Mourinho, ci risiamo: "Giocare contro un sistema è la cosa più difficile". E viene multato
Il solito José Mourinho. Il tecnico portoghese del Fenerbahce si è spinto un po' troppo oltre nella lunga sfuriata contro i vertici del calcio turco dopo la vittoria per 3-2 contro il Trabzonspor della scorsa domenica, quando festeggiò il gol vittoria di Sofyan Amrabat nel finale di gara. Il successo non gli è bastato, furioso dopo aver visto il Fenerbahce subire contro due rigori e non riceverne uno a favore per un sospetto tocco di braccio di un difensore avversario.
Così nel post-partita, quando si è presentato in conferenza stampa, lo Special One ha esondato completamente contro tutto e tutti: "Oggi l'uomo della partita è stato Atilla Karaoglan (il VAR, ndr). Non l'abbiamo visto, ma è stato l'arbitro della partita. Non lo vogliamo più. Non lo vogliamo perché ha un cattivo odore. Non lo vogliamo. Non lo vogliamo in campo, ma ancor meno al VAR. Giochiamo contro un sistema. E giocare contro un sistema è la cosa più difficile. Perché sarò io quello sotto attacco, quello che il sistema criticherà. Il sistema cercherà di punirmi, il sistema cercherà di chiudermi la bocca".
Dichiarazione sfrenata e fortissima che, logicamente, ha avuto delle ripercussioni. La Federazione calcistica turca (TFF) ha replicato alle accuse rivolte all'arbitro varista - e non solo - con una multa da 22mila sterline. Di seguito il comunicato: "Nell'intervista flash post partita e nella conferenza stampa vengono valutate nel loro complesso; le dichiarazioni in questione sono contrarie alla sportività, all'etica sportiva o al concetto di fair play, danneggiano la reputazione della TFF, mirano a sminuire il valore del calcio turco, gettano un'ombra sull'imparzialità degli arbitri e degli altri ufficiali di gara, e sono quindi punite con una multa discrezionale di 900.000 TL in conformità con l'articolo 38/4-a della FDT a causa di Dichiarazioni antisportive".