campionato sono stati 3, dei quali 2 prime punte. I francesi, per la cronaca, sono 21, e gli inglesi 11. Per questo, si è arrivati a pescare ai confini del mondo, come disse Papa Francesco: in Argentina, precettando Retegui. I tecnici affondano la lama nei settori giovanili. Tutto è stato immolato al gioco collettivo, alla religione dei “2 tocchi e via”, alle sponde invece dei tiri, e all’abolizione dei rischi personali. Si spera, ma non si spara, e le reti non si gonfiano più.
15-3-2023
Carlo Nesti: "Inzaghi come Spalletti: "Cuore, cervello e cu...""
I 3 segreti di Spalletti, per fare strada in Europa, calzano a pennello per Inzaghi: "Ci vogliono cuore, cervello e cu...". Sono proprio i requisiti di un San Simone, con ghiaccio, legittimamente ringalluzzito dalla qualificazione: "L'Inter, in 12 anni, ha vinto 1 titolo, ed io, in 18 mesi, 3". E' un'Inter ferri-gna (e qui Riccardo non c'entra), che va giudicata secondo tempi, e modi, distinti. Per 90', impermeabile, con Darmian, seppure ammonito, e Lautaro vertici della piramide dei voti: alto il primo, basso il secondo. Poi, per 7 minuti incomprensibili di recupero, catenacciara, salvata da 2 pali, stra-Onana e Dumfries. E' vero che il Porto impone il 67% del possesso palla, ma con sporadici sbocchi. E' altrettanto vero che 5 tiri nerazzurri, contro 7, finiscono nello specchio della porta, segno di una fase, comunque, intraprendente di contenimento.
9-3-2023
Carlo Nesti: "Milan: Maignan come lo Zoff di Italia-Brasile"
Un tridente vero in difesa. Un tridente falso in attacco. E il Diavolo gode. Dietro, Tiaw è ormai molto più di una sorpresa, cerniera-lampo fra Kalulu e Tomori. Alle loro spalle, l'acquisto d'oro del Milan odierno si chiama Maignan, prodigioso nel finale come lo Zoff di Italia-Brasile. Davanti, Giroud si sbatte quanto il più umile dei Mandzukic. Pioli gli mette Leao vicino, al centro, ma è burro fuso. Petizione: ritorni sull'out sinistro. In compenso, lascia un tappeto verde per gli sprint di Hernandez. Brahim Diaz svaria ovunque, e diventa un eccellente trottolino amoroso, che crea contro i giganti di argilla rivali. Messias ne approfitta, e annulla l'irriconoscibile Perisic con il suo mix di modestia e fantasia. In mezzo, Tonali è molto meglio di Krunic. Le cifre dicono che il Milan si è difeso, ma tirando 14 volte a 9 contro Forster: e scusate, se è poco.
1-3-2023
Carlo Nesti: "Un derby ricco di petardi e povero di coriandoli"
Udite, udite: quasi un derby d'altri tempi, ricco di petardi, e povero di coriandoli. Un tempo del Toro, un tempo della Juve. La differenza: la cifra complessiva della qualità bianconera (nella ripresa, Kostic, Chiesa e Pogba, in un piatto di Fagioli), emersa al momento del calo della quantità granata. Allegri era quel tale, che non lanciava mai i giovani: ora osa persino spodestare Paredes, per telecomandare il robot Barrenechea. Juric è quel tale, che continua a lanciare anatemi: ora osa persino svergognare Radonic, per eccesso di leziosità superflua. Belli i granata dei primi 45', spavaldi nel pressing alto, e sempre alle costole di Madama. Belli i bianconeri dei secondi 45', finalmente più alti del solito, e prodighi di sciabolate pungenti. Toh, chi si rivede: Pogba. Un play marmoreo, che può ancora recitare la parte del tenore, a patto di venire scortato dai compagni, in mezzo, e ai lati.
22-2-2023
Carlo Nesti: "Juve di giugno: ti prego, "indietro tutta"!"
Se è vero che Massara si staglia all'orizzonte, mi sento di esprimere un'opinione. C'è stato un Allegri da 5 scudetti di fila, e 2 finali di Champions, che ho ammirato. C'è un Allegri da vittorie di misura, e dal gioco non superiore allo Spezia, dal quale mi dissocio. Due considerazioni: 1) Massara, nelle scelte, sarebbe uomo di Allegri; 2) i nuovi vertici bianconeri hanno previsto nessuna ricapitalizzazione, e una grossa fetta della torta costituita dai giovani. Personalmente, alla luce di ciò, ritengo siano necessari un allenatore diverso e giochista, e un diesse allineato. Laddove non potranno arrivare i campioni , molti sul piede di partenza in caso di penalizzazione (o peggio), dovranno arrivare le idee. Dunque, "indietro tutta", come scandiva Renzo Arbore. Si torni alla filosofia riformista, che portò a Sarri, ma non più per vincere per forza, bensì per ricominciare.
15-2-2023
Carlo Nesti: “Non un Milan seducente, ma un Milan fosforescente”
Sarebbe stato troppo, dopo 4 sconfitte e 1 successo, pretendere un Milan spettacolare. Ma il fosforo, sotto forma di consistenza e razionalità, è stata la chiave vincente. Sul piano tattico, la squadra di Pioli ha vinto il duello con il Tottenham, perché, capitalizzando il lampo iniziale del gol di Diaz, ha preso le misure dell’avversario per tutti i 90 minuti. Se, da una parte, i rossoneri hanno avuto 2 sole grandi occasioni, al 78’, nel giro di un minuto, con la sventurate zuccate di De Katelaere e Tiaw, dall’altra, gli uomini di Conte non hanno mai visto Tatarusanu, se non con insidie in fuorigioco. In difesa (a 3), sorprendente Tiaw su Kulusevski, e ringhioso Kjaer su Kane. Ai lati, vigile Saelemaekers su Perisic, e pungente Hernandez, tormento di Royal a tutta fascia. In mezzo, meglio il guerriero Tonali della sentinella Krunic. In attacco, Leao luminoso a intermittenza, ma per lo meno tangibile, dopo tante deludenti sparizioni.
6-2-2023
Carlo Nesti: “CalcioFestival di Sanremo 2023: e se fossero i calciatori a cantare?”
Sia benedetta l'ironia! Ed è proprio questo lo spirito, con il quale rinnovo una consuetudine. In nome del terzo mestiere di paroliere musicale, della passione eterna per il calcio, e dell'amore per il Festival di Sanremo, mi cimento in un gioco. E se fossero i personaggi del mondo del pallone a cantare le canzoni in gara? Ciascuno, probabilmente, sceglierebbe l'abbinamento con una situazione personale, sempre con il sorriso sulle labbra.
Anna Oxa - "Sali" - Canta Inzaghi, rivolto a Dimarco.
Ariete - "Mare di guai" – Canta il CDA della Juventus.
Articolo 31 - "Un bel viaggio" – Canta la rosa del Frosinone.
Colapesce Dimartino - "Splash" – Canta Pioli.
Colla Zio - "Non mi va" – Canta Zaniolo.
Coma_Cose - "L'addio" – Ranocchia (appena arrivato al Monza).
Elodie - "Due" – Canta Di Lorenzo, con addosso il suo numero di maglia preferito.
Gianluca Grignani - "Quando ti manca il fiato" – Canta Di Maria.
Gianmaria - "Mostro" – Canta Osimhen.
Giorgia - "Parole dette male" – Canta Commisso.
I Cugini di Campagna - "Lettera 22" – Canta, da Lassù, Gianni Brera.
Lazza – “Cenere” – Canta la rosa del Milan , dopo 4 sconfitte consecutive.
LDA - "Se poi domani" – Canta Conte, se tornasse in Italia.
Leo Gassmann - "Terzo cuore" – Canta Anguissa, pilastro con Lobotka e Zielinski.
Levante - "Vivo" – Dedicata a Vialli, nel ricordo di tutti.
Madame - "Il bene nel male" – Cantano gli addetti al Var.
Mara Sattei - "Duemilaminuti" – Canta Infantino, sui recuperi delle partite dei Mondiali.
Marco Mengoni - "Due vite" – Canta Pogba, ex calciatore e uomo-immagine.
Modà - "Lasciami" – Canta Skriniar.
Mr. Rain - "Supereroi" – Cantano, da Lassù, Pelè e Maradona.
Olly - "Polvere" – Canta la rosa della Sampdoria.
Paola & Chiara - "Furore" – Canta Spalletti.
Rosa Chemical - "Made in Italy" – Canta Mancini.
Sethu - "Cause perse" – Canta Andrea Agnelli.
Shari - "Egoista" – Canta Mourinho.
Tananai - "Tango" – Canta Lautaro.
Ultimo - "Alba" – Canta Francesco Oppini, rivolto alla madre.
Will - "Stupido" – Canta Ancelotti, rivolto a Gattuso.
6-2-2023
Carlo Nesti: “Inter-Milan: Meazza fotocopia di Riad"
La storia si ripete, e il Meazza si sovrappone a Riad. Ecco il replay, nel derby, di quell'Inter famelica, assalitrice e dominante. Al novantesimo, le cifre sono spietate: 64% di possesso palla, con 15 tiri a 4, dei quali 4-0 nello specchio della porta. Capitan Lautaro è un Toro, che vede rosso (nero), e si infiamma di furore balistico, trascinando tutti. Skriniar è sordo ad ogni critica, e guida la difesa, con Acerbi e Bastoni, tritaGiroud. La domanda "che succede al Milan?", dopo 4 kappaò di fila, meriterebbe un minuto di silenzio. La transizione di Pioli dal 4-2-3-1 al 3-5-2 è devastante. Krunic regista impalpabile, Messias e Origi interni senza senso, Leao in castigo, quando occupa da solo 3 avversari in marcatura. Misteri di una alchimia tattica rinnegata dopo 45', ma, intanto, hai regalato un tempo agli avversari. Questo Milan sembra sempre fiacco: gambe o testa?
1-2-2023
Carlo Nesti: “Juve: si può essere fuorilegge senza una legge?"
Sul Juvegate si possono scrivere 100 righe, e non riuscire a dire tutto. E si possono scrivere 10 righe, e non dire niente di nuovo. Scelgo, per esigenze di spazio, la seconda strada. Innanzitutto, massimo rispetto per chi mette insieme 36 pagine di motivazioni, perché dietro c'è, per forza, un lavoro accurato. Ma... mi permetto... Si parla di "illecito grave, ripetuto e prolungato", tale da delineare un "sistema" fraudolento. Ma come si fa ad infliggere 15 punti di penalizzazione, e cioè con certezza di "dolo", quando l'illecito, giuridicamente, non esiste? E sì, perché nessuno, nel calcio italiano, ha mai classificato le plusvalenze, piacciano o no, come reato. La prova? In passato, Inter prosciolta 2 volte, in 2 stagioni. Recentemente, Juve archiviata 2 volte, in 2 processi sportivi. Si direbbe, in pratica, che la società bianconera sia considerata "fuorilegge", senza la presenza di una "legge". Strano, no?
25-1-2023
Carlo Nesti: “La "Divina Commedia" del girone di andata"
La "Divina Commedia" del campionato archivia il suo girone d'andata dantesco, per il quale è stato necessario traghettare tutti da una sponda all'altra della sosta-Qatar: la guida di Caronte Napoli è ben salda. Il Milan scivola sempre più in basso sulla scala "a Pioli", come se la rimonta della Roma (da 0-2 a 2-2) l'avesse sgonfiato, al pari di un canotto bucato. La Lazio, d'accordo, "ei fu siccome Immobile", ma trova altri Bonaparte in attacco, impugnando il nuovo tridente senza paura della grande assenza. L'Inter alterna la ferocia del falco al gracchiare della cornacchia, battendo Napoli e Milan con le "palle" (gol), e impattando Monza, Verona ed Empoli con le batterie scariche. La Roma, dopo il derby, viaggia al ritmo di 4 vittorie e 3 pareggi, si concede il lusso di non stare più dietro ai capricci di Zaniolo, e minaccia di sbarazzarsene, forte del recupero di Dybala.
21-1-2023
Carlo Nesti: “Juve: punizione inevitabile, ma gli altri club sono innocenti?”
Sembra di rivivere i giorni di Calciopoli, con gli stessi motivi di legittimità, ma anche di accanimento. Sicuramente la punizione, inflitta alla Juventus, è ovvia, alla luce di 2 articoli: il 4, che obbliga ad osservare i principi di lealtà sportiva, e il 31, che condanna la violazione gestionale ed economica. Si può discutere, casomai, sulle proporzioni della pena, se siano giuste, limitate o esagerate. Come nel 2006, in ogni caso, emerge già una incongruenza. Come è possibile che non siano state sanzionate altre società, quando il fenomeno delle plusvalenze era, ed è, molto diffuso? E' possibile fare plusvalenze da soli? La risposta, chiaramente, è "no", ma il verdetto, almeno finora, sembra non tenerne conto. Affiorano, quindi, perplessità sull'ennesimo accanimento, come ai tempi di Calciopoli, nei riguardi del club bianconero.
19-1-2023
Carlo Nesti: “Inzaghi 4 x 4 a trazione integrale”
L’Inter 4 x 4 (tante quante le Supercoppa vinte da Inzaghi in 4 finali), con la sua trazione integrale, sprinta sul Milan, a partire dai primi chilometri del percorso. E’ una squadra, che si presenta con la stessa ferocia anti-Napoli, addentando l’approccio della gara, ed esibendo Dimarco e Dzeko non solo come bomber, ma come trascinatori assoluti. Skriniar, Acerbi e Bastoni murano Onana. Darmian è implacabile sulla pista Hernanez-Leao. Barella motorizza il centrocampo. Lautaro segna il quarto gol nel 2023. Il Milan non è l’Araba Fenice, che risorge dalle ceneri dopo l’involuzione post-Roma: 8 gol subiti in 4 incontri. Pioli dice che deve ritrovare la leggerezza del gioco, ma io direi, invece, la pesantezza degli attributi. Individualmente, si salvano solo Tatarusanu e Bennacer. In particolare, gli ex Qatar Hernandez, Leao e Giroud sono molli. La difesa è svagata, la formazione lunga, e la truppa imborghesita.
14-1-2023
Carlo Nesti: “E' un Napoli mille colori”
E' un Napoli "mille colori", come cantava Pino Daniele, e il ruolo di "carta sporca", stavolta, tocca agli avversari, annientati. La squadra di Spaletti è "stra": straordinaria, straripante, strafottente. La Juve viene mortificata, senza neppure il tempo di chiedersi come abbia potuto incassare nessun gol, nelle 8 precedenti vittorie, e 5 in un colpo solo. Il Napoli del Maradona entusiasma quanto Maradona, con Osimhen (12 gol) e Kvara (7 gol e 7 assist) fragorosi come petardi, e luminosi come fuochi. Il "corto muso" di Allegri diventa "muso lungo", a furia di ceffoni, resistendo nel primo tempo, e crollando nel secondo. Bremer è schiavo di Osimhen, e Danilo vittima di Kvara, in una squadra che ha anche il torto di uscire dal campo dopo l'1-3: troppo presto. Quel Chiesa, costretto a raddoppiare per quasi un tempo su Kvara, mette in dubbio l'Allegri stratega: scelta disastrosa.
5-1-2023
Carlo Nesti: “Quest’Inter che scoperchia il campionato”
E’ un’Inter che scoperchia la pentola del campionato, lasciando bollire nuovi ingredienti. L’Inter di Dzeko, il fenicottero che incanta più di un cigno, elargendo punti e ricami. Ma anche l’Inter di Di Marco, l’aquilone della fascia sinistra, sempre pronto a limare cross al rasoio. La squadra di Inzaghi prima merita con le occasioni del primo tempo, poi con la fame di rimonta nella ripresa, e infine con l’alternanza tattica fra baricentri basso e alto. Per capire il Napoli di oggi, post Mondiali, basta ascoltare, in panchina, le urla di Spalletti, che reclama più verticalizzazioni, e, negli spogliatoi, le riflessioni del mister, che denuncia scarsa qualità. Della brillantezza di 50 giorni fa, neppure l’ombra, anche se si tratta appena della prima sconfitta. L’unica battaglia vinta è quella del possesso palla, ma con il solo Raspadori, al 90’, in grado di accarezzare veramente il pareggio.
20-12-2022
Carlo Nesti: “La mia Top 11 dei Mondiali”
Provo a schierare la mia “Top 11” dei Mondiali, passibile di tutte le varianti, che desiderate: impossibile soddisfare il palato di chiunque. Modulo 4-3-3. In porta E. Martinez, ma con Bono e Livakovic a breve distanza. In difesa, a destra Hakimi; al centro Gvardiol (tranne il finale) e Romero, tenendo di riserva Upamecano; a sinistra T. Hernandez, incalzato da Acuna. A centrocampo, intermedi Amarabat e Ounahi, con Fernandez alla finestra; play maker Modric. In attacco, a centro-destra Messi; al centro Alvarez; a centro-sinistra MBappé, tenendo in panchina Giroud, Gakpo e Saka. Non so se la finale sia stata la più spettacolare in assoluto, perché, a mio giudizio, e parliamo di capolavori, vale il 1954, il 1966 e il 1986. Italia-Germania 1970 sarebbe salita su questa giostra, ma fu solo una semifinale. E “solo”, in questo caso, vale come uno sfregio di tanta bellezza.
15-12-2022
Carlo Nesti: “Chi vincerà fra Argentina e Francia?”
Due quadri di Picasso, piuttosto che 2 bronzi di Riace. Argentina e Francia, ad un primo confronto, mostrano prima la creatività, e poi i muscoli. E' una sfida qualitativa, ai massimi livelli. Al centro del ring, abbaglianti come stelle, ci sono Messi, il sovrano, e Mbappé, l’erede. Le difese si equivalgono, a livello individuale, ma i sudamericani possono scegliere fra i moduli a 3 o a 4. Romero e Varane sono pilastri difficili da abbattere. A centrocampo, De Paul-Fernandes giocano a braccio di ferro con Griezmann-Rabiot. Nell'Argentina, un asse portante è Messi-Alvarez, che si muovono in simbiosi, uno per l'altro. Nella Francia, la motrice Tgv si trova a sinistra, con Hernandez dietro e Mbappé davanti. Infine, Di Maria e Giroud sono ordigni "a tempo", sopravvissuti a mille acciacchi, ma ancora decisivi. Chi vincerà? Chi segnerà per primo? Chi avrà più cuore? Rispondete voi. Io... mi defilo sulla fascia...
7-12-2022
Carlo Nesti: “Mondiali: sicuri che prevalga il calcio moderno?”
Calcio moderno, intenso, aggressivo, offensivo… ma siamo proprio sicuri che questa sia la strada imboccata dal pallone? Stando ad uno studio della Fifa, relativo alla fase a gironi dei Mondiali, sembrerebbe di no. E’ da Italia 90, quando si stabilì un punto di ritorno, con una media di 2,1 gol a partita, che si studiano stratagemmi per segnare di più, cominciando dal divieto di retropassaggio al portiere. Oggi emergono 2 dati di fatto: si tira poco, e si dribbla poco, all’insegna di un gioco collettivo sovente senza sbocchi. La chiave negativa della manovra è il tentativo di penetrare centralmente, perché le difese sono più protette in mezzo. Si è passati a 2 a 3 interditori interni, come a un mediano stabilmente arretrato. La chiave positiva della manovra è il tentativo di scardinare lateralmente, con un +83% dei cross, che parla molto chiaro. Si segna, soprattutto, così.
29-11-2022
Carlo Nesti: “Andrea Agnelli: partì in Cinquecento, e si schiantò in Ferrari”
E’ finito il viaggio del pilota, Andrea Agnelli, che partì in Cinquecento, spendendo il meno possibile, e conquistando 19 trofei nostrani, ma che si schiantò in Ferrari, spendendo il più possibile, e non vincendo niente in Europa. Sì, perché dal 2011, l’obbiettivo fu lo scudetto (9 volte di fila), risparmiando con Pirlo, Vidal, Vucinic, Lichsteiner, Pogba, Tevez, Morata, Cuadrado, Khedira e Mandzukic (più Dybala costoso). Poi, dal 2016, vendendo per 105 milioni Pogba, con l’arrivo di Higuan e Pjanic, e dal 2018, acquistando Ronaldo per 100 milioni di cartellino e 31 di ingaggio, Agnelli, orfano di Marotta, fu travolto dall’ossessione Champions: 2 finali perse già pre-CR7. Arrivarono gli investimenti elefantiaci per De Ligt (75), Chiesa (60) e Vlahovic (75). Arrivarono i sogni macroscopici di una Superlega. E, a forza di ignorare i bilanci, con 700 milioni di ricapitalizzazioni, ecco Covid, Prisma, Consob, Covisoc e Figc. Usare una velocità di guida intermedia, come spesso accade, sarebbe stato saggio e giusto.
22-11-2022
Carlo Nesti: “La lezione di feroce umiltà inflitta all’Argentina”
L’Arabia Saudita è il secondo Stato al mondo per riserve di petrolio, dopo il Venezuela. Per una volta, l’oro nero del paese è rappresentato da un manipolo di ragazzi, che sono riusciti nel miracolo di battere l’Argentina (36 risultati utili). Lo hanno fatto con lo stoicismo di una crociata, impavidi e intrepidi. Il furore dell’impresa è espresso dalla superiorità agonistica e atletica, senza risparmiare botte da orbi, che avrebbero legittimato almeno un cartellino rosso, invece di 6 gialli. Il gioiello è costituito da un secondo gol, tanto bello da far invidia a Messi: l’esecuzione a giro di Saleh Al Shehri. Troppo molle l’Argentina, imprevedibilmente senza “garra”, per far valere la caratura tecnica. Non sono bastate le reti annullate a raffica, e gli assist di Di Maria, per forzare le tante serrature, davanti alla porta saudita. Una lezione di feroce umiltà, che nessuno si aspettava.
16-11-2022
Carlo Nesti: “Le pagelle dei giornali votano Osimhen e Kvara migliori di tutti”
Grazie all’analisi e alla sintesi di Massimo Fiandrino, abbiamo preso in considerazione i voti in pagella dei giocatori di Serie A, espressi dai 3 quotidiani sportivi italiani: “La Gazzetta dello Sport”, “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”. Dopo 15 giornate, le medie voto premiano: Osimhen (Napoli ) 6,91, Kvaratskhelia (Napoli) 6,9, Dybala (Roma) 6,74, Fagioli (Juventus) 6,73, Anguissa e Lobokta (Napoli) 6,62. Dando un’occhiata panoramica alle 9 potenziali “grandi” del torneo, in ordine alfabetico, i leader in classifica sono: nell’Atalanta Toloi 6,42, nella Fiorentina Kouamè 6,23, nell’Inter L. Martinez e Calhanoglu 6,33, nella Juventus Fagioli 6,73, nella Lazio Zaccagni 6,59, nel Milan Maignan 6,55, nel Napoli Osimhen 6,91, nella Roma Dybala 6,74, e nel Torino Schuurs 6,59.
7-11-2022
Carlo Nesti: “Cosa è successo a Juventus e Inter”
Juventus-Inter: dal valzer del moscerino del primo tempo, a squadre bloccate e ritmo compassato, alla cavalcata delle valchirie (Kostic) della ripresa. Al principio, meglio l’Inter, con 2 occasioni mancate da mangiarsi i tacchetti: Dzeko e Dumfries. Ma poi, ecco la vecchia fame della Signora, e la capacità di esprimerla non per 20’, come prima, ma per 90’. Improvvisamente, la derelitta armata Brancaleone allegriana si trasforma in una squadra in grado di vincere 4 partite di fila, migliore difesa del torneo (7 gol). E, misteriosamente, la dotatissima formazione inzaghiana incassa la quinta sconfitta su 13 partite, peggiore difesa esterna del campionato (16 gol), I perché sono legati, da parte bianconera, al ricorso al terzetto brasilero in retroguardia, e all’iniezione di gioventù, dopo Miretti Fagioli. Da parte nerazzurra, al crollo di una difesa grandi firme, ma troppo muscolare e poco agile.
2-11-2022
Carlo Nesti: “Scegliete gli 11 giocatori della rappresentativa-Mondiali”
E’ cominciato il mese che, nel giro di una ventina di giorni, ci porterà ai Mondiali di calcio del Qatar. Proviamo a scegliere gli 11 giocatori di una squadra “Fifa-fantasy”. Il modulo è il 4-3-1-2: Courtois (Alisson), Cancelo, Van Dijk, Konaté, T. Hernandez – De Bruyne, Kimmich (Casemiro), Pedri (Modric) – Messi – Benzema, Mbappé. Sul portiere, nessun dubbio, anche se Alisson non è troppo distante da Courtois. In difesa, mi concedo l’unica licenza tattica, forte di un terzetto di mediani, fatto apposta per concedere spazio agli esterni: a destra Cancelo, a sinistra Theo Hernandez. Al centro, Van Dijk e Konaté, grazie all’intesa-Liverpool. In mezzo, la diga Kimmich, spalleggiata da De Bruyne e Pedri, con Casemiro e Modric anime del Real Madrid. In attacco, Messi trequartista, alle spalle dei fenomeni francesi Benzema-Mbappé.
N.B. – Scegliete anche voi, in www.carlonesti.it, la formazione dei sogni.
26-10-2022
Carlo Nesti: “La frustrazione che annienta la Juve”
Un nuovo gioco: la manovra di frustrazione. Significa giocare la palla senza sapere quale sia il destinatario. Significa assistere al palleggio altrui sino all’emicrania. Così la Juventus di Lisbona, ma come tante altre versioni stagionali. Agnelli aveva capito che era il momento di investire sul gioco, più che sui giocatori. Se ti mancano Bremer, Paredes, Pogba, Di Maria e Chiesa, puoi prendertela con la sfiga. Ma se hai educato una squadra al gioco, ad un copione fisso per tutti, puoi anche coltivare ambizioni senza gli assi. Agnelli lo aveva compreso con Sarri, ma concedendogli un anno, e non i 2 portafrutti della Lazio. La restaurazione, con il ritorno di un Allegri a pancia piena (28 milioni in 4 anni), è stata disastrosa. Non si dica che la rosa vale poco. Vale 175 milioni. Ma il Milan, quando ha tanti infortunati, crolla? No. Perché ha uno spartito da seguire. Musica, maestro! (Pioli).
18-10-2022
Carlo Nesti: “Quest’anno io tifo Napoli!”
E’ il calcio, in questo momento. più bello del mondo. Come sostiene Arrigo Sacchi, il Napoli è veloce e verticale quanto il Liverpool di Klopp, nella sua versione migliore (adesso è malaticcio). Spalletti, più divertente di Sarri, che teneva troppo la palla, ha riportato il popolo allo Stadio. Uno Stadio che si chiama Maradona, e che, per incanto, rivede le giocate di Diego. Kvara (il resto del cognome ve lo risparmio) è sublime: 7 gol e 6 assist. E’ l’emblema di una squadra, che ha riportato 10 successi, e 42 gol in 14 partite. Fino a quando tanta bellezza? Aspettiamo la prima sconfitta. Ma mi immagino una reazione immediata, da parte di questa orchestra che fa suonare 3 centravanti: Osimhen, Raspadori e Simeone. Intanto, e mi scusino gli altri, io tifo Napoli, e ricordo i tempi in cui, con le “schede” del “Processo”, glorificavo Maradona. Un salto indietro, nel tempo, anche per me.
12-10-2022
Carlo Nesti: “9 milioni netti di ragioni per esonerare Allegri”
Ci sarebbero 9 milioni netti di ragioni (cifra non casuale) per esonerare Allegri. Agnelli si vergogna, i tifosi pure. Ma al momento di chiedere scusa, dovrebbe far seguito la sentenza più logica. Mai vista una squadra dove regni più improvvisazione. Come giocare, la sera, al calcetto, e decidere al momento la formazioni. Se c’è una partita nella quale non far riposare Bremer, era quella decisiva contro l’Haifa. Hai finalmente a disposizione 4 giocatori offensivi, Vlahovic, Di Maria, Milik e Kostic. Invece di intimorire gli avversari con un 4-2-3-1, stabilisci che 2 su 4 vanno in panchina. Segnale chiaro lanciato agli avversari: “Venite pure avanti, e aggrediteci”. Con la palla, mai 4 passaggi di fila, in un balbettio tecnico desolante. Senza palla, mai uno smarcamento, con i giocatori fermi ad aspettare la sfera. Domanda: ma giocavano contro Allegri? Risposta: no, giocavano come sono stati addestrati.
5-10-2022
Carlo Nesti: “E’ stata l’Inter di Herrera e Mourinho”
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. La poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti rende l’idea dell’Inter anti-Barca, senza che le foglie nerazzurre si siano staccate. Undici fiaccole sempre accese davanti alla porta di Onana. Skriniar, De Vrij, Acerbi e Bastoni, con il supporto esterno di Darmian, Dumfries, Dimarco e Gosens, epici nel contenere Lewandowski, Dembelé e compagni. Una squadra ferrigna, che non sa ancora quanto ha recuperato del gioco di parte della scorsa stagione. Ha la consapevolezza, però, di essersi ricompattata come collettivo, come cuore pulsante scandito soprattutto nel finale. Calhanoglu ha rilevato Brozovic, l’insostituibile. Dimarco ha sfoderato un favoloso cambio gioco, sul gol dell’1-0. Barella ha ringhiato alle calcagna del campioncino Pedri. Lautaro ha utilizzato la “garra”, prima della tecnica. E’ stata l’Inter di Herrera e Mourinho, per chi ama la storia.
27-9-2022
Carlo Nesti: “Oggi siamo al 75% quelli degli Europei, e al 25% quelli delle batoste”
Mancini vince e convince. Manci-ate di speranza e di rimpianto. La speranza di avere azzerato i postumi dell’eliminazione Mondiale. Il rimpianto per un obbiettivo-Qatar mancato nel modo più infamante e meno credibile. Archiviate le umiliazioni contro Argentina e Germania, e i successi contro Inghilterra e Ungheria, dove vogliamo posizionarci? Cercando di non essere né troppo ostili, né troppo presuntuosi, io credo che la dimensione della Nazionale di oggi sia al 75% quella degli Europei vinti, e al 25% quella della batosta Mondiale. In quel 75%, metto le forze nuove, che si sono affiancate alle risorse del trionfo (da Spinazzola a Chiesa): i Toloi, gli Acerbi, i Di Marco, i Gnonto e i Raspadori. In quel 25%, metto i patemi, che turbano ancora la gestione delle nostre partite. Senza un gigantesco Donnarumma, ad esempo, in Ungheria non avremmo vinto. Scavalliamo il Qatar, e costringiamoci a sorridere dinanzi al futuro.
21-9-2022
Carlo Nesti: “Le pagelle dei giornali votano Schuurs migliore di tutti”
Grazie all’analisi e alla sintesi di Massimo Fiandrino, abbiamo preso in considerazione i voti in pagella dei giocatori di Serie A, espressi dai 3 quotidiani sportivi italiani: “La Gazzetta dello Sport”, “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”. Dopo 7 giornate, le medie voto premiano: Schuurs (Torino) 6,89, Kvaratskhelia (Napoli) 6,79, Ricci (Torino) 6,72, Bijol (Udinese) 6,71 e Parisi F. (Empoli) 6,69. Dando un’occhiata panoramica alle 9 potenziali “grandi” del torneo, in ordine alfabetico, i leader in classifica sono: nell’Atalanta Koopmeiners 6,57, nella Fiorentina Kouamè 6,42, nell’Inter L. Martinez 6,24, nella Juventus Milik 6,61, nella Lazio Milinkovic Savic 6,62, nel Milan Maignan 6,55, nel Napoli Kvaratskheila 6,79, nella Roma Dybala 6,64, e nel Torino Schuurs 6,89.
15-9-2022
Carlo Nesti: “Juve anti-Benfica: uno strazio previsto”
La Juventus ha avuto il vantaggio, finora, di sbloccare il risultato dopo pochi minuti, contro la Roma (2’ Vlahovic), contro lo Spezia (9’ Vlahovic), e contro la Fiorentina (9’ Milik). E’ successo anche contro il Benfica (3’ Milik). Eppure, in nessuna circostanza ha sfruttato il beneficio di gestire questo vantaggio, nel senso che è fiorita, sul piano del gioco, nella prima parte della gara, ed è gradualmente appassita nel corso della gara. Gli avversari ne hanno approfittato, e hanno costruito 2 pareggi e 1 vittoria. Contro il Benfica, è arrivata la ferita più amara, per palese mancanza di gioco (Allegri? Giocatori presenti? Giocatori assenti?). Unici all’altezza della situazione Milik, Perin e Paredes, con Bremer, Bonucci e Danilo un gradino sotto. Desolanti, al contrario, Cuadrado, Mc Kennie e Vlahovic. E così, la qualificazione è già compromessa, con il voto “zero” sulla pagella: straziante.
8-9-2022
Carlo Nesti: “Juve anti-PSG: era meglio la difesa a 4”
La Juventus, contro il Paris Saint Germain (3-4-3), si è trovata dinanzi un attacco formato da Messi, Neymar e Mbappé, al quale ha opposto (3-5-2) Bremer, Bonucci e Danilo. L’Inter, contro il Bayern Monaco (4-2-3-1), ha dovuto affrontare un attacco formato da Coman, Muller e Sané, alle spalle di Manè, al quale ha opposto (3-5-2) D’Ambrosio, Skriniar e Bastoni. Nel caso dei nerazzurri, il modulo con 3 difensori è talmente radicato, che cambiare può essere un azzardo. Nel caso dei bianconeri, invece, rispondere con 3 uomini a 3 fuoriclasse mi è sembrato un rischio eccessivo. Quando Messi, Neymar e Mbappé saltavano l’avversario, si trovavano in campo aperto verso la porta. A mio giudizio, Allegri, che è più elastico di Inzaghi, avrebbe dovuto optare per una difesa a 4: Danilo su Mbappé, Bremer su Neymar, Bonucci “libero”, e De Sciglio su Messi, con Bonucci raddoppia-marcature.
1-9-2022
Carlo Nesti: “Quell’urlo inascoltato di Vlahovic”
Al 10’ del secondo tempo, nel deserto attorno a lui, si alza l’urlo di Dusan Vlahovic: “Salite! Salite! Salite!”. Per “salire”, non si intende nessuna scala, ma l’attegggiamento collettivo di una squadra che avanza, e che assicura collaborazione ad un centravanti isolato. Eppure, il serbo ha già segnato 4 gol in 4 partite, ed anche contro lo Spezia ha sfoderato la fotocopia di una magia (copia e incolla con la precisione di un PC), al servizio di una Juventus capace solo di 3 tiri in porta. Il gol di Dusan, il quasi gol dello stesso Vlahovic, e il raddoppio di Milik. Film già visto, contro la Roma, come nella scorsa stagione: un approccio alla partita elettrizzante, e poi, dopo il vantaggio, il graduale ammosciarsi su “poltrone e sofà”: troppo poco. La miseria di 4 cross (11 dello Spezia) nel primo tempo. La miseria del 50% di possesso palla nel secondo tempo. Pogba, Paredes, Di Maria e Chiesa cambieranno il DNA della Signora?
24-8-2022
Carlo Nesti: “Le novità del calcio che cambia”
La Commissione tecnica dell'Uefa ha indicato alcune direzioni, nelle quali si sta muovendo il calcio. 1) 5 attaccanti. Nagelsmann (Bayern) opta, periodicamente, per il 3-2-5. Guardiola (Manchester City) per il 2--3-5. 2) 3 difensori. 17 squadre su 32, in Champions, sono abituate a partire con 3 difensori centrali, dei quali 1 avanzato, come Rudiger nel Chelsea. 3) Difese alte. La regola è, comunque, la retroguardia avanzata, intorno ai 45 metri. Unica eccezione: il 5-5-0 basso di Simeone (Atletico Madrid). 4) 1 gol su 5 da cross. Da notare l'importanza, oltre ai 3 gol su 4 su azione manovrata, delle reti su traversone e corner. In netto calo, quelli scaturiti da tiri da fuori, lanci lunghi e punizioni. 5) Non perde chi segna per primo. Nel 73% dei casi, vince, e nel 15% pareggia, sicché l'88% evita, comunque la sconfitta.
17-8-2022
Carlo Nesti: “Juve irrealizzabile con gli infortuni-chiave”
Un confronto caro ad Arrigo Sacchi: lo spartito e gli interpreti. Un confronto utile per capire dove può arrivare la Juventus. Personalmente, non avevo dubbi: lo spartito è quello della scorsa stagione, salvo pretendere da Allegri di cambiare se stesso. Contro il Sassuolo, baricentro basso, e possesso concesso agli avversari. Di conseguenza, se lo spartito è il medesimo, che l'anno passato non ha consentito alla Juventus di andare oltre il quarto posto, devi aspettarti dai il singoli il salto di qualità. Ma prima Chiesa, poi Pogba, e infine Di Maria, i 3 fuoriclasse con Vlahovic, si fermano, in tempi e modi diversi, allo "stop". La sentenza è inappellabile: a spartito immutabile, solo con la presenza di queste pedine sarà ipotizzabile una nuova Juve. E finché le partite si vivranno in infermeria, più che in campo, non avranno posto i miracoli, tanto meno dalla panchina.
8-8-2022
Carlo Nesti: “Milan e Roma sulla pista di decollo”
La vigilia dell'inizio del torneo concede fiducia a chi sembrava più attardato in chiave di mercato. E' il Milan, che su una base di coralità e affiatamento, ha inserito il tuttocampista De Ketelaere. L'Inter stenta laddove il bilancio le chiederebbe un sacrificio, ed infatti mai come adesso, in difesa, necessita la conferma di Skriniar. La Juventus parte con un piede in campo, e uno in infermeria, e continua a fare i conti sia con gli acciacchi subiti, e sia con i gol incassati. Il Napoli ha perso il tasso tecnico garantito da Insigne e Mertens, e l'esigenza di contenere gli ingaggi obbliga Spalletti a puntare più sulle idee, che sugli ideatori. La Roma è la fiamma, che scalda di più, e Mourinho ha l’occasione di lasciare una impronta personale su individualità da fuoriserie: da Dybala ad Abraham, da Matic a Wijnaldum.
3-8-2022
Carlo Nesti: “Alla Roma il record della curiosità”
Il decimo re di Roma (Mourinho dopo i soliti 7, Falcao e Totti) vuole emulare Giulio Cesare. Da lui, non devi aspettarti lo spettacolo. Dai fori del Colosseo ti fa intravedere la gloria, ma lo fa con il genio, la spada e la trincea. Ora, gli tocca un esercito carico di classe, e la Roma è in testa alla classifica della curiosità di questo campionato. La sagacia di Mourinho potrebbe essere messa alla prova su 2 versanti. Uno in attacco, laddove, fermi restando Abraham, Dybala e Pellegrini, ci si chiede se sarà possibile un rombo, Zaniolo compreso. E un altro a centrocampo, laddove, con le 2 pedine a disposizione nel 4-2-3-1, Cristante sembra la guardia del corpo preferita per il play Matic, ma un eventuale Wijnaldum sarebbe impossibile da escludere.
27-7-2022
Carlo Nesti: “Juve: la miglior riserva di Pogba era Mandragora”
Paul Pogba, nell’ultima stagione, ha disputato 27 partite, e ne ha saltate 22, trascinandosi appresso l’infortunio, che in questi giorni gli è stato fatale. Ora, non voglio recitare la parte del solito saccente del “senno di poi”, ma mi chiedo. Alla luce della fragilità del giocatore, non era meglio firmare un contratto, nel quale la prima esigenza fosse l’asportazione di quel menisco malandato? Credo che la Juventus, al di là di Paredes, dovrebbe cogliere l’occasione per ricorrere ai suoi giovani, come Rovella e Fagioli. Anche in questo caso, un quesito è lecito: perché continuare a impiegare le promesse come fonte di entrata, e non sul campo? Alludo a Cambiaso, che appena acquistato dal Genoa, è stato prestato al Bologna, quando poteva essere almeno provato negli Stati Uniti. E alludo anche a Mandragora, eterna pedina di scambio, che, a mio giudizio, era il miglior sostituto di Pogba in circolazione.
20-7-2022
Carlo Nesti: “Immaginiamo la Juve che verrà”
Juve secondo il 4-3-3: Szczesny – Cuadrado, Bremer, Bonucci, Danilo – Pogba, Locatelli, Zakaria (McKennie) – Di Maria, Vlahovic, Morata (Chiesa quando sarà pronto). Sarà questa la stazione d’arrivo del progetto? Diciamo subito che Allegri non ha alibi: sotto la sua guida, deve diventare una grande squadra. Ci sono gioielli come Bremer, Pogba, Zakaria, Di Maria, Vlahovic e Chiesa. E ci sono ancora incertezze, legate all’esterno destro basso, all’esterno basso sinistro, e all’esterno alto sinistro. Cuadrado e Danilo possono assumere nuovi ruoli. Morata potrebbe tornare alla base, con il plauso di chi capisce di calcio. Attenzione agli ultimi sogni: Paredes play, fra Pogba e Locatelli, e Zaniolo a sostegno di Di Maria e Vlahovic, ma senza Morata.
11-7-2022
Carlo Nesti: “40 anni dal Mundial: quando gridai dietro a Martellini”
Chi ha visto, e rivisto, come me, fino all’ossessione, Italia-Germania Ovest 4-3, ricorderà senz’altro il grido strozzato, che, nella telecronaca di Nando Martellini, celebra il gol decisivo di Rivera: “Vinciamo! Vinciamo! Vinciamo!”. E’ la voce del regista Mario Conti, che non riesce a trattenere la sua gioia, ed entra nelle case di milioni di italiani.
L'11 luglio 1982, so di non dovere lavorare, durante i 90 minuti della finale Mundial fra le stesse 2 Nazionali, ma di essere impegnato solo dopo la partita, come inviato del TG3. Patty Pravo aveva già cantato 9 anni prima “Pazza idea”, ma, a me, la “pazza idea” viene in quel giorno indimenticabile, anche se di tutt’altro genere.
E se, qualora gli azzurri vincessero, pure io lasciassi un’orma vocale, nella telecronaca di un’altra Italia-Germania Ovest, questa volta valida per l’assegnazione della Coppa del Mondo? Qui si stupiranno in tanti, che mi hanno conosciuto come un giornalista calmo e moderato. Ma, in realtà, sono, da giovane, una sorta di Dottor Jekyll-Mister Hyde.
La tribuna-stampa è gremita all’inverosimile, senza più posti comodi per nessuno. Nando, impeccabilmente cortese, mi dice che posso stare appollaiato dietro di lui, vicino al responsabile dello sport del TG2 Beppe Berti. Peccato non avere scattato una fotografia, perché vedreste un canarino (io) su un trespolo, di nome Martellini...
Un'ora prima del fischio d'inizio, abbiamo la misura esatta dell'attesa italiana: sale in tribuna d'onore il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e saluta la folla, spronandola, come avrebbe fatto un Mussolini dal celebre balcone. Ovviamente, il paragone è l’esatto contrario di quanto lui, glorioso anti-fascista, vorrebbe.
Ma l’immagine del condottiero, in quell’istante, è reale. Il popolo azzurro non aspetta altro, per avere un punto di riferimento, al quale accodarsi. E’ impressionante, perciò, sentire l'esplosione “Italia, Italia” di almeno 50 mila connazionali, che rispondono al saluto, e che sventolano, dappertutto, bandiere tricolori di ogni dimensione.
Quando si entra nel vivo, 3 circostanze sembrano spiegare che il vento della vittoria si è esaurito, e la prima, stranamente, non è stata mai citata da nessuno. Durante l’inno di Mameli, si interrompe bruscamente la musica introduttiva. Il collegamento televisivo, in Italia, comincia quando l’inno riparte, per cui se ne accorge solo chi è allo stadio.
I giocatori si guardano, uno con l’altro, nei secondi in cui si procede ad ovviare all’inconveniente. Chi è già pallido, lo diventa ancora di più, perché sembra un brutto presentimento. Poi, durante la frazione iniziale, prima Graziani esce, con la spalla lussata, e poi Cabrini sbaglia un calcio di rigore. Dobbiamo iniziare a parlare di malocchio?
Nell'intervallo, l’umore è comune: forse la fortuna ci ha abbandonato. All'inizio della ripresa, si registra una serie impressionante di falli su Oriali, scatenato, e bersagliato dagli avversari ad ogni dribbling. All'ennesima scorrettezza di Stielike sul mediano, sempre piazzato dietro a Martellini, non resisto, e attuo il mio piano.
Urlo, infatti, quel “Basta!”, nitido e rabbioso, che resterà nella registrazione del match. Da adesso, in avanti, dunque, se vi capiterà di rivedere la partita, saprete che l’autore della “pazza idea” non è un ultras, introdottosi furtivamente in tribuna stampa, ma il freddo e compassato giornalista Carlo Nesti. Svelato il segreto!
Al 12', l'1-0 è paragonabile ad una partenza dei 100 metri: il cross di Gentile è lo sparo, si proiettano in 5, nello stesso momento, sulla linea bianca, e qualcuno tocca il pallone per primo. Gol! Gol! Gol! Quando i giocatori si rialzano, è il solito italiano-medio, con un fisico da ragioniere, a saltare verso il cielo: il Signor Rossi.
Al 24', la rete del raddoppio equivale ad un “torello” in allenamento: Scirea, Conti, Rossi, Scirea, colpo di tacco a matare i tedeschi, Bergomi, ancora Scirea, e Tardelli, che, cadendo, scaraventa la sfera sotto la traversa. Inutile che sia anche io a ribadire quanto significhi, per noi, la corsa sfrenata di Marco verso la leggenda.
Al 36', il contropiede all'italiana sembra ritagliarsi il suo spazio di gloria, in risposta agli sterili attacchi degli avversari. Volata lunghissima di Conti, inseguito da Stielike, assist per Altobelli, e 3-0, con Pertini che si alza, e grida “No, non ci prendono più!”. Un’altra immagine, che decolla dalla cronaca, e plana per sempre nella fiaba.
Il gol del 3-1 di Breitner non muta il destino della partita, saldamente nelle mani degli azzurri fino al novantesimo minuto. Mentre scendo, per abbandonare la tribuna-stampa, sono costretto a fermarmi, quasi a livello del campo di gioco, con accanto l’inviato di “Tuttosport” Vladimiro Caminiti, rapito dagli ultimi palpiti del match.
Fra tutti i giornalisti sportivi di quell’epoca, e mi riferisco ai Brera, ai Ghirelli, ai Palumbo, ai Tosatti, e tanti altri, è il massimo “poeta del calcio”, inarrivabile nel coniugare la lirica con il pallone. Gli sussurro che è bello, in un momento così, contare i secondi che mancano con lui, il più romantico di tutti i colleghi: sorride, mi accarezza, ed è il trionfo.
P.S. - Se siete iscritti a Facebook, potete ascoltare i sonori in questione, attraverso il link www.carlonesti.it.
5-7-1982
Carlo Nesti: “Coppi + Bartali + Mennea = Italia 1982"
Faceva caldo, a Barcellona e Madrid, all’inizio del luglio 1982. Un caldo bestiale. Lo stesso che ha invaso l’Italia 40 anni dopo. E’ aria di Mundial. Aria di celebrazioni di un periodo in cui Zoff aveva 40 anni, ed oggi 80, con la sua stessa simmetrica longevità di Dino-sauro. Dall’esterno di italiani, ancora una volta privati dei Mondiali sul campo, torniamo a ammirare quella epica impresa. La fusione corale di un gruppo, disposto a coalizzarsi contro la stampa, pur di realizzare il sogno. L’abbraccio patriarcale di 22 ragazzi, raccolti attorno a Mosè Bearzot, capaci, in quei giorni, di solcare qualsiasi burrasca. Il connotato sociale di chi trasmette gioia e libertà in una intera popolazione, esausta dopo lo strazio degli anni di piombo. Provate a mettere insieme Coppi, Bartali e Mennea, e troverete i valori di quella Nazionale, ancora in grado di produrre, adesso, fontane azzurre di inchiostro.