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Iniesta dà l'addio al calcio: "Quel gol al Mondiale lo segnammo tutti, anche Jarque"

Iniesta dà l'addio al calcio: "Quel gol al Mondiale lo segnammo tutti, anche Jarque"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 13:42Calcio estero
di Michele Pavese

Una conferenza stampa convocata in un giorno altamente simbolico (l'8 ottobre, per richiamare il numero che lo ha accompagnato in quasi tutta la carriera), nella sua Barcellona, circondato dall'affetto delle persone che gli hanno voluto bene e con tutta la famiglia presente. Così Andrés Iniesta ha deciso di annunciare il suo ritiro dal calcio professionistico.

Nel corso dell'evento, il centrocampista ha ripercorso tutta la carriera con l'ausilio di video e foto: "La mia storia inizia a Fuentealbilla, nel campo del paese. Ricordo quel periodo molto felice su quei campi sterrati. Ricordo che guardavo l'Albacete in prima divisione e mi divertivo molto. Anche se non ho mai giocato nell'Albacete, ho sempre avuto due squadre, la mia terra è sempre stata nel mio cuore. Oggi ci sono compagni e allenatori che hanno vissuto quel percorso e li ringrazio per tutto quello che hanno fatto per me".

L'arrivo a Barcellona e l'esordio in prima squadra: "Per me il viaggio della mia vita è questo. È Fuentealbilla-Barcellona. Oggi ho la fortuna di essere con quelle persone che fecero quel viaggio con me: i miei genitori. È molto bello che quasi 30 anni dopo siamo qui, in questo momento importante e speciale. Questo viaggio racchiude tutto il lavoro, il sacrificio, l'umiltà e lo sforzo che mi hanno cambiato per sempre. Arrivare al Barça era un sogno e mi sono concentrato sul realizzarlo. Non potevo distogliere la mia attenzione da ciò che volevo. Carlos Naval chiamò La Masía e chiese di me quando avevo 16 anni perché Serra Ferrer voleva che andassi ad allenarmi con la squadra. Tremavo tutto. È qualcosa che rimarrà sempre nella mia mente: vedere il Camp Nou, avere l'opportunità di essere lì con giocatori come Xavi, Puyol, Guardiola, Rivaldo... è stato incredibile".

Gli allenatori: "Ho sempre detto che tutti gli allenatori hanno avuto un'influenza su di me. Non potrei mettere nessuno di loro sopra gli altri. Ovviamente non voglio dimenticare Van Gaal. Alla fine mi ha dato l'opportunità e mi ha spinto avanti per iniziare a costruire. Avrò sempre gratitudine per il coraggio che mostrò".

La Nazionale: "L'altra mia pelle. Per me è iniziato tutto quando avevo 15 anni. Tutti quei pomeriggi di allenamento, tutti quei tornei e compagni di squadra con cui sono cresciuto fino a raggiungere il livello professionistico. Il mio percorso è un grande ringraziamento a tutte le persone che ho conosciuto. Per me la Nazionale è un altro livello: sei scelto tra migliaia di giocatori, non posso dimenticare nessuno dei miei compagni. Una menzione speciale va a Luis Aragonés, Vicente del Bosque e Lopetegui per l'amore e il rispetto che hanno dimostrato. Tutto si riassume in una foto: quel gol al Mondiale. Ma abbiamo segnato tutti quel gol. Tutte quelle persone che hanno lottato per realizzarlo, anche Dani Jarque ci ha aiutato. Colgo l'occasione per mandare un grande abbraccio a suo padre".

L'epoca d'oro del Barcellona: "Ci siamo divertiti molto. È stato magico come l'abbiamo vissuto. Essere nel club della tua vita, poter giocare in tutte le categorie giovanili e indossare quella maglia è qualcosa di unico e che resterà per sempre".

Il futuro: "La partita continua è un gioco di parole. Sembra che non riuscirò a stare molto lontano dal calcio. È stata la mia vita, continuerà ad esserlo e stiamo lavorando su diversi progetti. Studierò per allenare".

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