Altro che scontro diretto: Lazio acciaccata e ridimensionata. Baroni: "Mi prendo la colpa"
Era la squadra sulla bocca di tutti e con merito, ma la Lazio esce con le ossa rotte dall'incrocio di alta quota con l'Inter. In tutti i sensi, a partire dal risultato: all'Olimpico finisce 6-0, un parziale pesante che i biancocelesti dovranno gestire in termini di contraccolpo psicologico. A complicare i piani dei padroni di casa, gli infortuni di Gila e del suo sostituto Gigot, comunque protagonista in negativo nei pochi minuti a disposizione, che hanno costretto a una difesa rabberciata.
Si salva solo Gila. Il difensore spagnolo esce sullo 0-0 e porta a casa la sufficienza in pagella. Utopia per tutti i suoi compagni, in un tracollo collettivo preoccupante: disastro difensivo, con Gigot e Marusic tra i peggiori in assoluto.
Marco Baroni ci mette la faccia. "Mi assumo la responsabilità della sconfitta, la squadra ha ceduto dal punto di vista nervoso. Abbiamo perso distante e ci siamo disuniti, questa è una mia responsabilità. Non ho saputo gestire l'emotività di una sfida contro una squadra fortissima - spiega il tecnico laziale nel post partita -, ora sicuramente ci deve essere una crescita da questa partita. Se la squadra ha un cedimento nervoso io devo prendere atto, l'ho sempre fatto. Potrei stare qui a cercare alibi, ma non ci porta da nessuna parte. Qui non si parla di 4-3-3 o 4-2-3-1, quando una squadra esce dalla partita perché non ha forse le risorse fisiche viste le tante partite giocate ma c'è una gestione dell'emotività che spetta a me".