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"Sono in un posto che amo molto": dietro l'emozione di Simeone sull'Atletico c'è di più?

"Sono in un posto che amo molto": dietro l'emozione di Simeone sull'Atletico c'è di più?TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 12:12Calcio estero
di Yvonne Alessandro

L’Atletico Madrid celebra la 700esima panchina di Diego Simeone tra tutte le competizioni da quando è arrivato in casa colchoneros nel 2011 battendo in rimonta l’Alavés per 2-1. In classifica la squadra del 'Cholo' si trova a 29 punti, momentaneamente a + 2 sul Real Madrid impegnato oggi contro il Leganés e con un’altra partita da recuperare. Il tecnico dei rojiblancos ha preso parola nel post-partita a bordo campo del Civita Metropolitano dove si è lasciato andare alle emozioni di fronte al traguardo tagliato per le presenze alla guida dell'Atleti.

Parole toccanti sul futuro: "Vivo il presente. È un bel momento, i ragazzi lavorano con molta responsabilità e interpretano ciò che ci serve e che vogliamo. Sono in pace. Sono in un posto che amo molto...(si emoziona e si allontana, ndr)".

Sui festeggiamenti per il gol di Sorloth valido il 2-1: "Eravamo contenti. Ieri sera abbiamo avuto una bella chiacchierata, quelle che facciamo di solito. Abbiamo parlato chiaramente, spiegando cosa ci aspettiamo da lui e quanto sia importante. Per caso, è arrivata la dea Fortuna, una grande visione di gioco di De Paul, un movimento senza palla e un gol. In poco tempo ci ha dato molta qualità, che è ciò che conta. Abbiamo parlato di cose di calcio, che è necessario affrontare quando un giocatore arriva e non conosce ancora bene il mio modo di gestire la squadra. Io non ho impegni con nessuno, se ho bisogno che qualcuno giochi 10 minuti, deve farlo con tutta la forza. È entrato come volevamo, per rendere come ha reso".

I cambi apportati sono stati la chiave del match: "Il primo tempo è iniziato con il rigore che ci ha creato difficoltà nel proseguire la partita. Il rivale segna e si abbassa, gli spazi si riducono... Abbiamo avuto l'occasione con Lino che ha colpito il palo, un'altra di Llorente che avrebbe potuto risolvere meglio dalla destra e poco altro. Si vedeva la squadra fredda. Nel secondo tempo abbiamo dato calore. I ragazzi che sono entrati lo hanno fatto bene, hanno dato velocità e vertigine alla parte finale della partita e peso nell'area. La giocata di Lenglet, quella di Giuliano, i cross pericolosi... È arrivato il rigore e il golazo di Sorloth".

L'Alavés ha complicato la partita: "Lo sappiamo. L'anno scorso vincevamo 2-0 con tranquillità, hanno segnato e alla fine è stata una partita tirata. Questa volta hanno trovato il gol presto. Nel secondo tempo abbiamo creato più occasioni e alla fine è arrivato il premio di una vittoria importante".

Sul rigore dell'1-1: "Sono mani che ormai non sappiamo più... Quando ti vanno a favore sei contento, e se no... Sarebbe bello se ci fosse qualcosa di definitivo: se tocca è rigore, o qualcosa del genere. Se no, siamo sempre nel dubbio. Nel primo caso il pallone ha colpito Javi ed è mano. In quello dell'1-1 il tiro di Sorloth andava in porta, quindi è rigore".

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