Ultras nel mirino del "Pensiero Unico"
Riceviamo e riportiamo di seguito, il comunicato del gruppo Ultras Fighters Juventus:
Ultras nel mirino del 'Pensiero Unico'
Ci risiamo. L'attacco del sistema politico-giudiziario-poliziesco nei confronti degli ultras prosegue imperterrito. Ormai sono anni che hanno deciso di prenderci di mira e ogni cosa accade nel mondo pare sia colpa nostra, di noi ultras che abbiamo solo la colpa di chiamarci cosi e di avere la nostra mentalità, la nostra visione del mondo che evidentemente non collima con quella del Sistema del pensiero unico. Darci addosso forse è un modo per nascondere altri problemi di questo stralunato Paese, che cambia sempre in peggio, ma a pagare siamo comunque sempre e solo noi.
L'ultimo caso è quello relativo a Juve-Siviglia, gara di coppa europea giocata l'11 maggio 2023, dove sei ragazzi del gruppo 'Identità', della curva sud, hanno sottratto la maglia ad un tifoso andaluso nei pressi dello Stadium al termine di una breve colluttazione e ora sono agli arresti domiciliari addirittura con l'accusa di rapina.
Cioè hanno avuto il coraggio di paragonare i soliti screzi che avvengono nei dintorni dello stadio tra tifosi, in cui, specie tra ultras, si prova a sottrarre 'pezze' o striscioni alla parte avversaria quando si avvicina troppo a 'casa nostra', ad una rapina in banca, magari a mano armata, oppure ad un tentato omicidio. Ma questa non è giustizia, è un vero schifo!
E' puro accanimento nei nostri confronti. Il fatto poi che uno di questi ragazzi fosse il figlio di un altro noto frequentatore della curva sud bianconera è stato giudicato come un aggravante.
Non puoi cioè essere ultras e tanto meno figlio di un ultras, pena l'accanimento del Sistema nei tuoi confronti, che considera tutto questo una lesa maestà al Pensiero Unico attuale, tanto aberrante quanto imperante nella nostra decadente nazione. Questa è la giustizia della Questura e della Digos di Torino, nell'anno di (dis)grazia 2024, una ingiustizia alimentata ovviamente dall'eco proveniente dai soliti servi di regime: tv, radio, carta stampata, siti internet prezzolati e appecoronati, pronti a fare 'copia e incolla' alle veline questurine e tribunalizie, senza ovviamente porsi domande e senza provare alcuna vergogna per aver svalutato la professione del giornalista. Povera Italia, poveri noi...