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Milan contestato, senza gioco né identità: è un incubo senza fine. Con tanto di Legge di Murphy

Milan contestato, senza gioco né identità: è un incubo senza fine. Con tanto di Legge di MurphyTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 00:49I fatti del giorno
di Pierpaolo Matrone

Un Milan spento e senza identità crolla ancora, incassando la terza sconfitta consecutiva in Serie A. A San Siro, la Lazio si impone 2-1 grazie a un rigore trasformato da Pedro al 98', punendo una squadra rossonera in difficoltà sotto tutti i punti di vista. Il primo tempo è un monologo biancoceleste, con il vantaggio meritato firmato da Zaccagni. Nella ripresa, il Milan prova almeno a salvare la faccia, ma l’ennesimo episodio sfavorevole complica tutto: l’arbitro Manganiello espelle Pavlovic per un fallo su Isaksen in ripartenza, lasciando i rossoneri in inferiorità numerica. Nel recupero succede di tutto: Chukwueze trova il pareggio con un colpo di testa che sembra regalare almeno un punto, ma all'ultimo istante arriva la doccia gelata. Maignan tocca Isaksen in area e l’arbitro assegna il rigore, trasformato con freddezza da Pedro. "Se qualcosa può andare storto, lo farà", recita la Legge di Murphy. Al Milan sta andando proprio così.

Una sconfitta pesantissima per il Milan, che scivola ancora più giù in classifica e vede allontanarsi il sogno Champions. E ora? Serve ritrovare identità e coraggio. Il momento è nero come la notte di San Siro, con una squadra che appare scarica mentalmente e priva di idee. La stagione va portata a termine, con due derby di Coppa Italia ancora da giocare, ma serviranno forza e dignità per onorare la maglia. Poi, a fine anno, sarà il tempo delle scelte. A fine partita Sergio Conceiçao commenta così: "Il momento non è per niente facile, lo sappiamo. I giocatori sentono ciò che c'è attorno al club: l'unica strada è lavorare con orgoglio, difendendo i colori che rappresentiamo. Dobbiamo lavorare quotidianamente, poi sicuramente ci sono episodi durante la partita che sono negativi per noi e positivi per gli avversari"".

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