Dal campo alla ristorazione. Bindi: "Ma non lascio il calcio, torno in altre vesti"
"Per il momento è una cosa bella leggere le notizie di mercato senza esserne direttamente coinvolti, prima i posti presi li vedevo alle volte come possibilità che perdevo, ora li guardo con occhio più tecnico. Certo, è un effetto un po' strano non avere più quell'ansia che ogni estate accompagna chi lavora nel calcio, ma sono sereno, anche se credo che prima o poi dovrò anche fare i conti con la nostalgia, con l'adrenalina che mancherà e con il dispiacere di aver lasciato quello che è stato un mio primo pezzo di vita. Ma ho stimoli nuovi, e i nuovi impegni mi stanno dando soddisfazioni": così, ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, Giacomo Bindi, che ha da poco appeso le scarpette al chiodo dopo una lunga carriera tra i pali, conclusa a Pordenone.
Per l'ormai ex portiere questo è il primo calciomercato senza il suo nome come parte attiva, ma l'estate sarà sicuramente per lui impegnativa visto che è alle prese con l'attività ristorativa a Volterra, dove gestisce La Torre del Porcellino (che nasce adiacente all'omonima torre, la più antica del borgo): "L'approccio alla ristorazione è nato dopo anni di passione, del resto nasco in una terra, la Toscana, in cui il buon cibo e il buon vino non mancano. Questa mia passione mi ha sempre spinto a colmare alcune lacune in questi ambiti anche per una crescita culturale personale, che sto ulteriormente allargando con il lavoro pratico: la gestione di un ristorante non è mai banale, va vista sotto molte sfaccettature, ma sono felice della strada intrapresa perché la Toscana mi stava richiamando, mi stava sfuggendo troppo l'esser radicato qua, mi sfuggiva la toscanità. E' per me bellissimo aver ripreso le mie radici, e potermi confrontare con tante persone dando loro consigli su questa meravigliosa terra".
C'è già chi, vedendoti tra un tavolo e l'altro, ti ha riconosciuto?
"Al momento no, il turismo è prevalentemente straniero... mi sono accorto di non essere così famoso! (ride, ndr) Ho però tante promesse di amici che hanno detto che verranno a trovarmi, li aspetto. Anche per riassaporare un ambiente ancora più familiare".
In una recente intervista a TMW, hai parlato dell'intenzione di seguire il corso AIC di segretario amministrativo: idea tramontata?
"Assolutamente no. Anzi, confermo le mie intenzioni di tornare nel calcio sotto altre vesti, e a settembre inizierò questo corso formativo, anche perché non voglio dare un taglio netto con lo sport, che ho sempre visto come materia di vita, cultura e anche fisica: mi piacerebbe poi poter operare dentro questo settore per provare a migliorarlo, lo sport deve crescere più sano".
A proposito di crescita, ennesimo crac della Nazionale. E' davvero giunto il momento di rifondare il calcio?
"La rifondazione della Nazionale è già partita, e il CT Mancini è sempre molto chirurgico, non parla mai a caso: quando si parte con un nuovo corso le giornate no possono capitare, diamo tempo al sistema di riprendersi. E' un vero dispiacere vedere che c'è chi mette ancora in dubbio la vittoria degli Europei, che a mio avviso non è stata frutto della fortuna, bensì della bravura. Ripeto, diamoci tempo".