Fiorentina, un viaggio controvento ma il gruppo è forte e Commisso si farà sentire
Quasi 100 giorni, tre mesi pieni di soddisfazioni e persino un po’ di stupore per la quota (di classifica) raggiunta dalla Fiorentina. Nel mezzo un pareggio, a Empoli in un momento in cui la squadra continuava a stentare, e il k.o. di Nicosia in Conference League.
Tanto è passato dall’ultima volta che in casa viola si era assaggiato l’amaro calice della sconfitta, ed è già questo un dato da tenere di conto nella valutazione di questa prima parte di stagione.
Segni di stanchezza e correttivi tattici – Insomma lo zero a uno rimediato dal Bologna non può e non deve cambiare il giudizio sui primi passi mossi dalla Fiorentina di Palladino, tanto più alla luce di qualche difficoltà superata agilmente come nel caso dei problemi fisici di Gudmundsson o di un caso Pongracic che ancora non ha conosciuto soluzione. Nei 90 minuti dell’Ara è emersa d’altronde anche un po’ di fisiologica stanchezza, la stessa che sembra aver di recente appannato elementi portanti come Gosens o come quell’Adli la cui autonomia tende spesso ad accorciarsi. Di certo se in un primo momento Palladino era riuscito ad andare oltre il forfait di Bove adesso sembra tempo di nuovi accorgimenti tattici, anche perché determinati esperimenti non hanno funzionato come si sperava.
Gud, Beltran e una nuova quadratura del cerchio – Così dopo aver archiviato l’idea di avanzare Quarta a centrocampo il tecnico viola ha avallato la coesistenza di Gudmundsson e Beltran. Un’opzione che a Bologna si è tramutata nel dirottamento dell’argentino sulla corsia sinistra per lasciare l’islandese al centro, con conseguente squilibrio dettato da due fattori: il primo inerente le caratteristiche del Vichingo (che non sono quelle di un esterno offensivo) il secondo legato al sostegno a centrocampo che offriva Bove e che l’ex River Plate non riesce a garantire. Uno scenario che sembra spiegare il calo della Fiorentina nella ripresa di domenica, e anche il bisogno di nuove idee da mettere in campo.
Colpani a mezzo servizio – Anche perché se a sinistra si comincia a sentire il peso dell’assenza di Bove a destra Colpani continua a fornire prestazioni a doppia faccia. Pronto al sacrificio in copertura ma troppo leggero nella fase offensiva l’ex Monza non è ancora riuscito a tornare sui suoi livelli migliori e la prima e più logica conseguenza è una forte diminuizione degli approvvigionamenti per Kean. Un altro problema cui porre rimedio, nell’immediato attraverso l’intervento del tecnico e nel prossimo futuro con quelli che saranno i movimenti nel corso del prossimo mercato invernale.
Centrocampista ed esterno nel mirino – D’altronde proprio queste gare, e le prossime che attendono i viola da qui all’apertura del mercato, hanno spostato l’obiettivo del mercato dalla priorità di un vice Kean alla ricerca di un esterno offensivo e soprattutto di un centrocampista. Se il nome di Matic rimbalzato negli ultimi giorni riepiloga esperienza e valori che la dirigenza viola vorrebbe inserire in mezzo quello di Folorunsho resta in linea con la duttilità che Palladino tanto apprezza nei suoi calciatori. Due profili ai quali se ne aggiungeranno altri, anche per le uscite meno scontate come potrebbero essere quelle di Quarta e Ikonè, ma che già raccontano come dopo i prossimi correttivi tattici a questa Fiorentina servirà anche un buon pit stop invernale per rimettere a punto l’assetto generale.