Tonali e un mercato esagerato. Napoli, sei in ritardo! Milan debole con Ibra e ancora più debole con Donnarumma. C'erano una volta i Direttori Sportivi...
31 agosto! Data memorabile per gli amanti del calciomercato. Oggi è il giorno della chiusura della porta, il campionato è iniziato da poco e stasera ci aspettano i fuochi di artificio. Nulla. Dobbiamo aspettare il 5 ottobre. Quell'infame del Covid ci ha stravolto e peggiorato la vita. Non si capisce più quando finisce l'estate, quando iniziano i campionati e finiremo il mercato con le foglie che cadono e non con gli ombrelloni che chiudono. Rivogliamo la nostra vita e la nostra normalità. Ci arriveremo. Nel frattempo siamo nel pieno delle trattative, seppur molti club siano in vergognoso ritardo. La Roma su tutte. Ma se non prendi neanche un Direttore Sportivo questo è il risultato. Sandro Tonali ci era simpatico, come giovane promessa. Questa tarantella del suo trasferimento ce lo sta facendo diventare antipatico. Povero ragazzo, non ha colpe. 6 mesi a parlare di Juve, 2 mesi per mandarlo all'Inter e alla fine andrà al Milan. Una scalata a marcia indietro. Da giocare per Champions e scudetto a lottare per la rinascita dell'Inter che punta al titolo, fino al Milan che punta sui giovani per risalire dalle sabbie mobili. Tonali è un buon prospetto e ha fatto vedere grandi cose a Brescia ma non va dimenticato che un 2000 non è un 2002-2003, quindi giovane sì, ma va verso i 21. Insomma, non è un bambino. A 20 anni, finora, ha giocato solo in B e qualche mese in A con una squadra di fatto retrocessa a gennaio. Ciò non vuole togliere meriti al ragazzo che ha una grande prospettiva di crescita ma sicuramente il balletto è durato troppo. Speriamo che questa settimana si chiuda e il calciatore faccia parlare il campo e non il mercato.
A Napoli, ieri, i tifosi chiedevano ad Aurelio De Laurentiis. A gran voce. Giustamente il Presidente più che mettersi la mascherina sulla bocca l'avrà dovuta mettere sulle orecchie. Meglio non ascoltare! Il Napoli, a prima sensazione, il colpo l'ha fatto. Questo Osimhen sta facendo vedere belle cose e Gattuso ne parla già molto bene. Ma gli azzurri sono in ritardo sul mercato e non si possono chiedere i miracoli, ogni anno, a Rino Gattuso. Finalmente Allan è andato all'Everton. 25 + 5 di bonus un regalo. Un anno prima ne chiedevano 70 al PSG. Infatti rimase. 70 troppi ma 25 pochi. In pochi mesi, a Napoli, hanno deprezzato il valore del brasiliano, non facendolo giocare e facendo una guerra che non è convenuta a nessuno. Il vero Allan vale tra i 35 e i 40 milioni di euro. Non di più, neanche quando girava a mille. Ora altre cessioni. In partenza c'è anche Lozano ma su Lozano e Meret va trovata una soluzione per evitare un bagno di soldi. Investimenti senza ritorni. Giuntoli spinge per cedere Petagna e chiede uno scambio con Lasagna all'Udinese ma ovviamente Pozzo chiede 30 milioni e non accetta scambi di prestiti.
L'Atalanta ha offerto 20 milioni di euro e non bastano. Attenzione, per il Napoli, all'ipotesi Inglese che è in uscita da Parma.
Il Milan riabbraccia Zlatan Ibrahimovic ma dimostra tutta la sua fragilità politica e decisionale. Raiola aveva chiesto 7 milioni netti per lo svedese e ha ottenuto ciò che richiedeva. 7 milioni sono troppi. Il Milan non ha ottenuto un minimo di sconto e ha dimostrato che condurre le trattative non è un punto di forza di questa società. D'altronde Maldini e Massara sono tutti uomini di campo e non manager. Gazidis sembra un corpo estraneo e, oggi, se chiedi al club rossonero cento ottieni cento. Raiola li ha cotti a fuoco lento. Stessa temperatura per il futuro di Donnarumma e Romagnoli. Se il Milan non si sveglia perde il suo valore più grande a zero. Sarebbe una bestemmia. Raiola sta giocando le sue carte sotto il tavolo ma nessuno sta capendo gli obiettivi di Mino. Se Donnarumma andrà via a zero, in molti dovranno trovare la serratura chiusa nei propri uffici a casa Milan.
In chiusura una riflessione generale sulla categoria dei Direttori Sportivi italiani. Ce ne sono sempre di meno e, ormai, hanno la pancia piena. Prima viaggiavano, giravano il mondo, vedevano i calciatori sui campi e scoprivano talenti. Addio. Pochi viaggi e poche presenze sui campi. Sono rinchiusi negli uffici, fanno un abbonamento a wyscout e credono di scoprire il mondo. Chi ci guadagna in tutto ciò? I procuratori che con furbizia si sono sostituiti ai direttori sportivi. Chi ci perde? Le società, perché pagano il Direttore Sportivo che non fa nulla e pagano le commissioni ai procuratori. Insomma, un calciatore ti costa due volte. Facciamo un po' di nomi. Settimana scorsa parlavamo di Goretti a Perugia. Ottimo intenditore di calcio e vede bene i calciatori. Potrebbe fare lo scout ma non il DS se dici sempre sì al tuo Presidente. Un altro fenomeno ce l'ha l'Inter, Dario Baccin. Ma non fa il Direttore Sportivo. Ha scoperto D'Amico e Zaniolo, li ha portati all'Inter ma la società non li ha saputi gestire e ha preferito venderli piuttosto che dargli due calci nel sedere e farli crescere a Milano. Le eccezioni ci sono. Su tutte la figura di Giovanni Sartori. Non è un caso che l'Atalanta sia così forte. Sartori non vede, giustamente, le partite dell'Atalanta ma va sui campi. Non si parla con Gasperini ma il suo lavoro lo fa benissimo. Buona la rete di Ursino, ottima quella di Pozzo, bravo nel mestiere Sabatini ma anche lui viaggia sempre meno e si fida troppo dei procuratori amici. Ottima rete di osservati ce l'hanno Tare e Faggiano, entrambi però stanno viaggiando meno e sono sempre più in sede. Tra i giovani Direttori cresce bene Foggia a Benevento (anche se non è banale il budget che ha a disposizione) e una futura scoperta sarà Di Battista, oggi a Piacenza con un passato al Fiorenzuola. Assurdo, invece, vedere Sogliano in C a Padova con tanti raccomandati in serie A e serie B nel ruolo di club manager più che di Direttori esecutivi.