C'era una volta il Guardiola logorato. A Manchester sono cambiate le sue prospettive
L'addio di Pep Guardiola al termine di questa stagione sembrava scritto e invece proseguirà fino al 2027, portando il tecnico catalano a guidare il Manchester City per 11 anni. Una scelta in controtendenza con la carriera che il catalano ha avuto prima di approdare in Inghilterra.
QUATTRO ANNI INTENSI A BARCELLONA
Quando disse addio al Barcellona dopo quattro stagioni in cui vinse tutto, spiegò così la scelta: "Non riuscivo più a motivare i miei giocatori. Il calcio non è come andare al centro commerciale e comprare la vittoria che ti piace di più". Il punto di non ritorno, ammise lo stesso Guardiola, fu l'eliminazione dalla Champions nel 2012 per mano del Chelsea di Roberto Di Matteo, poi vincitore della coppa.
L'ADDIO AL BAYERN
Al Bayern la sua avventura è durata tre stagioni, dal 2013 al 2016: ha vinto tutto in patria, più un Mondiale per club e una Supercoppa europea grazie soprattutto a Jupp Heynckes, che gli permise di giocarsi questi due trofei grazie alla Champions vinta nel maggio 2013. Champions che a Guardiola è sfuggita e che ha ritenuto impossibile da conquistare in Baviera: "In due-tre anni ho fatto tutto quello che era possibile. Per migliorare c’è bisogno di nemici e critiche, di nuove sfide. In poco tempo si esauriscono i messaggi che puoi dare ai giocatori, devi offrire loro qualcosa di nuovo in ogni partita perché possano dire: 'che succede oggi, davvero devo fare questo?".
ATTENZIONE AL PROCESSO
Per questo è incredibile la longevità avuta a Manchester, soprattutto dopo aver conquistato nel 2023 la Champions League, l'obiettivo principe della proprietà sin dal suo insediamento. E dopo l'addio di Txiki Begiristain al termine di questa stagione. Resta ora da capire cosa succederà dopo il processo che coinvolge il club per presunte violazioni finanziarie (ben 115 accuse mosse dalla Premier League): un terremoto che potrebbe sconvolgere tutto, anche se Guardiola in merito disse che il suo futuro non sarebbe dipeso dalla permanenza o meno della squadra in Premier. La sentenza arriverà presumibilmente in primavera. Secondo quanto riportano i media inglesi nel nuovo accordo non c'è alcuna clausola di rescissione in caso di retrocessione.