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Tino Asprilla, tra sesso e agricoltura parla di calcio a Espn

Tino Asprilla, tra sesso e agricoltura parla di calcio a EspnTUTTO mercato WEB
domenica 9 febbraio 2025, 08:05Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte LA GAZZETTA DELLO SPORT
Faustino Hernán Asprilla Hinestroza, noto anche col diminutivo Tino (Tuluá, 10 novembre 1969), è un ex calciatore colombiano, di ruolo attaccante.

L’ex attaccante colombiano ha una fazenda, coltiva canna da zucchero e alleva cavalli: "Scala voleva farmi correre ma gli dissi: 'Non sono Forrest Gump, gioco a pallone'. Per me il sesso è gioia, il matrimonio è stato un errore di gioventù, non sono fatto per la fedeltà"

Faustino Asprilla si racconta ad Andrea Schianchi de La Gazzetta dello Sport, un intervista a viso aperto che racconta molto del campione colombiano che ha fatto le fortune del Parma di Callisto Tanzi e Nevio Scala, quello che vinse la Coppa delle Coppe a Wembley nel 1993, la Supercoppa Europea nel 1994 e la Coppa Uefa nel 1995. In campo era imprendibile, veloce come una gazzella. Fuori, ancora di più. Ne combinava una più del diavolo

Oggi Tino vive in Colombia, a Tulua Valle. Gestisce la sua fazenda, alleva cavalli, coltiva canna da zucchero che vende al governo e non si fa mancare notti da favola accanto a qualche bella ragazza. "Sono un single incallito - dice -. Questa è la mia natura, che cosa posso farci?".
“Osio e Apollini fratelli, a Scala non ho mai perdonato…”
I RUBINETTI – «Cento rubinetti. Li andai ad acquistare in un centro commerciale a Parma e li spedii in Colombia. Erano dorati, meravigliosi. Gli amici che li ricevettero credettero che fossero d’oro puro. E io, così, mi feci la fama di un ragazzo che in pochissimo tempo era diventato ricco».

Su Nevio Scala dice: «Parlava di tattica e io non capivo nulla. Avevo bisogno del pallone per divertirmi, per correre, per superare l’avversario. Figurati se m’importava del 3-5-2 o delle marcature a scalare. Un giorno Scala mi chiese di correre intorno ai bastioni della Cittadella. Gli lanciai contro le scarpe e gli dissi: “Non sono mica Forrest Gump, io faccio il calciatore. E me ne andai dallo spogliatoio».

I fratelli «Parma mi conquistò subito. Abitavo in un appartamento del centro della città. Ero solo perché mia moglie Catalina era rimasta in Colombia. Non sapevo cucinare, mi facevo delle bistecche che puntualmente bruciavo. Poi i miei compagni ebbero pietà e cominciarono a portarmi fuori a mangiare. Osio e Apolloni diventarono le mie guardie del corpo. Per me erano come fratelli».
«La mia cessione? Di sicuro Escobar aveva a cuore il Nacional Medellin e all’epoca non si taceva nulla senza il suo consenso».

Cosa fa Asprilla oggi? "Vive in Colombia, a Bogotà. Fa l'opinionista per Espn, parliamo di calcio.

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