Salernitana, il 4-0 non rispecchia una prova discreta per un'ora. Strappo società-tifoseria
Trovare qualcosa di positivo dopo un 4-0 è esercizio piuttosto difficile, soprattutto quando c'è una tifoseria che potrebbe disertare lo stadio in segno di protesta e ci si imbatte in una classifica inammissibile per una squadra appena retrocessa dalla A, con un seguito di pubblico importante e che in estate ha incassato decine e decine di milioni tra paracadute, diritti tv, cessioni, riscatti e botteghino. Tuttavia la prima Salernitana targata Colantuono ha lasciato in eredità anche qualche buon segnale dal quale ripartire per preparare le prossime gare di campionato che, almeno sulla carta, sono abbordabili e potrebbero consentire di risalire la china. Del resto il distacco tra la quinta e la terzultima è minimo e basta il famoso "filotto" per ritrovarsi nella zona sinistra cambiando totalmente scenari e prospettive. Dicevamo della gara di ieri. La Salernitana ha affrontato la rosa più forte del campionato, con sei defezioni importanti (Maggiore, Stojanovic, Torregrossa, Njoh e Tongya sono titolari) e un sistema di gioco molto diverso rispetto a quello proposto da Martusciello fino alla gara col Bari. Eppure, sullo 0-0, i granata hanno avuto quattro ottime occasioni per portarsi in vantaggio e si sono imbattuti sulle parate prodigiose del portiere, su un salvataggio decisivo di Odenthal e su un recupero determinante di Romagna nei pressi della linea. Nei primi 15 minuti della ripresa gli ospiti, spinti da 1200 persone, hanno sorpreso l'undici di Grosso sciorinando un calcio a tratti piacevole e non è certo colpa dell'allenatore se Fiorillo sbaglia un disimpegno regalando il primo gol e se Ferrari, il grande ex, incappa in una giornata storta e spiana la strada per il 2-0. Il terzo e il quarto gol sono arrivati in pieno recupero, con una Salernitana ormai con la testa altrove e su un rigore nato ancora da una ingenuità di un singolo, in questo caso Jaroszynski.
Certo, al Sassuolo sono stati annullati due gol, i neroverdi hanno preso un palo e Fiorillo si era immolato su Berardi, ma il poker finale nasconde un'ora tutto sommato discreta. Ciò che non si può più nascondere, invece, è il problema societario. Iervolino è ormai fisicamente assente da marzo, l'amministratore delegato Milan ha lasciato il Mapei sul 2-0 senza rilasciare dichiarazioni, il presidente Busso ha un'autonomia molto limitata e anche del vice presidente Petrucci si sono perse le tracce. La Salernitana paga a caro prezzo un'estate basata su un palese ridimensionamento tecnico ed economico, sfociato nell'addio di Sottil a ridosso della partenza per Rivisondoli, in un ritiro estivo svolto in modalità cantiere aperto e in arrivi a basso costo non tali da colmare lacune evidenti. Perchè questa squadra, senza 5 innesti di spessore (a partire da un centrale difensivo e un attaccante), rischia davvero tanto. Petrachi ha chiesto carta bianca e budget sufficiente per operare in autonomia, Colantuono è il sergente di ferro che conosce categoria e ambiente per poter tentare la risalita. Ora tocca alla proprietà: ci si renderà conto del pericolo o si continuerà ad acquistare solo dopo aver ceduto?