Lecce e Frosinone stupiscono. Allegri e Sarri perdono le loro certezze. Osimhen fastidioso.
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Torna la rubrica sulle pagine di TMW con Marco Piccari - direttore di TMW Radio - che con il suo “Due di Piccari” racconta l'attualità del calcio italiano anche dopo la quinta giornata con tre carte di scala quaranta. Il due di Cuori, di Picche e il Jolly.
Due di CUORI.
In questa giornata il cuore non lo conquistano le big della Serie A, ma due neopromosse che sono partite molto bene. Il riconoscimento non comprende solo il campo, ma anche il lavoro che hanno fatto i direttori sportivi tenendo conto delle possibilità economiche del club. Chi sa di calcio ha capito di chi sto parlando: Lecce e Frosinone, quindi del lavoro di Corvino e Angelozzi, dirigenti di campo. Sicuramente le due squadre incontreranno delle difficoltà, il campionato è lungo, ma al momento non possiamo non sottolineare il lavoro svolto. Il Ds Corvino sembra aver fatto centro ancora una volta. Ha scelto mister D'Aversa che sa unire concretezza e gioco e ha individuato giocatori interessanti che stanno facendo bene. Krstovic su tutti è una piacevole scoperta. Il suo collega Angelozzi per il Frosinone ha scelto Di Francesco e poi calciatori di qualità, vedi Soulè. Risultati? Lecce terzo in classifica a +1 dalla Juve e Frosinone a -2 dai bianconeri. Alla faccia di chi pensa che per fare calcio servono solo i soldi e alla faccia di chi vorrebbe la Superlega per escludere queste realtà. Un motivo in più per sostenere Lecce e Frosinone nella stagione in corso: il calcio.
Due di PICCHE.
Ammesso che siano esistiti veramente, ma un tempo c'erano il corto muso e il sarrismo. Due filosofie le hanno definite, creando intorno a questi due concetti due fazioni di calcio tra giochisti e risultatisti. Due esagerazioni mediatiche più che di campo. Ora lasciando stare queste divisioni che hanno creato strani personaggi, diciamo che non si è visto né risultato, né gioco. La Juve contro il Sassuolo ha mostrato pressing e gioco propositivo inizialmente, ma al gol dei padroni di casa, complice il portiere bianconero, la squadra ha perso ogni certezza e soprattutto quella solidità mentale che per anni è stata l'arma vincente delle squadre di Allegri, e alla fine è stata travolta dai nero verdi. Non è mancato solo il gioco che si è visto a tratti, ma si è anche persa quella forza caratteriale tipica delle squadre di Max. Se viene a mancare anche la calma di Allegri rimane poco o niente.
Non è certo diverso il discorso per la Lazio che contro il Monza non trova la caratteristica principale di Sarri: il gioco. A dire il vero in 5 partite di campionato, il gioco si è visto solo nel secondo tempo contro il Napoli, poca roba. Contro il Monza la qualità di calcio è stata offerta dalla squadra di Palladino, la Lazio non ha pressato, non ha creato, solo sterili fiammate e un giro palla monotono. Noia.
C'era una volta il corto muso e il sarrismo. Il tempo passa.
Chiudo con Osimhen, brutto gesto nei confronti di Garcia al momento della sostituzione. Il giocatore ha mostrato una mancanza di rispetto che mette in seria difficoltà il lavoro del tecnico. Avrebbe fatto meglio ad uscire dal campo a testa bassa, pensando al rigore sbagliato. Fastidioso.
JOLLY.
In questa giornata il Jolly se lo dividono due attaccanti: Lukaku e Zapata.
Torino-Roma è stata una partita di altri tempi, tanta battaglia e tanta fisicità. Lukaku fa un enorme lavoro per tutta la partita e segna un gol di grande forza. Zapata lotta su ogni pallone e pareggia. La firmano loro con potenza e cuore.
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