Stankevicius in stile Football Manager: "Alleno sia il Lumezzane che la Lituania"
Allenare una squadra di club e al tempo stesso una nazionale di un Paese distante 1.900 km. Tutto normale, se parliamo di FIFA 21, PES o Football Manager. Molto meno se ciò viene messo in pratica nel calcio reale: Marius Stankevicius, ex giocatore di Brescia, Sampdoria e Lazio, sta riuscendo nell'intento. Ha iniziato da qualche anno ad allenare, nelle categorie dilettantistiche lombarde. E dopo il Crema ha preso le redini del Lumezzane, squadra che ha conosciuto anche la Serie C1 lanciando tra i professionisti un ancora quindicenne Mario Balotelli. I rossoblù attualmente sono in Eccellenza con l'obiettivo (Covid permettendo) di tornare a categorie più consone. È questo il compito dell'ex terzino che in contemporanea è assistente del selezionatore della Lituania Valdas Urbonas. Il piccolo paese baltico sarà peraltro avversario dell'Italia a breve essendo stata inserita nello stesso girone di qualificazione a Qatar 2022 (andata in Lituania il 31 marzo, ritorno l'8 settembre). Ai microfoni di Tuttomercatoweb Stankevicius ci racconta la sua nuova carriera:
Italia-Lituania per te è una sorta di derby. Che cosa significa affrontare gli azzurri?
"Un derby tra Lituania e Italia personalmente sicuramente c'è. Però mentalmente, perché mi sento parte di tutti e due i paesi. Per la Lituania è un'opportunità affrontare la nazionale italiana, darà stimoli e motivo d'orgoglio. La Lituania affronterà l'Italia con rispetto ed enorme volontà".
Della Lituania si conosce poco. Cosa ci puoi dire a livello calcistico del tuo Paese? Quali prospettive vedi?
"La Lituania calcisticamente è poco conosciuta anzitutto perché siamo un paese piccolo, poi lo sport principale è il basket. Il calcio sta crescendo, abbiamo una Federazione preparata ma servono tanti investimenti e una continuità, tempo. Speriamo che le prossime generazioni diventino sempre migliori. Le prospettive ci sono sempre, l'importante è metterci volontà. Spero che un giorno saremo diversi da quelli che siamo oggi".
Danilevicius, Jankauskas, Stankevicius. In passato il Paese ha esportato giocatori nei principali campionati europei. C'è qualcuno della generazione attuale che può seguire le vostre orme?
"Oggi ci sono giocatori che militano nei Paesi nordici come Russia, Kazakistan, Polonia, Lettonia e altri paesi che calcisticamente guardando non sono il top, almeno in confronto a quelli che abbiamo raggiunto noi in passato. Mi auguro e spero che presto si torni ai tempi passati. Gli esempi ci sono, nessuno di noi era questo talento incredibile ma il lavoro ha pagato e ci ha portato a giocare a certi livelli".
Il tuo ruolo è abbastanza singolare: allenatore del Lumezzane e assistente del commissario tecnico della Lituania. Come si riesce a conciliare il doppio ruolo, considerate anche le difficoltà logistiche, a maggior ragione in tempi di Covid?
"Il mio mestiere nel calcio è singolare, sono pochi a fare o ad aver fatto così. Ma negli altri sport è una consuetudine, ad esempio restando in Lituania l'allenatore della nazionale di basket è il secondo al Barcellona. E anche negli altri sport succede. È difficile spiegare come si riesce a far coincidere entrambe le cose e di questi tempi col Covid è ancor più complicato. Dipende dal tuo staff e dai tuoi giocatori e io ho la fortuna di avere un grandissimo staff che mi appoggia e mi aiuta sempre. E anche la squadra sa affrontare la situazione in maniera molto professionale".
Com'è lo Stankevicius allenatore? C'è un tecnico a cui ti ispiri?
"Difficile da spiegare, perché non posso giudicare quel che sono. Io sono io, non ho una particolare caratteristica. Posso dire che ho avuto la fortuna di fare esperienza in tanti paesi e con tanti allenatori. Ognuno di noi ha qualcosa e spero di poter trasmettere quel che ho vissuto io".
Come procede la carriera al Lumezzane e quali sono i tuoi obiettivi?
"Col Lumezzane siamo partiti in campionato e in coppa molto bene, però tutta la situazione mondiale ci ha fermato. Abbiamo grandi obiettivi e vogliamo raggiungerli. Certo col Covid è tutto più complicato".
Fra i giocatori che alleni vi sono Agliardi e Caracciolo, tuoi ex compagni di squadra a Brescia. Che effetto fa?
"Per me avere vicino i miei ex compagni con cui ho giocato insieme e affrontare con loro questo mio mestiere, allenarli è un grande motivo d'orgoglio e dall'altra parte si riconosce la professionalità. Per me è una grande esperienza e ho la fortuna di avere vicino a me veri uomini e loro sono grandi esempi per la squadra e per il Lumezzane".