La Fiorentina passa anche a Como: l'opinione di Giorgetti, Dini e Prizio
Continua la corsa a perdifiato e a grandi altezze della Fiorentina, che vince sul campo del Como espugnando il rettangolo verde del Sinigaglia con il risultato finale di 0-2 e inanella così la settima vittoria di fila in Serie A. Una vittoria nel segno di Adli, autore del primo dei due gol e iniziatore dell'azione nel raddoppio, ma anche di Kean, arrivato a quota 9 gol in campionato, e di De Gea, autore di tre parate da urlo nella stessa azione sul vantaggio di un solo gol.
Angelo Giorgetti scrive:
Siamo a contare le vittorie in campionato e questa è la settima consecutiva, la Fiorentina va in campo con una tuta da lavoro che diventa un frac quando la squadra abbandona la manutenzione della propria metà campo. Pochi rischi in difesa e comunque c’è de Gea che (come al solito) diventa un marziano. In sintesi: super cinismo, super parate, coltelleria pronta per far male.
Non mi ero scandalizzato per i 7 giorni liberi concessi da Palladino, che evidentemente ha fiducia nei giocatori e lo ha dimostrato prendendosi questa responsabilità. La squadra lo ripaga senza risparmiarsi, ferie lunghe o no.
Quinta trasferta consecutiva senza subire gol e ancora una volta Palladino cambia la partita in corsa, perché quando il Como all'inizio della ripresa passa al 3-4-1-2 (con Nico Paz dietro a Fadera e Cutrone) la Fiorentina soffre per un quarto d’ora: fuori Cataldi e dentro Sottil (decisivo per il 2-0) e poi Quarta e Ikone per Colpani e Beltran per disegnare un assetto più funzionale alla nuova esigenza di difendersi meglio e ripartire. Ma la colpa è mia che parlo di moduli: contano la capacità di saper soffrire e la voglia di crederci.
Il pensiero di Giulio Dini:
Siamo squadra, vinciamo anche a Como.
Personalità e partecipazione sono la nostra fotografia
È la formazione che ha partorito il filotto, rientra Cataldi e Bove va a fare l’incursore alto a sinistra.
Il Como sta accorto e parte a razzo quando riesce - spesso - a rubar palla ed a mettere nel mezzo dove Cutrone è sempre in agguato.
É una squadra che lascia la gamba, il Como, ma ha anche qualità.
Nico Paz incarna bene queste caratteristiche e funge da faro della squadra. È un 2004.
Facciamo gol con un tiro forte da fuori che Adli riesce a tener basso ed a farlo passare tra una selva di gambe che non permette ad Audero di prepararsi.
In questa fase la Viola domina, recupera palla, stabilisce i ritmi di gara, manda Dodò e Gosens in sovrapposizione ma non riesce mai ad affondare per il secondo gol.
Questa superiorità si manifesta nella copertura del campo, nella partecipazione degli 11 ad entrambe le fasi ma niente zampate.
Kean ha trovato in Dossena pane per i suoi denti e quando si crea superiorità manca sempre quel mezzo metro per concludere.
Nel primo quarto d’ora del secondo tempo il Como spinge e si va un po’ in affanno.
I comaschi (noi con le femmine) amano mettere nel mezzo palloni forti e tagliati che creano pensieri.
Palladino toglie gli affaticati Cataldi, Beltran e Colpani, passa a tre - con Quarta- e sugli esterni mette i due pazzerelloni Sottil e Ikonè.
Bove affianca nel mezzo Adli.
Da una scavallata di Sottil che aspetta Natale prima di metterla bassa sul centro, arriva il gol di Kean che si stacca di quel tanto da colpire di sinistro sul primo palo e prendere Audero in controtempo.
Il Como ha spirito, non molla, cerca di prendere metri e falli.
C’è meno partecipazione degli esterni alla fase difensiva, la Fiorentina si schiaccia per ripartire e, quando lo fa, tiene in vita l’avversario (sennò non sarebbero due pazzerelloni).
Un paio di mischie difensive si risolvono bene ma dipende anche da chi hai di fronte.
Aspettiamo l’Inter domenica sera e vediamo.
Bello intanto poterla giocare con questa serenità.
Stefano Prizio scrive:
Ovvai, tanto era scritto che si potesse gioire al massimo per qualche ora, poi è arrivata una squadra che potrebbe cambiare altri sedici allenatori e rimarrebbe di una pochezza disarmante, ovvero la Roma che s'è fatta battere dal Napoil senza contrapporre granchè.
La testa della graduatoria va quindi ai partenopei, coi viola che scivolano quarti, posizione lusinghiera e impronosticabile ad inizio anno anche dai più convinti sanfedisti.
Rimangono le sette vittorie consecutive e i 28 punti fatti che sono tasta roba e ci torneranno di aurea utilità fino alla fine. Adesso le prossime ore saranno di discussione su quale postura assumere per la Conference di giovedì che arriva giusta giusta prima dello scontro diretto con l'Inter il 1° Dicembre. Si parlerà un po' ovunque di questo, ma è invece giusto esaltare il momento dei giocatori viola, non solo del marziano tra i pali e di quello là davanti che studia con grande applicazione da fuoriclasse, ma anche degli altri protagonisti di questa impresa.
E, ad essere giusti, anche di chi li allena e di chi li ha messi lì tutti assieme e infine di chi tutto ciò sostiene e paga.
Temi non ne mancano.
Bene, che ognuno dica la sua .
La nostra Radiofirenzeviola vi fornisce in tal senso spazi ampi per tutto il giorno, tutti i giorni. State collegati, io per chi ha voglia ci dovrei essere giovedì. E magari vi parlerò anche del mio nuovo libro che è già nelle librerie da alcuni giorni:
Il romanzo della grande Fiorentina. Dal 1926 a oggi la storia del mito viola